Una nazione ai vertici del Seven e che ha “sfiorato” la RWC 2015. Un movimento che Franco Tonni ha conosciuto dal di dentro
Kenya, piccolo viaggio dentro un (quasi) miracolo
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Solo 500 tesserati senior? Questo rende ancor più sorprendenti i loro risultati internazionali, però è anche un dato deludente e inaspettato. Pensavo che la pratica del rugby fosse molto più popolare, là; non potranno certo compiere ulteriori grandi progressi finché il bacino rimarrà così esiguo
Lì c’è bisogno di fondi della IRB, per far crescere il rugby e per dare speranza a tanti ragazzini. Non per pagare le nostre gabelle!
giustissimo Presidente!
Ma te pensa cosa sono riusciti a fare con quattro soldi e un manipolo di tesserati in condizioni sicuramente difficili. Roba che dalle nostre parti quel branco di maiali (con tutto il rispetto per i porcellini) che governa il movimento dovrebbe solo vergognarsi di quello che stanno ottenendo.
Se andate a guardare i dati socioeconomici del Kenya
vedrete che hanno un bel po’ di problemi; lo sport è molto concentrato sul mezzofondo, che permette ad alcuni di loro (a dipendenza dell’etnia) di vivere decentemente, più spesso fuori dal paese. Inoltre buona parte della popolazione non è urbanizzata, persone che per avere un po’ d’acqua devono magari fare 10 km al giorno…Il dato dei tesserati non è così probante secondo me, probabilmente il dato dei ragazzi “raggiunti” dal rugby è molto maggiore. E’ comunque un fenomeno urbano: guardatevi un paio di foto delle towship di Nairobi…
tanti grandi campioni nel mezzofondoe nel fondo, uomini e donne!
ma anche il rugby grazie al 7 e ai buoni risultati ottenuti sta crescendo molto!
sono atleti straordinari!
Come ho già detto qualche giorno fa il Kenya ha avuto la sfortuna di perdere Daniel Adongo,che era il suo uomo migliore,nel momento in cui serviva di più