Caos Coppe Europee: a Dublino nuovo incontro. E’ l’ultima chance?

Ci saranno tutti in Irlanda per cercare un compromesso che non sembrerebbe a portata di mano. Ma il condizionale è d’obbligo

COMMENTI DEI LETTORI
  1. maz74 20 Dicembre 2013, 09:07

    Ma che palle!!!!!!
    Sarebbe ora di finirla, ma che lascino i club inglesi da soli a farsi il loro campionato e poi vedremo cosa dirà BT.
    Secondo me le Federazioni, a questo punto, dovrebbero essere categoriche con i clubs o franchigie, o l’accordo o niente soldi l’anno prossimo.

    • mistral 20 Dicembre 2013, 11:18

      maz, quali sono le federazioni che possono fare a meno dei club?.. secondo me solo le celtiche, e tra queste solo l’irlandese può permettersi di fare la voce grossa (forse), le altre appena appena alzano il tiro si trovano con tutti i giocatori migliori che partono verso i perfidi club anglo-francesi…, e senza giocatori poi cosa fai?… il campionato di briscola? …via gli inglesi, via i francesi, la HC diventa coppa di irlanda, e a chi interessa ancora?… o veramente si crede che tra un torneo che vede sei-otto inglesi, altrettanti francesi e qualche celtica, ed uno con solo francesi e celtiche, i francesi (club, federazione e media-business) scelgano il torneo franco-celta?… mah!

      • maz74 20 Dicembre 2013, 12:17

        Ma vale anche il contrario, quale club fa a meno dei soldi delle federazione? Neanche in Francia ed Inghilterra posso fare a meno dei contributi federali

      • malpensante 20 Dicembre 2013, 12:27

        Mistral, senza i soldini delle federazione e con la generosità abituale della leg inglese, i gallesi di giocatori ne perderanno pure di più. Scozzesi e italiani, senza federazione non esistono proprio. Poi convengo con te che una coppa senza inglesi e francesi non ha senso, come non ne avrebbe una tra loro due soli. Infatti han mirato l’anello debole e con gli argomenti adatti agli atttuali proprietari delle franchigie. Che, al mio parere malpensante, non hanno gli stessi interessi del rugby gallese, ma i conti in rosso e la prospettiva di smenarci soldi su soldi anziché fare affari. Secondo me, se vanno in premier, tra un po’ (ma proprio poco poco tempo) si parlerà di Ospr e Scarletts solo al passato, di Newport nemmeno ci si ricorderà. Magari un paio di club, forse, ma non certo al livello delle corazzate inglesi.

  2. mimi 20 Dicembre 2013, 09:37

    chi rappresenta l’italia??

    • Fabrizio 20 Dicembre 2013, 09:41

      Voci dicono sia Pippo Franco… Tanto, con la cosiderazione che abbiamo a livello europeo potrebbe esserci chiunque a rappresentarci…

  3. maxsavo 20 Dicembre 2013, 10:55

    è ora di finirla con questa storia, lasciamo i celtici al loro destino e torniamo al nostro ovile..

    • Hrothepert 20 Dicembre 2013, 12:45

      Fermo restando che ogni opinione è sacra ed ha pari dignità rispetto alle altre, ci mancava proprio un esponente dei..”nostalgici” del torneo….”scapoli -ammogliati”!! Torniamo pure al nostro ovile ed abbandoniamo i celti, così con tutti i migliori che vanno all’ estero ed un domestic ridicolo, che serve al Rugby di elite ed a preparare i giovani migliori come la carne di tacchino a preparare il..cotechino, ci ritroveremo presto ad avere sfide “appassionanti” con…rumeni, georgiani, spagnoli e portoghesi!! Bah contenti voi…!!!

      • mezeena10 20 Dicembre 2013, 14:05

        che non si farebbe per vincere qualche partita in piu 😉

      • maxsavo 20 Dicembre 2013, 14:32

        no sono solo stanco di farci prendere in giro e ci prendiamo pure in giro da soli

        • maxsavo 20 Dicembre 2013, 15:16

          sono più dell’idea di seguire la nostra onesta e umile strada e non quella degli altri come ruota di scorta arrampicandoci negli specchi senza una base culturale, tecnica e formativa. Sciogliamo le franchigie che non fanno proprio per noi, torniamo alle sfide di campanile sì non c’è da vergognarsi, e investiamo gli stessi soldi in tecnici di qualità, senza andare a cercare oriundi nelle isole del pacifico. Forse un giorno otterremo risultati più reali del nostro valore e saremo rispettati di più. Sempre a mio parere cmq.

          • Hrothepert 20 Dicembre 2013, 15:36

            Sul fatto di investire di più su tecnici e formazione per far crescere gli “autoctoni” sono daccordo con te ma poi devi avere uno sbocco adeguato per inserirli nel Rugby di elite e questo lo puoi avere soltanto con le franchigie e la CL, perchè è inutile investire sulla base e poi mortificare il percorso di crescita di quei migliori che ne escono in un torneo completamente inadeguato come l’ Eccellenza.

          • space 20 Dicembre 2013, 15:37

            Max ti darei ragione se ci fossero almeno 8 sponsor dello stesso livello di Benetton pronti ad investire…ma se pensi che qualsiasi squadra di calcio di serie C ha il budget di una celtica nostra (forse anche più alto)! Dove vogliamo andare così?
            Continuiamo con la Celtic sperando che non ce ne caccino a calci nel deretano!

          • maxsavo 20 Dicembre 2013, 18:11

            @space e dove vuoi andare così? è come spendere per stare in affitto e non per casa propria.. e con il tempo anche restando in CL (ammesso che ci sarà ancora) il gap tra la base e l’alto livello crescerà sempre di più.

  4. Galeone 20 Dicembre 2013, 11:29

    Speriamo che le quattro franchigie gallesi emigrino verso la Premiership inglese, lasciando spazio a due nuove entità federali- si parlava di Pontpride – trasformando la Celtic League in un torneo a 10 squadre. Per noi non sarebbe cosi’ malaccio, in primis non ci chiederebbero piu’ la fee di ingresso ( che fanno rimangono in 8 ? ) secondariamente quattro partite in meno significherebbero la fine delle partite sovrapposte con 6N e test di novembre, con evidenti risparmi di budget e intensità fisica. Tutto cio’ potrebbe indurre Rovigo, o le tre romane consorziate, a fare il grande passo per la Celtic

  5. oliver63 20 Dicembre 2013, 13:13

    la ns partecipazione al torneo celtico è un controsenso culturale … noi siamo latini, seppur con delle infiltrazioni celtiche … meglio sarebbe un torneo latino con francesi, spagnoli, romeni, georgiani, ecc. … tipo un top14 allargato ad un paio di franchigie italiane e ad una superfrachigia romena e spagnola … sicuramente più abbordabile della CL … siamo vittime del falso presupposto per cui si cresce solo giocando con le migliori, il che purtroppo non è vero … mi dispiace dirlo, ma se sei scarso, rimani scarso, anche se giochi tutte le domeniche con gli All Blacks … si cresce solo facendo crescere a livello individuale il tuo parco giocatori il che può avvenire in due modi: mandando i tuoi giocatori a formarsi in un contesto tecnico superiore (francia, inghilterra) o migliorando il tuo sistema di formazione, ad es. formando a loro volta i tecnici in contesti superiori o acquistando tecnici dall’estero … questo metodo è valido sia se ragioni su un gruppo ristretto di giocatori (il vertice professionistico che va a formare la nazionale) sia che ragioni sulla base … perchè i giovani gallesi, scozzesi, italiani sono mediamente più skillati e competenti dei loro coetanei italiani ? perchè il loro sistema di formazione è migliore: tecnici più preparati, metodi didattici migliori … meditate, gente, meditate …

    • San Isidro 21 Dicembre 2013, 03:03

      “perchè i giovani gallesi, scozzesi, italiani sono mediamente più skillati e competenti dei loro coetanei italiani ?”
      perchè in quei Paesi la cultura rugbystica è molto più radicata che da noi, lì il rugby è sport nazionale, si investe di più…la formazione è una conseguenza di tutto questo, non solo il motivo principale…per noi parlare poi delle differenze strutturali tra il nostro movimento e il loro…

  6. Hrothepert 20 Dicembre 2013, 14:08

    @oliver63, il tuo pesupposto è tarato in partenza dal fatto che i francesi non hanno assolutamente alcun interesse ad aprire il loro torneo a ci che sia per vari motivi, figurarsi a i cugini, latini si ma poveracci,:
    1° non gli porterebbe nessun vantaggio economico anzi andrebbe ad intaccare pericolosamente un meccanismo che funziona bene.
    2° A livello tecnico non porterebbe nessun vantaggio perchè far disputare ai propri giocatori partite contro compagini manifestamente inferiori non li arricchirebbe di niente.
    3° Sarebbero più abbordabili soltanto gli incontri contro gli spagnoli ed i rumeni perchè la differenza con le francesi è..siderale, come dimostrano i risultati di HC quando le nostre franchigie le incontrano.
    In definitiva l’ unica scelta possibile è quella celtica, perchè anche loro non possono fare affidamento su un domestic in grado di reggere il passo dei campionati francese ed inglese e quindi, come noi, necessitano di unire le proprie forze in un torneo all’ altezza di garantire al Rugby d’ elite un livello adeguato sia tecnicamente che economicamente.
    Inoltre non so se ti sia sfuggito ma qui parliamo di tre tornei: quello inglese, quello francese, e quello celtico, che racchiude il resto dei movimenti del 6Ns, se volete uscire da questo “giro” fate pure ma siate pronti anche ad uscire dal torneo del 6Ns ed ad andare a farne uno, più…abbordabile, con…rumeni, spagnoli e portoghesi!!

  7. Hrothepert 20 Dicembre 2013, 14:10

    P.s.
    Poi non tutti gli italiani sono latini, io sono di origine…LONGOBARDA!!!

  8. oliver63 20 Dicembre 2013, 14:48

    I tornei francesi e inglesi sono superiori sostanzialmente per due fattori: 1) la maggiore dipsonibilità economica dei club consente di accapparrarsi i giocatori migliori, anche da altre nazioni 2) la base dei giocatori autoctoni è molto più ampia e qualificata cosicchè i roster delle squadre, al netto degli elementi di cui al punto 1), è comunque superiore tecnicamente. Per ovviare a questo handicap, le altre nazioni celtiche e l’Italia si sono dovute “inventare” questo meccanismo di aggregazione chiamato “franchigie”, che consente di superare il punto 1) ottenendo maggiori finanziamenti dalle federazioni e dagli sponsor e il punto 2), operando un’attività di “concentramento qualitativo” dei migliori giocatori in poche qualificate formazioni. Evidentemente questo meccanismo non funziona, almeno per le franchigie italiane, perchè comunque i budget non sono paragonabili a quelli dei migliori club inglesi e francesi e perchè la “base” dei giocatori non è suffiicentemente ampia da garantire un adeguato rifornimento di giocatori sia per qualità che per quantità. Il risultato è che le ns franchigie subiscono sonore scoppole sia in CL che in HC. Non c’è soluzione a questo meccanismo se non quello di aumentare i finanziamenti alle franchigie (o ridurre le fee di ingresso) e aumentare la base di giocatori di qualità (per la qual cosa sono necessari tempo ed investimenti). Il ritorno ad un campionato autoctono di per sè non cambierebbe le cose. I nostri migliori giocatori andrebbero comunque all’estero, nei club inglesi o francesi, e lì completerebbero il proprio percorso di formazione. I ns club non sarebbero certamente in grado di competere a livello europeo, ma la nazionale potrebbe comunque usufruire della crescita dei giocatori “emigrati”, ottenendo risultati comunque non inferiori a quelli ottenuti in questi ultimi anni. Si tornerebbe comunque ad avere un “gap” piuttosto netto tra i giocatori emigrati all’estero e lì cresciuti tecnicamente e come personalità ed i giocatori rimasti in patria, non cresciuti in modo adeguato. Ma ricordate che il problema è di formazione, non di contesto. Un giocatore trasferito all’estero può crescere, se ne ha le capacità, perchè impara da tecnici e da metodi di allenamento migliori, oltre che per apprendimento da compagni più competenti e abili (se ha le capacità di apprendere …). Il problema dunque è di formazione, di tecnici … Per assurdo se in Italia ci fosse la possibilità di portare 10 staff tecnici del livello dei club di Top14 o di Premiership per i 10 club di eccellenza, sono convinto che vedremmo crescere in maniera impensabile il livello dei ns giocatori e di conseguenza dei club …

    • Hrothepert 20 Dicembre 2013, 15:29

      Vedi che in definitiva hai convenuto circa ciò che ho affermato io, cioè che l’ unica maniera per il resto dei movimenti di elite del Rugby europeo per poter continuare a competere con quelli francese e inglese sia consorziarsi tra di loro, poi che comunque il movimento italiano sia il più debole dell’ anello celtico è, per motivi di tradizione, cultura rugbystica, numero di praticanti, appeal per richiamare spettatori e quindi sponsorizzazioni, palese e fuori discussione ma è proprio per questi motivi che circa la possibilità di ingaggiare 10 staff tecnici da Top 14 o Premiership hai dovuto usare il “Per assurdo”.
      Be’ in quanto alla nazionale mi pare che un po’ gli abbia giovato, se non mi sbaglio, mi pare di ricordarmi, qualche anno addietro, una “scoppola”..clamorosa, presa a Twickenham nel 6Ns, con gli azzurri che uscivano tra gli applausi per aver “semplicemente” cercato di combattere, adesso la gente si incazza se perdi (e non in maniera disastrosa) contro l’ Australia, sono daccordo con te e l’ ho sempre sostenuto che la CL non può trasformare il movimento dell’ italica palla ovale dall’ ultimo di quelli che contano a a uno di quelli di vertice ma è necessaria a far si di avere un livello all’ altezza almeno di quelle che si giocano le posizioni dal 9° al 12° posto del ranking IRB, uscirne sarebbe dare l’ addio definitivo al Rugby che conta per ripiombare ai livelli di 30 anni fa.

  9. fracassosandona 20 Dicembre 2013, 15:46

    neanche il galles è in grado di sostenere 8 squadre pro…
    se le regioni gallesi vanno a giocare in premiership il pro12-10-con due club gallesi sarà appannaggio esclusivo di Glasgow Ulster Munster e Leinster e perderà di interesse anche per i media e quindi per gli sponsor e quindi per i club e quindi per i giocatori che se ne andranno a giocare in club della LNR o della Premiership (ho reso l’effetto a cascata?)…

    la via autarchica richiede una progettualità che manca del tutto in Italia…

    • mistral 20 Dicembre 2013, 18:01

      concordo, è esattamente quello che ho detto nell’intervento iniziale, una coppa ed un campionato celto-italico, per le tv commerciali, varrebbe, in quanto ad appeal, come un torneo di biliardo alla goriziana…

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