Squadra Interforze, quando il rugby si metteva la divisa da militare

Una telefonata inattesa porta Marco Pastonesi e i suoi lettori indietro di qualche decennio. Alla scoperta di una squadra che non c’è più

COMMENTI DEI LETTORI
  1. frank 21 Aprile 2014, 09:35
  2. Katmandu 21 Aprile 2014, 09:53

    una cosa mi è salta in mente oggi leggendo questo articolo. I cognomi son gli stessi che oggi calcano i campi dell’eccellenza, Sapupo, Zaffiri, Pivetta… insomma ci chiediamo come mai il rugby in Italia non sfonda, è quasi a conduzione familiare e non si basa su tutta la nazione, qualche anno fa mi ricordo un articolo del Gazzettino in cui si diceva che padre, figlio e zio avevano giocato la stessa gara a Casale sul Sile in serie B e si parla già che per esordire in prima squadra dovevi avere 18 anni compiuti e non ne potevi avere più di 40. Insomma noi ci basiamo ancora sulle conoscenze e le famiglie, che da un lato è una virtù dall’altro è un limite spaventoso.

    • 6nazioni 21 Aprile 2014, 10:46

      questa tua riflessione kat la quoto al 1000×1000.
      ps(*)?

      • Katmandu 21 Aprile 2014, 12:26

        @6nazioni non è solo un discorso di clientelismo, anzi quello che mi fa specie è i rugbysti solitamente fanno figli rugbysti, e questo per X motivi, ma non volevo criticare il sistema delle accademie (*) ma va fatta una profonda riflessione anche sui selezionatori e sui metodi selettivi. Spiego meglio un accademico dovrebbe essere in linea di massima meglio di un non accademico, ma come fai a darlo per scontato. C’è sempre stato una sorta di scambio tra i selezionatori delle nazionali e “uomini di fiducia” sparsi in giro per l’Italia e prima la cosa funzionava (le partite giovanili in altri anni, contro altre selezioni in cui non sempre gli azzurrini perdevano, anzi) un caso su tutti Troncon. Ma il problema per me è culturale e il fatto di non aver più uomini e più competenze ci limita parecchio.

    • Hullalla 21 Aprile 2014, 17:12

      Tuo figlio gioca a rugby? Non e’ colpa di Parisse e dei Bergamasco se il loro padre prima di loro giocavano a rugby, ma di tutti gli altri Italiani (mamme incluse) che hanno paura di mandare i loro bambini a giocare.

      Detto questo, in tutto il mondo ci sono I figli e cugini d’arte: non ci sono solo i Francescato, nel rugby, ma ci sono anche i Tuilagi e non dimentichiamoci i Farrell, tanto per dirne un paio che vengono da paesi dove non si puo’ certo dire che il movimento non abbia penetrazione… se poi vogliamo restare in Italia e guardare al gigante-calcio, abbiamo i Maldini, i Vieri, i Baresi… son cose che succedono.

      • 6nazioni 21 Aprile 2014, 18:03

        profonda riflessione bravo

      • Katmandu 21 Aprile 2014, 19:12

        @hullala nessuno sta dicendo che è un crimine aver un parente giocatore, anzi, ma il fatto che non ci sia un ricambio oltre le colonne portanti familiari dovrebbe far riflettere, certo se guardiamo la scozia o il galles è probabile che ogni famiglia abbia un giocatore che ha fatto le nazionali, ma in italia siam leggermente di più e non riusciamo a coinvolgere più persone, tant’è vero che le regioni storiche non tutte son importanti dal punto di vista qualitativo (leggi campania, sicilia) mentre in altre si fa una fatica tremenda se non proprio son inesistenti quanto a presenza (marche puglia) insomma penso che siamo 60.000.000 ma alla fine la competenza del gioco rimane molto limitata ad alcune familie che portano avanti la croce

        • Hullalla 22 Aprile 2014, 15:35

          Quello che dicevo anch’io: mandate i vostri figli a giocare a minirugby!
          Altrimenti chi c’e’, c’e’, e dobbiamo anche ringraziarlo.

      • Katmandu 21 Aprile 2014, 19:15

        Ps ho una figlia femmina di 3 anni che è proprio femmina dalla nascita, io ci provo a mettergli vicino il pallone ovale stile messaggio subliminale, ma lei fin da piú piccola gli picciono le borse e appena passa di fronte ad uno specchio mi chiede “voglio vedere come son bella” non credo proprio metterà piede su un campo infangato 😉

        • San Isidro 21 Aprile 2014, 19:25

          “che è proprio femmina dalla nascita” è bellissima…

          • Katmandu 21 Aprile 2014, 19:32

            san giusto per inquadrare che personaggio è mia figlia
            sa 3 lingue, adora quasi tutto quello che è rosa, capricciosa come poche, commenta come sei vestito e si inalbera di brutto se non gli piace un indumento…anche se lo indosso io o la madre, gli piacciono le borse le scarpe e gioie affini, il tutto a 3 anni e secondo te questa entra in una squadra da rugby? la vedo complicata

          • San Isidro 21 Aprile 2014, 19:36

            ahah…al posto di Rai Gulp mettile una partita dei Pumas, vedi come si appassiona e le sale la garra…

        • andrease 21 Aprile 2014, 20:31

          Kat anch’io ho una femmina (di 15 anni) e ho sempre pensato e detto che le femmine da piccole non sono bambine ma da quando nascono sono DONNE PICCOLE!
          con tutti i pregi e le rotture di una donna…

          E anche la mia è cresciuta con delle palle ovali intorno… sai cosa mi diceva all’età della tua? Papà quando mi compri una palla che rimbalza bene? La tua è rotta…:D

          • San Isidro 21 Aprile 2014, 20:32

            ahahah…

      • 6nazioni 21 Aprile 2014, 19:30

        @hullalla di giganti l’italia e’ piena.
        sanita’,universita’,ministeri,coni,parlamento,e quasi tutti gli
        enti statali.
        meritocrazia zero,punto.

        • Hullalla 21 Aprile 2014, 20:20

          …e io vivo all’estero da anni.

          • 6nazioni 22 Aprile 2014, 16:37

            beato te….

        • Hullalla 22 Aprile 2014, 10:28

          Pero’ in quale dei casi di cui sopra (Francescato, Parisse, Bergamasco, Tuilagi, Farrell, Baresi, Maldini, Vieri…) diresti che non c’e’ stata meritocrazia?
          Qui non stiamo parlando del figlio di Di Pietro…

          • 6nazioni 22 Aprile 2014, 16:43

            fai un raffronto con tutte le (*) italiane con le varie
            parentele stiamo intorno al 30% 35% (figli di……)
            in questo modo senza meritocrazia il ns rugby andra’
            sempre piu’ indietro……..

          • Hullalla 22 Aprile 2014, 18:48

            Diciamo anche che se avessi un figlio e lui mi chiedesse di andare al collegio delle (*), sacrificando in questo modo gli studi nella speranza di diventare forse un professionista del rugby, non sarei tanto contento…

          • 6nazioni 22 Aprile 2014, 20:14

            in questo concordo pienamente.

        • Hullalla 22 Aprile 2014, 15:36

          http://www.onrugby.it/2014/04/22/gareth-anscombe-finisce-nel-mirino-di-cardiff-e-del-galles/ se vedi, le lingue velenose dicono che queste cose succedono anche in Nuova Zelanda…

    • poppy 22 Aprile 2014, 12:38

      Pivetta non ha figli maschi.

  3. tergestum 21 Aprile 2014, 10:43

    Colgo l’occasione per salutare i miei compagni della M.M. anno 74/75 e tutti quelli incontrati a Napoli nelgli allenamenti- non ero abbastanza bravo per entrare in selezione- e se qualcuno di voi risiede a Cecina e non è proprio di primo pelo, vorrei chiedere notizie di un mio commilitone-

  4. malpensante 21 Aprile 2014, 12:52

    Io a Napoli mi ricordo la squadra dell’esercito, in serie A insieme alla Partenope. Anni strani, quelli, e poveri in canna, almeno da queste parti. La Partenope se non sbaglio prima era con Borghi sponsor, con tanto di campionati vinti, e poi sparita nei debiti. C’erano pure le Fiamme Oro a Padova, Genova, Frascati e Catania, Brescia, anche due squadre a Roma. Poi Casale, Reggio Calabria, pure Milano, Torino e Bologna. Rovigo coi mobili e i gelati, Treviso Metalcrom, L’Aquila sponsor L’Aquila :-). E un Petrarca da paura. Gli anni della prima serie B per la Rugby Parma.

  5. borghy 21 Aprile 2014, 17:52

    Ciao Marco, hai ragione, sono passati quasi 30 anni, e mi ha fatto piacere che tu abbia visto Pippo. Ricordo che arrivò a Napoli da Tauriano (PN), era stralunato, non tanto dal viaggio ma dalla caserma, quella era una caserma “micidiale” per fare il militare. Si è integrato subito e mi ricordo le sue battute erano meravigliose. Come al solito sei splendido, grazie 1000
    Valter Borghetto

    • San Isidro 21 Aprile 2014, 19:01

      a Tauriano fino a diversi anni fa era di stanza un reggimento carri della Brigata corazzata “Ariete”, non so se c’è ancora e non so se trent’anni fa a Tauriano c’era quel reparto…

      • Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 03:16

        Fino a pochi anni fa c’era. Ci sono stato qualche volta quando passavo per la caserma Julia di Spilimbergo.

        • San Isidro 22 Aprile 2014, 16:36

          ho controllato sul sito dell’Esercito e a Tauriano c’è ancora il 32° Reggimento Carri dell’Ariete…

  6. San Isidro 21 Aprile 2014, 18:58

    Ho sentito molto parlare dell’Interforze Napoli, due miei allenatori ci hanno pure giocato e mi hanno raccontato le loro storie quando ero in giovanile…comunque questa era appunto la squadra dell’Interforze, cioè dove confluivano tutti gli altleti appartenenti alle tre Forze Armate (Esercito, Marina Militare e Aeronautica Militare…tre perchè all’epoca l’Arma dei Carabinieri era ancora inquadrata nell’Esercito)…una volta c’era proprio la squadra di rugby solo dell’Esercito che giocava a Viterbo (dove giocò un altro mio allenatore), non so se tale squadra c’era anche all’epoca dell’Interforze o quest’ultima raccoglieva le tradizioni della vecchia squadra dell’Esercito…addirittura ho letto che negli anni ’50 c’era anche la squadra di rugby della Marina Militare e giocava qui a Roma…comunque l’idea dell’Interforze non era male, alla fine si dava la possibilità ad atleti di varie discipline e di vari livelli di proseguire la carriera sportiva durante l’anno di leva…due vecchie glorie romane che conobbi mi dissero che il loro servizio militare lo avevano passato giocando a rugby nell’Interforze visto che tutti e due già giocavano a rugby a buon livello con la Rugby Roma…mi dissero che nell’Interforze quelli provenienti dall’Esercito venivano inquadrati nella compagnia atleti come bersaglieri, ma alla fine non facevano i bersaglieri, giocavano solo a rugby…chiedo dunque a chi ha giocato nell’Interforze e proveniva dall’Esercito se era un bersagliere…attualmente gli atleti del Gruppo Sportvo Esercito sono tutti inquadrati come bersaglieri, che poi sono bersaglieri solo di forma (cioè portano le fiamme cremisi e il fez sull’uniforme) perchè ovviamente sono atleti…sono curioso sull’argomento perchè diversi anni fa ho fatto il bersagliere, come volontario desideroso di fare la carriera militare, ma poi dopo l’anno di ferma ho preferito lasciare, anche se nella stanza ho ancora la vaira con le piume impolverate e il fez che custodisco gelosamente…

    • Hullalla 21 Aprile 2014, 20:22

      Ho conosciuto anch’io molti rugbysti che sono passati dall’Interforze e tutti avevano molti aneddoti divertenti da raccontare sia sulla squadra che sulla vita di quella caserma molto “particolare”… pare che sia rimasto a tutti un certo ricordo.

    • tergestum 21 Aprile 2014, 21:33

      @San, la squadra della MM-dove giocai nel 1974-1975- era in p.zza Randaccio,sede del del Distaccamento MM del tempo-zona Clodio per capirci-e giocavamo a tor di quinto nei campi della lazio-grandi bevute con Chinaglia ( che aveva inziato in Galles con il rugby) ,Re Cecconi e soci-
      mentre gli allenamenti e partite dell’Interforze si svolgevano a napoli

      • San Isidro 22 Aprile 2014, 13:29

        Ciao tergestum, grazie della precisazione. Avevo letto che a Roma c’era stata la squadra di rugby della Marina Militare negli anni ’50, pensavo però ci fosse solo in quel periodo…invece se hai fatto il militare a metà dei ’70 vuol dire che la squadra ha proseguito l’attività fino a quegli anni…bene, un’altra preziosa informazione sulla storia del rugby a Roma…conosco la caserma della Marina a piazza Randaccio, si trova pochi metri dal lungotevere, tra la zona di piazzale Clodio e Prati, vicino al grande museo dell’Arma del Genio…è ancora attiva adesso, ma non so cosa ci sia, penso dei comandi…
        Mi hai detto a Tor di Quinto, ma dove però? Un tempo verso la fine di viale di Tor di Quinto (dove adesso sorge la grande caserma dei carabinieri, tanto per restare in tema) c’era proprio l’impianto sportivo dove si allenava la Lazio di calcio, vi allenavate lì? Oppure all’Acquacetosa che è là vicino in linea d’area? Tra l’altro in quegli anni chi voleva fare rugby o andava all’Acquacetosa, a Roma Nord, oppure da poco (dal 1969) c’era anche il Tre Fontane, a Roma Sud, dove vi si era trasferita la Rugby Roma…Tor di Quinto, che è un’altra zona ad alta densità ovale, negli anni ’70 ancora non aveva campi da rugby, ma soltanto dai primi anni ’90 quando il CUS Roma vi si accasò dopo una vita spesa all’Acquacetosa, ma anche quando nel ’96, poco dopo la caserma dei carabinieri, sorse il bellissimo impianto privato dell’Unione Capitolina…

    • Graham 22 Aprile 2014, 00:16

      Io ho giocato nell’Interforze Napoli nel 1986/87 in serie B e provenivo dalla fanteria “d’arresto” dell’Esercito, all’epoca di stanza in Friuli. Non appena confermati nella squadra si diventava bersaglieri a tutti gli effetti entrando a far parte della “2a Compagnia Speciale Bersaglieri Atleti” (ve n’erano altre due a Roma e Bologna, dove c’erano atleti di altri sport) Nella compagnia di Napoli c’erano i calciatori, i rugbisti, i pallavolisti, i tennisti, i velisti e i canottieri. Alla fine del servizio militare chi proveniva dall’Aeronautica o dalla Marina tornava a congedarsi ai reparti di appartenenza, nonostante un anno vissuto da bersagliere, mentre chi proveniva dall’Esercito come me si congedava da bersagliere. I rugbysti di interesse nazionale di allora, come ad esempio Ivan Francescato, Massimo Brunello o Stefano Barba, si allenavano a Napoli e tornavano poi nei fine settimana a giocare con le rispettive squadre, mentre gli altri rimanevano a Napoli per fare la serie B (memorabili i derby con la Partenope). In occasione poi delle partite amichevoli della c.d. Nazionale Militare, citate anche da Pastonesi, si giocava invece tutti insieme.

      • San Isidro 22 Aprile 2014, 13:42

        Ciao Graham, ti ringrazio molto per le precisazioni e le delucidazioni!

        • Graham 23 Aprile 2014, 01:37

          Dimenticavo, tra gli atleti che facevano la serie B come me c’erano anche alcuni giocatori, allora militanti in serie minori e cresciuti nell’esperienza dell’Interforze Napoli, che sono diventati poi di interesse nazionale come Michele Motta o, soprattutto, Giovanbattista Croci, uno degli “eroi” di Grenoble nel ’97

      • massarix 9 Maggio 2014, 23:09

        C’ero anche io era il primo anno a Caserta Caserma Timavo Amico , sarebbe bello fare una rimpatriata 6 scaglione 86.saluti a tutti….

    • Luca Scarpi 22 Aprile 2014, 11:46

      Caro San,
      apprezzo da sempre i tuoi commenti sul mondo del rugby, ma adesso che ho scoperto che sei un bersagliere ti stimo ancora di più! Da bersagliere ti aspetto al raduno nazionale che si terrà ad Asti il 7 e 8 giugno.
      W il Rugby e W i Bersaglieri!

      • San Isidro 22 Aprile 2014, 14:45

        Ciao Luca, non so davvero come ringraziarti…sono partito volontario alla fine del 2005 con uno dei primi blocchi riservati alla nuova figura del VFP1…due mesi di addestramento a Chieti e poi dieci mesi a Bari al 7° Reggimento Bersaglieri (che dall’anno scorso è stato trasferito in provincia, ad Altamura) inquadrato nella Brigata corazzata “Pinerolo” (adesso con la soppressione del reggimento carri è tornata una brigata meccanizzata)…arrivato nei bersaglieri ho fatto una quarantina di giorni di addestramento nelle varie specializzazioni (10 giorni da fuciliere, qualche giorno alla compagnia logistica, una ventina di giorni alla Compagnia Controcarri) prima che mi assegnessaro un incarico definitivo, mi hanno fatto armiere e sono stato tre mesi nell’armeria della Compagnia Controcarri e per il resto del mio servizio in quella della Compagnia Mortai Pesanti…bei ricordi, ho fatto parte anche del gruppo sportivo del reggimento…dopo il congedo mi sono sempre detto di iscrivermi ad una sezione dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, ma non l’ho ancora fatto…tra l’altro qui a Roma c’è la bella sede nazionale a Trastevere con cui ho partecipato a qualche evento, non da iscritto però…i bersaglieri è un corpo che ho sempre apprezzato fin da prima di entrare nell’Esercito, tant’è che lo richiesi come preferenza durante la selezione al Distretto Militare, se poi ci sono finito per caso non lo so, ma espressi chiaramente di voler fare il bersagliere…all’epoca avevo tentato anche due concorsi per l’Accademia Militare di Modena, ma niente da fare, anche se al primo ero arrivato a buon punto nelle selezioni…dopo l’anno di VFP1 avrei potuto raffermarmi un altro anno o fare il concorso per restarne altre quattro sempre da volontario di truppa, ma ho preferito lasciare visto che ero preso anche da altri progetti…il pallino della vita militare però, assieme alla passione per il rugby, ce l’ho sempre avuto fin dalla scuola media e comunque l’anno da bersagliere lo porto sempre nel cuore…
        Ti ringrazio molto per l’invito, ma la vedo dura per Asti, comunque se fate qualche evento nella capitale prossimamente non mi dispiacerebbe esserci…
        Tutti al passo, bersaglieri di corsa!!!

        • San Isidro 22 Aprile 2014, 14:51

          visto che ci siamo, un pò di amarcord…questi sono quelli del 6° di Trapani però…

        • Luca Scarpi 22 Aprile 2014, 16:43

          Grande San!
          Io dirigo la fanfara della sezione ANB “L.Pellas” di Jesolo (VE) e se hai degli ottimi ricordi del tuo anno cremisi ti consiglio di tesserarti presso la sezione a te più vicina; il costo annuale è veramente irrisorio e magari una volta o l’altra ti può capitare di partecipare ad un raduno nelle tue zone.
          Tornando al rugby, mi sono ripromesso di andare a vedere una partita del Rovigo con la Vaira in testa; prima o poi lo farò!
          Bersagliere a 20 anni, bersagliere per tutta la vita!
          P.S.: cercami su fb, ciao

          • San Isidro 22 Aprile 2014, 21:21

            casualità della sorte ho fatto il bersagliere proprio a vent’anni…all’inizio non capivo quando il colonnello dall’altoparlante diceva “oggi facciamo gli auguro al sergente X che compie vent’anni” oppure “al maggoire Y che compie vent’anni”…a propositi di vent’anni e di fanfare, “Vent’anni” è proprio bella come marcia, naturalmente sono affezionato anche a “Bersagliere romano” e poi non qual è il titolo di quella che inizia “Capofanfara sei tu, quanti ricordi nella gioventù…”, almeno così mi pare…
            Comunque “Celeritate ac virtute” è il glorioso motto del 7° e non ti sto nemmeno a dire che ovviamente la frase “Mancò la fortuna non il valore”, incisa su un cippo da elementi del 7° dopo le battaglie di El Alamein, era presente ovunque nella caserma…

        • San Isidro 22 Aprile 2014, 17:12

          volevo ricordare che purtroppo per il 7° Reggimento Bersaglieri sono passati anche due degli ultimi caduti in Afghanistan in questi anni…due ragazzi che nel periodo del mio anno di ferma erano nella mia stessa caserma…il caporalmaggiore salentino Luca Valente, che ricordo di vista quando era in una delle compagnie fucilieri, morto nel 2012 a seguito di un incidente con il suo mezzo (da VFP4 era passato a Forlì in fanteria aeromobile) e l’anno scorso, a seguito di un attentato, il capitano siciliano Giuseppe La Rosa che era passato al 3° Reggimento Bersaglieri di stanza in Sardegna…la morte di quest’ultimo mi colpì particolarmente perchè quando ero a Bari lui era ancora tenente ed era vicecomandante di una compagnia fucilieri e mi ricordo benissimo questo allegro e simpaticissimo ragazzo siciliano fresco d’accademia che, al contrario di tanti suoi colleghi ufficiali, era molto alla mano e si divertiva con i giovani della truppa, spesso si intratteneva a parlare e a scherzare anche noi della compagnia mortai…il suo sorriso e la sua simpatia non le dimenticherò…si può essere pro o contro le missioni militari all’estero, ci si possono mettere in mezzo gli ideali e tutto quello che si vuole, ma morire così a 31 anni è veramente difficile da accettare…tra l’altro la morte del capitanto La Rosa rappresenta un triste primato, ovvero è stato il primo bersagliere caduto nelle missioni in Iraq e Afghanistan, l’ultimo precedente risaliva alla prima missione un Kosovo dove un caporalmaggiore dei bersaglieri del reggimento di Caserta morì per un incidente…

          • Luca Scarpi 22 Aprile 2014, 17:55

            Esatto, era il caporal maggiore Pasquale Dragano, del 18° Rgt (di stanza a Cosenza però), che attualmente è stato rinominato come 1° Rgt.

          • San Isidro 22 Aprile 2014, 20:23

            Ciao Luca, hai ragione, siccome era un bersagliere della Brigata “Garibaldi” mi ero confuso che fosse dell’8° di Caserta, invece anche l’ex 18° di Cosenza faceva parte della brigata, se non ricordo male morì mentre puliva l’MG montato sul mezzo e partì un colpo accidentale…tra l’altro il reggimento di Cosenza ha ereditato le tradizioni, come ricordavi anche tu, dal 1° Reggimento Bersaglieri di Civitavecchia che fu disciolto, ma la bandiera di guerra fu portata a Cosenza, così il 18° divenne 1°…un mio maresciallo mi disse che partecipò alla cerimonia quando era ancora effettivo a Civitavecchia…analogamente anche l’ex 6° Reggimento Bersaglieri di Bologna chiuse i battenti, ma la bandiera di guerra fu portata in Sicilia al 12° Reggimento Bersaglieri di Trapani che così divenne 6°…
            Complimenti comunque per quello che fai, dirigere una fanfara non è semplice…e soprattutto correre al ritmo di fanfara!!! Nonostante l’entusiasmo dei primi tempi quando ero arrivato nei bersaglieri ho vissuto un dramma per diverse settimane visto che spesso non riuscivo a stare al passo (lo so, sono scordinato), poi vabbè con l’abitutidine ho imparato…adesso vedo bene per l’iscrizione, comunque, come ti dicevo, qui a Roma ho partecipato a qualche evento anche da non iscritto, come l’anniversario della breccia di Porta Pia qualche anno fa…
            Quanto al rugby, ogni tanto ho visto qualcuno di Rovigo con la Vaira in testa, beh loro sono fantastici…quando vedo i rossoblù entrare in campo sul ritmo della Flick Flock mentre il Battaglini esplode di urla, cori e coreografie mi viene la pelle d’oca…
            Mi dispiace, ma non ho fb, quindi ci sentiamo qui per ora…non ti ho mai letto prima se non mi sbaglio, perchè non intervieni di più?

          • Luca Scarpi 24 Aprile 2014, 08:07

            Ciao San,
            “Vent’anni allegramente, all’armi ognor si va, perchè ciascuno sente, che il suo dovere fa!”
            Hai ragione a dire che è una bella marcia e infatti ce l’ho in repertorio.
            I versi “Capofanfara sei tu, sei l’espressione della gioventù” sono invece della canzone “Capofanfara”, scritta dal M.llo Leandro Bertuzzo che comandava la fanfara del 3° a Milano (probabilmente il più grande capofanfara esistito insieme a Luigi Imelio dell’8° di Pordenone).
            Devo farti i complimenti perchè sei molto preparato.
            Per concludere: confermo non sono mai intervenuto in questo blog perchè mi piace il rugby ma me ne intendo più di bersaglieri!
            A presto
            Luca

  7. enrlue 22 Aprile 2014, 13:42

    Nell’ ottobre del 76 il militare, dopo il C.A.R. a Diano Marina e pochi giorni a Vercelli, fui assegnato alla II° Compagnia Atleti Bersaglieri.
    Arrivai in caserma alle tre della mattina, dormii le poche ore che mancavano alla sveglia tra due materassi in una camerata abbandonata.
    L’indomani, dopo aver conosciuto il capitano Accetta, il sergente maggiore Olivares, partecipai al primo allenamento.
    Allenatore il prof. Martone, fratello del Presidente Federale.
    Fantastico essere militare e giocare a rugby, fantastico l’ambiente che mi circondava.
    Napoli con le sue contraddizioni, la sua gente, il suo clima, le sue visioni.
    Il Vesuvio ci faceva compagnia ad ogni ora della giornata, anche durante gli allenamenti, bastava alzare gli occhi ed appariva la montagna fumante.
    Fu facile diventare amici.
    La “peppa” con la porta dei cessi, il quarantotto della domenica dopo la partita.
    Le fughe notturne, l’impepata di cozze, i mercatini, la libertà di cui godevamo.
    Gori, Gesù, Tozzi, Minchiuzza, Bricola, Libanoro, Fanton, Brambilla e la colonia dei piacentini, dei beneventani, Alioscia, Chimenti.
    Giocai la prima partita da titolare contro il Cus Aquila allenata da Cucchiarelli, amico di Mimmo. Per un paio d’anni Cucchiarelli, invitato durante le vacanze estive da Battistelli, era venuto a Pesaro per insegnarci quello che c’era di nuovo nel rugby e andare al mare. Lo salutai. Mesi felici. Quando tornai a casa, credo mi venne il così detto mal di Napoli.

    • Giovanni 22 Aprile 2014, 15:42

      Mi fa piacere che ti sia trovato bene a Napoli e non intendo certo deludere i bei ricordi, ma devo precisare che il Vesuvio smise di fumare nel 1950.

    • San Isidro 22 Aprile 2014, 16:19

      Complimenti per questo bel commento che evoca i ricordi della vita miltare mescolati con il vissuto a Napoli…sono di Roma e di certo non posso lamentarmi, ma le città di mare sono le mie preferite e Genova, Napoli e Bari, per un motivo o per l’altro, sono tre città a cui sono affezionato…hai proprio ragione quando dici “Napoli con le sue contraddizioni, la sua gente, il suo clima, le sue visioni” perchè il capoluogo partenopeo è così…città bellissima, centro di grande cultura, ma purtroppo afflitto da tanti problemi sociali…agli occhi di un visitatore o di chi ci vive solo per un breve periodo Napoli può sembrare una realtà molto affascinante, ma penso che per i napoletani non sia tutto così roseo, anche se magari ci avranno fatto l’abitudine con certe problematiche, magari il buon @Giovanni può confermare (o smentire) quello che sto dicendo…comunque ogni tanto una giornata a Napoli me la faccio sempre volentieri, tappa fissa: pizza da Michele!

  8. enrlue 22 Aprile 2014, 15:46

    Forse non sei aggiornato, il pennacchio si vedeva veramente, non sarà stato dal cratere centrale ma la fumatina, credimi, la faceva.

  9. Giovanni 22 Aprile 2014, 18:39

    Su “Il Mattino” di Napoli di oggi, un articolo dedicato ai 90 anni di Marcello Martone, membro della Partenope bi-scudettata degli anni 60 e citato anche nei commenti più sopra, come membro della Squadra interforze negli anni 70.
    Di seguito il link ad un articolo di Repubblica di qualche anno fa:
    http://napoli.repubblica.it/dettaglio/luomo-ovale/1721686

    • San Isidro 22 Aprile 2014, 21:09

      incredibile, ogni tanto sui giornali nazionali si parla di rugby…oggi perfino sul Corriere dello Sport non c’era nemmeno un trafiletto sulla palla ovale, vabbè che è martedì, però…

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