Gavazzi disegna l’Italia ideale: “Benetton a Roma e Zebre a Milano”

Intanto bisognerebbe sapere meglio quale sia il contesto in cui tali considerazioni siano state fatte e, quindi, quale parvenza di attendibilità praticabile possano avere. Detto ciò, Gavazzi si sta dimostrando persona molto più propositiva e d’azione di quanto molti avevano pensato al momento della sua candidatura al posto di Dondi, con iniziative ed idee tutt’altro che barbine, dimostrando anche una discreta capacità strategica.
Poniamo anche il caso che si trattasse di una banale boutade al tavolo con alcuni amici, senza quindi alcuna valenza formale e rubacchiata da qualche curioso e presente nella circostanza.
Bene, Il gruppo Benetton ha interessi articolati che si sono estesi dal tessile/moda (ormai non certo baricentrico nel bilancio globale), alla finanza, ai servizi ed alle infrastutture; al di la dell’appartenenza radicale della famiglia al territorio trevigiano, affermare che Roma possa rappresentare un baricentro istituzionale ideale per gli interessi connesi con i diversi business non è proprio un’eresia (tra le tante attività avviate, una, non certo secondaria, ha a che fare proprio con la gestione degli aeroporti romani). Circa la permanenza di un polo rugbystico nel trevigiano e nel veneto, nell’ambito sempre di tale ideale disegno, si sarebbe espresso con analoga convinzione; il Rugby Treviso è una cosa che esiste da circa ottant’anni, il Benetton si è affiancato al rugby, invece, solo da 30. Quindi non ci sarebbe niente di innaturale se da uno dei centri italiani più blasonati degli ultimi 30 anni partisse l’onda per alimentare un progetto di convolgimento delle altre realtà rugbystiche, più o meno storiche, al fine di pervenire ad una terza franchigia veneta (Dogi o altro nome, poco importa) da far competere anch’essa nel PRO12.
Quindi il Benetton come finanziatore di una nuova e diversa franchigia a Roma (cosa diversa da Treviso che si sposta a Roma), dove strutture e pubblico potebbero garantire una palcoscenico allineato a quelli internazionali a cui dall’ingresso al PRO12 ci siamo abituati, con conseguenti maggiori possibilità di sponsorship (il Monigo, per quanto dignitoso e miglior sede ad oggi impiegata nell’alto livello, necessiterebbe di non pochi interventi per lievitare ai livelli delle migliori sedi dei club europei, ma il pubblico potrebbe aumentare proporzionalmente, il bacino trevigiano quale capacità avrebbe di far lievitare adeguatamente pubblico e sponsor per compensare gli investimenti che necessariamente dovrebbero essere messi in preventivo?). Analogo discorso varrebbe per le Zebre le quali, spostata a Milano almeno per gli incontri del fine settimana, potrebbe contare sulla struttura del Vigorelli, attualmente già usata, mi sembra, anche per il football americano, e su un bacino di utenti tali da presumere un pubblico sicuramente più numeroso, oltre che una sede di maggiore interesse mediatico e per gli sponsor. Insomma, se sia solo una chiacchera da bar o meno non lo so, ma come idea non mi sembrerebbe malaccio, ovviamente nell’interesse del movimento tutto, ma anche salvaguardando dignitosamente gli interessi individuali. Mai dire mai ………:-)