Movimenti e statistiche/2: sotto la lente i giocatori eleggibili

Guidano nettamente la classifica le squadre del torneo celtico. Le francesi ricorrono di più alla “legione straniera”

COMMENTI DEI LETTORI
  1. ugotruffelli 24 Ottobre 2013, 10:37

    Bè a parte dire che le statistiche confermano l’ovvio… non so che altro dire 🙂

    A sì, che i tifosi francesi che da un lato dicono “uuuu che bello il nostro campionato pieno di star” e contemporaneamente “l’EDF fa veramente acqua ultimamente, come cavolo è possibile visto che il Top14 è il Top del mondo”… bé… si danno da soli le risposte alle domande 🙂

  2. mistral 24 Ottobre 2013, 10:43

    leinster – tolone , è quasi simbolico: dall’ alfa all’omega!

  3. Stefo 24 Ottobre 2013, 10:54

    Nessuna sorpresa in questri numeri, prima dell’inizo della stagione avevo scritto il numero di stranieri nuovi nel T14 di questa stagine (nuovi nel senso neoarrivati in Francia), numero che non ricordo ma che era ridicolo.
    Per quel che riguarda la CL al di la’ della questione economica bisogna ricordare, la CL e’ stata fatta per arrivare alla dimensione professionistica a cui le singole unions da sole non potevano arrivare, la formazione e sviluppo non era un loro problema era fare fare ai giocatori il salto finale quindi ovvio che abbiano un sistema “protettivo” e cerchino di dare piu’ spazio possibile ai loro giocatori, in questo il sistema francese sta fallendo, formazione e sviluppo anche qua ci sono sempre stati ma sempre meno sono gli spazi per fare il salto finale e se qualcuno pensa che i risultati dello scorso anno della Francia non siano in qualche modo conseguenza della stranierizzazione massiccia della massima serie ha le idee un po’ confuse. Le regole sui Jiff che progressivamente cresceranno dovrebbero aiutare sperando che non si traducano con un poaching selvaggio con accordi stile clermont-Nadroga.

  4. Rabbidaniel 24 Ottobre 2013, 11:35

    Secondo me è una “sorpresa” che la franchigia federale abbia schierato meno eleggibili di Treviso.

  5. Katmandu 24 Ottobre 2013, 11:58

    Statistiche interessanti che peró fotografano una situazione attuale che ha un suo perchè fino ad un certo punto
    Le celtiche battono tanto sui prodotti fatti in casa (o per lo meno formati fino ad un certo punto) con dei distingui, ad esempio Connath non mi pare più, come diceva anche il buon stefo, la franchigia di sviluppo, che le zebre meno degli altri, giustamente a mio avviso, spazio agli italiani per questioni di esperienza (anche se ratuvu..)
    Il dato che sala agli occhi è la pochezza del movimento francese per quanto riguarda il cambiar pelle in ottica nazionale, e le parole di noves che punta ad aumentare la colonia di stranieri fa abbastanza “paura”
    La vera domanda da fare alle varie leghe private, ci metto dentro pure i Gallesi, dove vogliamo andare? Quali son le priorità? La nazionale è il vertice del movimento? Ma soprattutto mi frega qualcosa fare la formazione?

    • mistral 24 Ottobre 2013, 12:18

      il non considerare la nazionale quale vertice “obbligatorio” di un movimento (e sul concetto di “nazione” si potrebbe disquisire a lungo) non implica automaticamente che non si faccia più formazione, anzi… se lo spettacolo deve avere sempre uno stadard elevato per attirare pubblico sponsor etc etc, gli attori “dovranno” essere formati di conseguenza… la domanda potrebbe essere su quali saranno i percorsi formativi maggiormente opportuni, se di tipo para-pubblico o strettamente legati alle società o ancora vivai indipendenti che forniscano il “semi-lavorato” ai club…

      • Katmandu 24 Ottobre 2013, 12:30

        Certo intendevo proprio quello, cioè un club a caso Tolone 😉 ha più a cura lo sviluppo di giovani locali stile Tolosa o non gliene frega una mazza? Vuole vedere lo stadio pieno e per questo pesca i migliori (o quelli che ritengono i migliori) nei ruoli e li spedisce sul campo a vincere!
        Diciamo la lista di talenti usciti da alcune realtà è lunga kilometri penso ad esempio a chi si è imposto in nazionale uscito dal leinster, Llanelli, ospriz, tolosa, munster, ulster, munster, mentre da altre parti fanno più fatica ma oggi mi sembra che si stia una frattura sempre più netta da chi investe per vincere e chi usa gli stessi soldi per “produrre” giocatori, sarebbe interessante vedere le stesse statistiche il champiochip e la pro d2

        • mistral 24 Ottobre 2013, 12:40

          è innegabile che alcune realtà francesi “facciano” formazione molto più di altre.. il tolone di MB è una anomalia frutto della passione/passionale di un neofita del rugby che ha visto nel gioco anche una aspetto di business non indifferente, (e che non l’ha mai negato ne’ nascosto)… la scommessa di portare RCT in pochi anni dal proD2 alla coppa europea (ed alle finali in campionato) è stata vinta puntando sul formare una squadra di grossi campioni già formati e cercando di amalgamarli in modo coerente… ma è sicuramente una anomalia destinata a modificarsi… i contatti di tolone con il campus di nizza per ricreare una realtà formativa (anche rugbistica) che rivaluti il sud-est francese è in questa direzione… si completerà il progetto, vedremo altri armitage “formati” in costa azzura? … io ci spero…

      • Stefo 24 Ottobre 2013, 14:56

        “se lo spettacolo deve avere sempre uno stadard elevato per attirare pubblico sponsor etc etc, gli attori “dovranno” essere formati di conseguenza”
        Domanda: reputi che non si possa fare spettacolo, riempire stadi e VINCERE facendo contemporaneamente formazione?Pensi che le due cose non possano coesistere?

        • mistral 24 Ottobre 2013, 15:02

          il Leinster, Munster e Ulster dimostrerebbero di si, ma il modello è esportabile al di fuori dell’isola si smeraldo e della sua situazione congenita?

          • mistral 24 Ottobre 2013, 15:03

            specifico meglio, regioni-franchige molro ben identificate, e sentimento “nazionale” radicato al di la delle divisioni politico-amministrative…

          • Stefo 24 Ottobre 2013, 15:31

            Toulouse ha vinto 4 HC facendo formazione…

          • mistral 24 Ottobre 2013, 15:37

            hai ragione, ma non è diventata la regola, o almeno, non in francia… non lo dico con soddisfazione, nota bene, ma semplicemente constatando la realtà…

          • mezeena10 24 Ottobre 2013, 16:39

            nella rosa attuale di tolosa solo 7 giocatori su 34 son stati formati nel club..
            anche sto falso mito deve essere smentito!
            si comportano gia da un po come le altre francesi!

  6. soa 24 Ottobre 2013, 15:10

    A mio avviso non c’è molto di cui stupirsi. Il sistema spinge in questo senso e sarà sempre peggio. Il fatto che Tolone stia creando un legame con Nizza non è molto indicativo, l’obiettivo non sarà la formazione di francesi ma avere giocatori forti fatti in casa senza bisogno di comprarli dopo. Insomma non mi meraviglierei se ci fosse un intenso lavoro di scouting per portare via i migliori giovani stranieri “coprendoli” di soldi. A calcio ormai se riescono mettono sotto contratto anche bambini di 11-12 anni.

    • mistral 24 Ottobre 2013, 15:16

      il “professionismo” non è nato ieri, quando a milano arrivò campise non lo fece certo per due panettoni e una foto sotto il duomo… é che guadagnava meglio da “dilettante” in italia che in australia

      • Stefo 24 Ottobre 2013, 15:38

        mistral verissimo quello che dici di campese ma penso soa si riferisca a qualcosa di diverso, il poaching selvaggio fatto con accordi come quello tra Clermont e Nadroga…il Campese lo puoi assimilare al firmare oggi wilko/Sexton o altri campioni, cosa ben diversa dall’andare a prendersi dei 18enni e dopo un paio di anni spacciarli per Jiff mettendogli magari anche clausole di rinunica alla loro Nazionale.

        • mistral 24 Ottobre 2013, 15:58

          concordo, e quindi rimane irrisolto il nodo gordiano e imprenditoriale tra la situazione business-professionistica di alcune realtà e social-professonistica di altre… ripeto, il modello irlandese è vincente nella realtà storico-socio-economica irlandese, nel resto del mondo conosciuto si va verso il modello francese ed inglese, pur con tutti i sottili distinguo del caso… e ripeto, non so se sia un bene o un male, lo constato, e spero che i tanto sbandierati “valori” costituenti il rugby possano costituire un ammortizzatore sufficiente alla possibile deriva “etico-morale”…

          • Stefo 24 Ottobre 2013, 16:09

            Ti dico in realta’ il mio problema dei casi Clermont-Nadroga (ma anche Saracens nelle Samoa) e’ piu’ il poaching tramite clausole a 18enni di rinunica alla NAzionale.
            Concordo con te (e non potrei fare altro avendo due figli con doppio passaporto) che il concetto di nazione e nazionalita’ e’ difficile oggigiorno ma penso che certe regole sull’eleggibilita’ debbano venir riviste per non vedere le piccole unions svuotate dei loro talenti da chi puo’ permetterselo.
            Sui club, secondo un club puo’ fare formazione magari non partendo dai piccolissimi ma il modello academy inglese e’ applicabile ovunque, regole che limitino l’abuso di stranieri e quindi spingano sul puntare a sviluppare dando spazi ai 19enni-20enni sono fattibili.
            Se le irlandesi con il 5+1 hanno potuto lavorare in 4 team, io penso che la Francia con 14 team in massima serie ed Europa puo’ lavorare con un che so 9+1 o qualcosa del genere che e’ bene o male il discorso del 55% di eleggibili sul foglio di gara cui si punta.

        • mistral 24 Ottobre 2013, 16:00

          e integro: siamo veramente sicuri che il valore della “nazionale” sia così preminente nel sentimento di tanti giovani?

          • Stefo 24 Ottobre 2013, 16:11

            Intendi il concetto di nazione e nazionalita’ o il giocare a livello internazionale in tornei come 6N/RC/RWC o anche TM?

          • mistral 24 Ottobre 2013, 16:18

            il valore che si da la concetto di “nazione”… quel valore “romantico” che in tempi di globalizzazione vedo sempre più diluirsi e affievolirsi in funzione di appartenenza “altre”: il club, per esempio, nel gioco… la “multinazionalità” ha distrutto interi settori dell’economia reale, noi stiamo parlando di un gioco-business non certamente strategico…

          • Stefo 24 Ottobre 2013, 16:42

            Se capisco bene tu intendi il concetto di Nazionale nel senso di rappresentare La Nazionale come era una volta che e’ stato sostituito dal rappresentare Una Nazionale…ho due passaporti mi basta giocare a livello Internazionale, sia A o B e’ lo stesso e male che vada vado in C e dopo 3 anni gioco per loro. Ho capito giusto?

          • soa 24 Ottobre 2013, 16:47

            Come ha ben detto stefo, non mi riferivo ai vari campese o sexton perché é impensabile di vincolare a vita un giocatore. Il problema è proprio quello dei ragazzini (15-16 anni): se partisse l’esodo di massa da Galles e Irlanda e questi poi venissero convocati nella Francia e nell’inghilterra? Qui entrano in gioco anche i problemi sull’eleggibilità dei giocatori (chiedete agli scozzesi di allan, che è pure italiano eh). Problema dibattuto anche nel calcio (si sarà capito che lo seguo parecchio), il Manchester united ha una stellina che si chiama januzai, un 95 nato in Belgio da genitori albanesi ma con origini serbe e turche, e che gli inglesi vorrebbero naturalizzare (cambia la forma ma la sostanza è la stessa degli equiparati).
            Domanda che esula: c’è un modo per sapere quando uno di voi mi risponde o devo sempre tornare a controllare il post?

          • mistral 24 Ottobre 2013, 16:50

            io vedo sempre più frequentemente che se si è posti di fronte al dilemma ingaggio rilevante-out dal giro della nazionale, anche sei maori da quattrocento generazioni (o gallese) ci pensi molto bene prima di rifiutare… l’età influisce, certo, ma non è determinante… non ritengo che il concetto di “nazione” sia ormai recuparabile, ora si parla solo di cittadinanza, che è una cosa eticamente ben diversa…

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