Galles, per Gwyn Jones “è la crisi più grave dell’era professionistica”

Federazione e regions ancora molto lontane. E le sirene inglesi continuano a tentare…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Dagoberto 19 Dicembre 2013, 10:43

    Tempo fa dissi, sulle onde delle continue dichiarazioni autonomiste dei club franco-inglesi che la locomotiva stava andando a schiantarsi. Evidentemente è un’impressione condivisa da tanti nell’ambiente. I specifici, ma forti interessi di una sola componente del movimento europeo stanno destabilizzando tutto l’apparato istituzionale che finora a tenuto insieme il rugby professionistico. C’è chi non si considera inferiore, come i club francesi, e per analogia si vorrebbe associare alle sirene inglesi nella corsa all’oro rappresentato dai diritti televisivi, pur ricoprendo nella vicenda il chiaro ruolo di cugini minori, altri, consapevoli delle minori potenzialità economiche, sbandano alternandosi tra posizioni, per così dire, tradizionaliste e sogni di emigrare verso nuovi e, potenzialmente più ricchi, palcoscenici. Altri ancora che non hanno capacità e personalità sufficienti per decidere da che parte stare o, addirittura, evitano di esternare pensieri, consapevoli del loro modesto peso mediatico ed economico. Gli organi istituzionali finora reggenti, d’altra parte, sfoderano tutti i loro muscoli sperando di calmierare i caldi ardori, sforzandosi di apparire calmi e privi di dubbi sulla loro reiterata capacità di rappresentanza.
    Insomma, che vada a sbattere o meno e difficile ancora saperlo, ma che il rugby europeo abbia sempre più le sembianze di una schizzofrenica locomotiva impazzita e fatto certo.

  2. mistral 19 Dicembre 2013, 12:15

    mai come in questa occasione la parola “crisi” è significativa; noi siamo abituati ad usarla in senso negativo, crisi è sinonimo di difficoltà ma l’etimologia greca ci riporta a “decisione”: la crisi-decisione che il rugby moderno deve affrontare è sicuramente importante, dalla sua soluzione emergerà il panorama (ed il confine) tra il rugby professionistico-professionale ed il rugby professionistico-amatoriale che oggi convivono in modo diverso nel sistema federativo esistente, e nelle sue aggregazioni più o meno legittimate di ordine superiore… tendiamo anche a dimenticare, spesso, che il federalismo (quello vero) si crea dal basso, con la volontà dei vari soggetti a federarsi ed a mantenersi tali in funzione di obiettivi condivisi, mentre il federalismo calato dall’alto, o quello di convenienza momentanea, e che non riesce a cogliere le istanze evolutive della società, è destinato prima o poi a fallire…

  3. mope 19 Dicembre 2013, 12:47

    Purtroppo mi sa da “proposta che non puoi rifiutare” fatta dagli inglesi (ma secondo me ai francesi non dispiace….) alle regions Gallesi!
    o passi con noi e ti tieni i giocatori….o stai in CL e i giocatori vengono a giocare da noi e tu rimani col culo per terra!

    in CL non ci sono i soldi della premier o del SUPER14 e alla fine si sapeva che finiva così….

    del resto se le cose vanno in questa via…una soluzione la troverà pure l’irlanda..mentre Italia e SCozia rimarranno con il cerino in mano!

  4. malpensante 19 Dicembre 2013, 14:26

    I giocatori li perdono di sicuro di più se mollano la federazione: se ne possono anche andare ma nello zaino c’hanno le fette di polenta e di sicuro gli inglesi non hanno intenzione di rifornirli di salsicce, al massimo un piatto di minestra.

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