La psicologia dello sport per la formazione di atleti e tecnici: il Valsugana Rugby Padova ci prova

Uno degli obiettivi inseriti dal progetto triennale 2012-2015 del Valsugana Rugby Padova è l’inserimento di un psicologo dello sport

Uno degli obiettivi inseriti dal progetto triennale 2012-2015 del Valsugana Rugby Padova è l’inserimento di un psicologo dello sport fra le figure professionali chiamate a collaborare stabilmente con il club, per migliorare gli standard qualitativi della formazione destinata agli atleti. Nel corso della stagione 2012-2013 era stato Alessandro Remonato a occupare quel posto, mentre nella stagione in corso è decollata una nuova collaborazione con Cristina Carraro, psicologa dello sport, già mental trainer del Petrarca Padova e dell’Atletica Riviera del Brenta.
L’attività di Cristina all’interno del Valsugana sta procedendo attraverso una serie di incontri preliminari con gli allenatori e con i genitori degli atleti più piccoli, con un focus specifico sul settore minirugby.
Il lavoro con gli allenatori, poi, ha come obiettivo primario una corretta ed efficace impostazione dei rapporti con i bambini, per sostenerne la crescita non solo tecnica, ma anche comportamentale. Ai tecnici del club, infatti, sono richieste diverse competenze, oltre alla preparazione di allenamenti e partite, e proprio qui si colloca l’intervento della psicologa dello sport: fornire valide motivazioni agli atleti, gestire i loro stati d’ansia, dosare gratificazioni e punizioni, valorizzare il processo piuttosto che il risultato, rinforzare l’autostima, aiutare bambini e ragazzi a individuare e raggiungere obiettivi realistici.
Tutte queste responsabilità degli allenatori non sono facili da trattare e richiedono attenzione, sensibilità e soprattutto la disposizione a conoscere bene ogni singolo atleta con cui si lavora, per coglierne pregi e difetti, aspirazioni e insicurezze. In questo senso l’allenatore è paragonabile ad una guida di montagna: perché sia considerata competente e affidabile è necessario che conosca bene tutto il suo territorio. Deve conoscere bene il tragitto principale, ma anche le strade alternative da utilizzare, laddove quelle principali siano impraticabili o non consigliate. Deve percepire il clima, deve prevedere i pericoli e anticiparli. Deve padroneggiare i rimedi ai problemi che possono intervenire. Deve saper calcolare i rischi e mettere tutti in condizione di provare e di riuscire.
Anche i genitori sono componente fondamentale di questi percorsi e con loro Cristina Carraro si è soffermata in particolare sul rispetto delle regole e sulla disciplina. Se il bambino ha regole da seguire a casa, seguirà anche le regole che gli vengono date a scuola e in campo. Da qui l’importanza di affermare e non screditare mai le figure degli educatori (allenatori, arbitri, maestre, i genitori stessi), affinché il bambino non perda fiducia nei suoi leader e li sappia rispettare anche di fronte ai “no”. E le regole che gli allenatori daranno ai ragazzi devono essere semplici, chiare, non troppe e applicate con estrema coerenza, non solo quando conviene. Meglio ancora se le regole sono scritte (codice etico), spiegate e condivise con i genitori. Se la regola non viene rispettata è giusto intervenire con una punizione, ma è altrettanto essenziale gratificare i comportamenti corretti: quando un buon comportamento passa inosservato, il ragazzo stenta a ripeterlo.
Il Valsugana Rugby Padova è consapevole che questa organizzazione delle attività formative richiede tempo per diventare parte integrante del bagaglio di ogni allenatore, ma la strada è tracciata e alla lunga i risultati gratificheranno tutti i protagonisti di questo bellissimo e complesso sport: il rugby.

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