Cose azzurre: i quattro volti dell’Italia contro il Sudafrica

Un’analisi a freddo di quanto visto in campo sabato a Durban in una partita che lascia molte cose su cui riflettere

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Andria 10 Giugno 2013, 09:17

    Sono tante le cose da sistemare, da rivedere e correggere, Jacques Brunel lo sa molto meglio di noialtri scribacchini. Ma al di là degli errori (subire certe mete in prima fase, anche se davanti hai il Sudafrica, non è accettabile) e delle prestazioni dei singoli quello che nessuno di noi vorrebbe più vedere è quell’atteggiamento mentale dei primi venti minuti, a prescindere dall’avversario che si ha davanti. Ma siamo pronti a scommettere che il ct è il primo a non volere assistere a un bis simile.

    Io adoro questo portale…
    Sarete anche degli scribacchini ma siete i migliori!

    • Giompy 10 Giugno 2013, 09:42

      Anche a me era caduto l’occhio sugli “scribacchini”. Bellissimo termine ormai purtroppo in disuso. E oltretutto il concetto, in cui è inserito il termine, è pienamente condivisibile.

  2. sandruzzo 10 Giugno 2013, 10:37

    Ho visto la partira e quoto in totale quanto letto nell’articolo. In più aggiungo un piccolo particolorare che magari ho notato solo io e che è stata una mia sensazione.
    Chi ha cantato il nostro Inno sarebbe da falciare… vedevi i nostri giocatori cantare l’inno in maniera spenta (diversamente dla solito)… se non sbaglio Castro ha fatto anche qualche smorfia, che io ho inteso proprio come una mancanza di carica (non come la non voglia di cantare l’Inno) che invece solitamente l’inno da quando lo cantano a squarcia gola….

    Certo, non è una giustificazione di quei primi 20 minuti… ma è certo che se scendi in campo non carico le gambe cedono veloci…

    Parere personale…

    • xnebiax 11 Giugno 2013, 00:37

      non é da escludere che abbia influito…
      Inno da 3 mesi di galera per di vilipendio all’inno nazionale tralaltro… la peggiore interpretazione mai sentita.

  3. gattonero 10 Giugno 2013, 10:58

    Mah ,20 minuti per riprendersi da un inno cantato male mi sembrano un po’ tantini penso che 30 secondi siano sufficenti… 🙂

    • Dagoberto 10 Giugno 2013, 11:11

      C’è qualche cosa di vero in quel che dice Sandruzzo, anch’io dal divano ho percepito una strana atmosfera nello stadio, un po’ come accade nelle partite di calcio in quegli stadi con le trombe suonate artificialmente per tutti i 90′. Non so se ci sia stata della strategia organizzativa o cosa, ma l’atmosfera iniziale non era strana e non ideale a caricari gli animi degli azzurri, tutto troppo asettico, quasi come se fosse tutto già scritto, una sorta di incantesimo soporifero dal quale gli azzurri si sono svegliati dopo solo 20′ minuti di sberloni che dal fischio d’inizio i sudafricani hanno cominciato a dare a dx e manca riuscendo a mettere al sicuro il risultato finale (20 a 0!!). Messinscena perfetta degli sceneggiatori SAF?

      • Emy 10 Giugno 2013, 11:34

        Io rispetto le opinioni di tutti, ci mancherebbe, ma voi non state bene!

        • Rabbidaniel 10 Giugno 2013, 12:10

          Eheheh Emy, non sai che un inno cantato male può portare alla sconfitta? Era una delle teorie più in voga fra i giapponesi nella seconda guerra mondiale.

        • ginomonza 10 Giugno 2013, 15:56

          troppo vero quel che dici 😉

          • 6nazioni 10 Giugno 2013, 19:38

            cobra sud-africani

      • Machete 10 Giugno 2013, 11:47

        adesso ci manca che siamo entrati molli per colpa di una serie di incantatori di serpenti messi appositamente dagli organizzatori

  4. sandruzzo 10 Giugno 2013, 12:11

    Attenzione, non ho detto che è stata la causa nella nostra sconfitta. Dico solo che questa cosa abbia influito almeno in minima parte su come sono entrati in campo i giocatori. Tutti voi che siete scesi in campo per una partita di rugby sapete bene che entrare in campo non carichi fa fare ancora più fatica no?

    Non credo assolutamente al complotto, ma certamente il cantante ha cantato l’inno in maniera un po’ “floscia”.
    Credo anche che quel pallone caduto sul calcio d’idizio abbia fatto pensare a molti “iniziamo bene!”….

    Che siamo entrati in campo molli è un evidenza, e quello dell’inno non è certo il motivo principale ma uno componente da vedere insieme a tanti altri fattori… fra cui stanchezza fisica, mentale ecc.ecc.

  5. matteo81 10 Giugno 2013, 12:16

    Ciao a tutti,

    Ho rivisto la partita che mi ero perso e non si puo’ non essere daccordo con l’analisi dell’articolo sopra. I limiti dell’Italia sono tanti, si sono visti tutti nei primi 20 minuti ma credo che alla fine siamo venuti fuori bene, almeno fino a quando non e’ finita la benzina. Ci puo stare se consideriamo la forza dell’avversario, il fatto di giocare a casa loro e la differenza nel momento stagionale. Nei commenti (non solo a questo post ma in generale) si fa spesso un grande uso di se e di ma, se ci fosse stato quello, se avesse chiamato quell’altro, se il nostro movimento fosse …, se, se. Modestamente penso che con questo atteggiamento non si vada da nessuna parte. Intendiamoci spesso i problemi che si citano sono reali e vanno affrontati in un ottica di lungo periodo. La mia obiezione sta nel voler caricare la squadra attuale di questi problemi. I professionisti che scendono in campo adesso non hanno alcuna responsabilita’ rispetto all’assetto federale, al ruolo delle accademie o al rapporto franchigie/FIR, e a mio modo di vedere cercare di leggere i risultati delle partite in un ottica per cosi dire “politica” non credo sia corretto per due motivi. Da un lato si carica un gruppo di professionisti di problemi non direttamente ascrivibili a loro, dall’altro si giustificano i loro errori, e nel contempo non si rende pieno merito per le cose buone che fanno, nel tentativo di trovare un errore supremo, un caprio espiatorio di tutti i beni e tutti i mali che salvi capra e cavoli. Questo e’ tipico di noi italiani e se vi guardate intorno potrete vedere esempi dappertutto senza che io stia a fare l’elenco. Io credo che dovremmo iniziare a valutare le partite per quello che si fa in campo e basta. Gli 80 minuti sono sacri e io credo che sia l’unico modo per rispettarli. Il resto puo andare bene per una polemica tra due partite, per un elezione di organi tecnici e politici, ma la partita va valutata per quello che succede, e si deve cercare di guardare a tutti i piu’ e i meno che un singolo porta in diretta connessione con l’atteggiamento e la performance di squadra. Se continuiamo a voler cambiare tutto dopo una sconfitta in un perenne stato di rifondazione del movimento non si va da nessuna parte. La guerra si fa con i soldati che si hanno non con i giochini sulla carta. Noi non siamo un potenza di questo sport sotto tutti gli aspetti, siamo stati molto bravi negli anni passati a valorizzare una generazione di giocatori all’interno della quale cinque o sei (Parisse, Castro, Ghiraldini, Masi, Periugini, Zanni, Sgarbi) sono sopra la media e un paio dei campioni veri. Adesso siamo in un momento molto delicato dove un ricambio generazionale fondamentale per il futuro si sta avvicinando. Io credo che tutti Giornalisti, Tifosi, Addetti ai lavori, federazione, dovranno stare molto attenti a non buttare alle ortiche il lavoro fatto ed essere bravi ad accettare in maniera costruttiva un probabile calo, speriamo temporaneo, di risultati dopo il mondiale 2015. C’e’ bisogno di tutti per non perdere tutto. E ripeto sara’ fondamentale abbracciare il principio dell’accountability per tutta la catena che produce rugby fino al piu’ veterano dei giocatori.

    • frank 10 Giugno 2013, 12:59

      molto sensato e condivisibile.

    • And 10 Giugno 2013, 14:23

      il problema è che con quei 5-6 abbiamo raccolto poco o niente..

      • gsp 10 Giugno 2013, 14:53

        @and, secondo me abbiamo raccolto quello che era lecito aspettarsi. perche’ oggettivamente avevamo 2 campioni, 6/7 ottimi giocatori ed il resto giocavano in un campionato semipro e di livello troppo basso rispetto a quello internazionale, contro squadre di professionisti. e se avessimo battuto la scozia nel 2007 davvero avremmo fatto la storia.

        ha ragione @matteo quando dice che la trasizione sara’ difficile. ma io sono ottimista perche’ il livello medio di preparazione sara’ sempre piu’ alto al passato e preparato un po’ piu’ al livello internazionale dalla CL. poi i campioni non si producono, ma ci vogliono altre situazioni. ma i buoni giocatori e’ questione di filera adeguata e secondo me sta migliorando anche non essendo adeguata.

        • Skafede 10 Giugno 2013, 15:47

          io sono ottimista perchè i praticanti a livello giovanile crescono di anno in anno. Fra 10 anni avremmo comunque un serbatoio diverso a cui attingere. Il rischio principale è di non avere società abbastanza robuste economicamente e geograficamente distribuite da rispondere alla voglia di giocare a rugby dei giovani nel futuro. Bisogna fare campi e aiutare le società di base, ma lo abbiamo detto tutti in questi ultimi anni.

  6. giobart 10 Giugno 2013, 13:45

    Sicuramente c’è tanto lavoro da fare, ma l’Italia che ha schiacciato il Sud Africa per mezz’ora nella propria metà campo a me ha fatto tanto tanto piacere, e con un po’ più di attenzione la partita finiva 30 – 17.

    • And 10 Giugno 2013, 14:22

      stavo pregustando anch’io una sconfitta soft quando è arrivata la meta di Habana

    • Machete 10 Giugno 2013, 15:07

      magari con un pò più di attenzione dall’inizio non si finiva 20 – 0 all’intervallo

  7. franky 10 Giugno 2013, 13:52

    comunque non stavo seguendo molto in quel momento ma durante la partita munari ha ammesso che tolosa voleva seriamente ghiraldini

  8. Skafede 10 Giugno 2013, 15:00

    Secondo me l’impatto della prima palla persa di Venditti è stato devastante. Sei entrato in campo, e ti trovi subito nei tuoi 22 a subir pressione. Di fronte ad una squadra indiscutibilmente più forte di te la volontà diventa determinante per rimanere aggrappati al risultato, trovarsi a dover rincorrere da subito diventa veramente difficile.
    Partire bene è quindi determinante, andare in vantaggio contro la Francia alla prima del 6N subito ha scritto la storia di quella partita, per portare un esempio in senso opposto.
    Tornando a Durban, appena la mischia ha preso le misure, senza dominare ma combattendo alla pari, la mediana ha avuto lo spazio per giocare, e la partita ha girato un po’.
    Comunque anche nel momento migliore dell’italia, solo un tentativo di sfondare la linea su 5 riusciva, bravi i nostri ragazzi a mantenere il possesso contro una difesa comunque avanzante, e contro cui spesso i nostri ball carrier rimbalzavano. Da questo nascono quel paio di azioni con lunghe multifasi che hanno caratterizzato i primi 25 minuti del secondo tempo.
    Sicuramente superare un paio di volte la difesa saf è costato molto in termini di energie, il crollo finale ne è sintomo.
    Ciò che comunque non è mancato anche in questa partita, certo non la migliore dell’era Brunel, e che è alla base della piccola crescita della nostra nazionale, è una certa solidità nei fondamentali, ormai non solo la mischia ma anche la touche è definitivamente funzionante. Anche l’handling è cresciuto moltissimo negli ultimi 18 mesi.

    • matteo81 10 Giugno 2013, 15:20

      Sono daccordissimo il primo episodio della partita e’ fondamentale. Io gioco, non ad alto livello certo, ma il mood della faccenda si capisce da subito. Il primo placcaggio importante, il recupero sui primi calci, questo setta un po il tono della partita, per non parlare della prima mischia. Molto azzeccato il paragone con la partita Italia Francia e’ perfetto. Il kick off di Michoux fuori ha settato il mood della faccenda… poi se per unora buona vai a sbattere contro dei tram in corsa io non biasimo nessuno se finisce la benzina. Come dice Munari, uno dei tinelli del vecchio grillotalpa a proposito di Perugini a fine carriera, “a mio modo di vedere un giocatore casca sempre inpiedi”. Questi ci mettono il loro corpo, certo son professionisti e pagati per farlo, ma non vanno sminuiti con considerazioni economico-finanziarie i sacrifici che fanno non solo nei 7/8 anni della loro carriera pro ma in tutti gli anni di carriera nelle giovanili ecc ecc. Rispetto massimo per gli sportivi di alto livello!!! (fatti i dovuti distinguo per dopati e farabutti scommettitori e affini)

  9. Skafede 10 Giugno 2013, 15:55

    sull’ultimo SportWeek c’è un bell’articolo sul Trofeo Topolino. Diverte leggere le dichiarazioni degli azzurri sulle loro esperienze da ragazzini, e ricorda a tutti come la strada per l’olimpico è fatta di almeno 8/10 anni di fango, all’Aquila come lungo il Brenta. Quindi massimo rispetto per tutti, e beati quelli che ci arrivano in fondo. Il problema è che ancora da molte piazze la strada proprio non c’è, nemmeno di fango e sassi.

    • Skafede 10 Giugno 2013, 15:57

      Volevo rispondere a Matteo81 sopra, non aprire un nuovo post. Vabbè, sarà l’età.

  10. gian 10 Giugno 2013, 16:03

    articolo condivisibile, personalmente, esclusi i primi 20min (ma fino ad un certo punto), ho notato un SA che non ha mai alzato il piede dall’accelleratore, piuttosto ha guadagnato o perso il pallino del gioco a seconda della nostra intensità, se gli toglievamo spazio la loro potenza era estremamente limitata; rimane il fatto che noi eravamo sempre al limite del fuori giri, mentre loro avevano sempre un po’ di margine da sfruttare nel momento giusto (vedi il buco di habana sui nostri piloni), ma in fondo non straripante, in fondo in fondo più luci che ombre ed un punteggio un po’ troppo punitivo

  11. San Isidro 10 Giugno 2013, 18:31

    Sicuramente non cerco un alibi per gli azzurri, ma vorrei sottolineare una cosa: è vero la prima frazione di gioco non siamo stati brillanti, i primi venti minuti ci hanno martellato, hanno giocato sulla forza della collisione, abbiamo preso due mete facili e non abbiamo fatto grandi azioni d’attacco, però abbiamo placcato, abbiamo menato, abbiamo dato l’anima in difesa, sapevamo quello che ci aspettava e ad ogni modo siamo riusciti ad arginare la marea sudafricana…io ho visto i nostri ragazzi al primo tempo spendersi, placcare come matti, fare una gran difesa in certe situazioni. Avevamo di fronte giocatori devastanti che hanno sulle gambe i ritmi del Super Rugby, per di più un SA con pochi esperimenti e parecchi titolari.

    • gian 10 Giugno 2013, 18:44

      come scrivevo, san, il problema non sono stati loro, siamo stati noi, quando abbiamo cominciato a togliergli spazio e a difendere salendo, improvvisamente non erano più così devastanti e, anche loro, non riuscivano più a morderci immediatamente le caviglie e stopparci il gioco sul nascere, chiaro che ad ogni nostro calo loro ricominciassero a colpire pesante, ma questa è la loro forza, un’intensità continua senza pause, mentre noi i cali li abbiamo; inoltre noi per pressarli eravamo al limite e se lisciavamo un placcaggio o uno dei loro faceva un numero, la seconda linea di difesa era in continuo ritardo e ci prendavamo 30/40 metri, se ci andava bene, e ci aprivano la difesa come una scatoletta di tonno, loro, sui nostri buoni spunti o su i loro errori, avevano già la copertura pronta, perdevano 5/10 metri e poi erano di nuovo schierati al meglio, ma questa è la differenza di cilindrata che nessuno si può nascondere, non una mancanza o errore nostro

  12. malpensante 10 Giugno 2013, 18:48

    Approccio mentale o altro per me la spiegazione dei 20 minuti è tecnica e tattica. La nostra è una buona mischia, ma non più così forte da conquistare una superiorità consistente come in passato e, a volte, fa fatica a stare al passo. Vuoi per il turnover generazionale, vuoi perché i pacchetti di tutti i competitori sono cresciuti. Rispetto al passato, stiamo meglio in mediana e dietro, ma non abbastanza se gli avanti vanno sotto in chiusa e subiscono sui punti d’incontro: non abbiamo le qualità per gestire tatticamente l’inferiorità con la mediana e i trequarti. Come gli avanti girano e c’è qualche palla pulita e con pressione non troppo asfissiante, rimettiamo fuori la testa. Poi, di fenomeni ce n’è rimasto uno solo, e come si dice sopra, quattro o cinque sono i giocatori che potrebbe essere titolari anche nelle prime della classe. Se le cose si mettono male, fuoriclasse e giocatori di livello sanno cosa e come fare, gli altri non hanno la stessa capacità e serve tempo per ritrovare la bussola, sempre che si ritrovi. Il finale è incommentabile, errori individuali inconcepibili e benzina finita. Ma contro i Bocks, e per come è andata, che mancasse il carburante ci stava pure.

    • gian 10 Giugno 2013, 18:58

      in fondo, però il nostro pacchetto ha subito solo in giro per il campo, nelle fasi statiche chi ha mostrato la corda sono stati loro (nei primi 20min 2 mischie, la prima fischiato ingaggio anticipato in mezzo ai pali giusto, ma, forse, fin troppo rapido, seconda in 7 contro 8 in cui abbiamo ceduto sulla seconda spinta, e la meta da touche sempre in 7 contro 8), forse un po’ troppo attendistica la nostra difesa negli ultimi metri (paura del fuorigioco? ordini? sudditanza?), sicuramente abbiamo uno standard inferiore presi uno ad uno, ma l’intensità di gioco europea mi pare inferiore in toto a quella australe

      • malpensante 10 Giugno 2013, 19:21

        Vanno sotto in chiusa vuol dire subiscono, non che vengano asfaltati. Pallacce da tirar su e pressione asfissiante. In giro per il campo, poi, ad esempio le nostre maul non riuscivano neanche a partire. In quelle condizioni o hai una mediana (e il resto) fenomenale o la vita è grama.

        • gian 10 Giugno 2013, 19:44

          l’unica nota che ti facevo è che non mi pareva avessimo subito così tanto in chiusa (esclusi i 10min senza bortolami), piuttosto, come fai notare, sul combattimento in giro per il campo; sul discorso mediana sono assolutamente d’accordo con te, e anche una mediana di qualità superiore alla nostra non sempre ne esce bene se davanti non si regge.
          nei primi 20 min abbiamo sempre giocato retrocedendo, ma più un problema di mischia, mi è parso un problema di pressione fuori che costringeva i primi 8 a tornare indietro e, di conseguenza, a non riuscire ad organizzarsi al meglio e un buon game plain del SA a percuotere non troppo vicino alla nostra mischia, costringendoci a correre e a limitare l’impatto delle nostre terze, poi noi gli abbiamo dato una bella mano con un atteggiamento attendista; per quello che riguarda le maul è vero, da considerare che avevamo di fronte una delle squadre con il pack più organizzato e potente in circolazione (nel club ci siamo anche noi e argentina), quindi un po’ di fatica in più, considerando anche l’inerzia del momento, ci stava; comunque, come sempre, impressioni assolutamente personali, di conseguenza discutibili e che possono essere tranquillamente sbagliate

          • malpensante 10 Giugno 2013, 21:00

            Verissimo, in casa loro hanno il palato fine e li criticano, ma visti dallo stivale oltre alla qualità dei singoli hanno pure un’organizzazione di gioco micidiale, almeno rispetto a noi che anche da questo punto di vista dobbiamo lavorare molto. Per anni ci siamo aggrappati solo e soltanto ad una mischia super (e a mio parere per realismo), per trovare un equilibrio nuovo, oltre che giocatori di valore occorre tempo.

  13. 6nazioni 10 Giugno 2013, 19:43

    nessuno che scrive che sono davanti anni luce rispetto al nostro livello punto.
    finiamolo con queste barzellette dei venti minuti,dell’inno,dello stadio,del complotto della c.i.a,f.b.i e cavolate varie.
    vediamo di vincere con samoa vero brunello.
    SONO SUPERIORI PUNTO.

  14. Giovanni 10 Giugno 2013, 22:13

    La differenza tra il brutto primo tempo ed i 20 minuti arrembanti del secondo, devono averla fatta anche i quattro leccamuffi urlati ai nostri da Brunel all’intervallo, nes pas? 😉

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