Ciao Barone: Andrea Lo Cicero lascia l’azzurro

Caro Parrammatta (il tuo nick mi piace, probabilmente sei un appassionato di rugby australiano), qui il discorso non è incentrato sul fatto che Lo Cicero sia un campione o meno, ma si tratta di celebrare una persona che ha dato molto al rugby italiano, e se avesse potuto gli avrebbe dato pure l’anima. Stiamo parlando di un giocatore simbolo, stiamo parlando di storia. Stiamo parlando di esempio, di valore, di cuore. Ma quanti giocatori italiani hanno vinto qualcosa con il loro club? Parisse che ha vinto? Non riesco a capire il discorso che fai, le qualità tecniche e morali di un giocatore non si misurano in coppe e trofei vinti, quanti grandi giocatori ci sono in circolazione a livello internazionale che però con il club hanno vinto poco o niente? Mi fai l’esempio di McCaw (che è un mito per carità), ma, come si direbbe qui a Roma, “e grazie al ciufolo!”…ne hai preso uno troppo facile e pure di un altro ruolo…dici che Lo Cicero è stato sopravvalutato…è anche stato fatto fuori dal giro azzurro per più di un anno..ma se dal 2000 è stato in nazionale italiana (salvo quella parentesi) non credo che sia stato troppo sopravvalutato!! Scusa, ma poi lo “striminzito titolo con la Rugby Roma” proprio non te lo passo!! Stai banalizzando su un titolo che per vincerlo ci sono voluti 50 anni di generazioni bianconere che hanno sudato, lottato e sputato sangue, e che sono giunte al culmine con la gloriosa dirigenza Speziali di cui Lo Cicero ne è stato uno degli assoluti protagonisti! Stanne certo! Per me il fatto che un giocatore sia stato in più squadre vuol dire solo tanta esperienza, Bologna e Rovigo sono state solo tappe passeggere, a Roma ha avuto il suo momento di gloria e infatti è andato a Tolosa, dove sono cominciati i suoi guai…la scelta di tornare in A2 a Roma (con Lazio&Primavera ti correggo, le due società erano ancora unite, ci ho fatto le giovanili, ne so qualcosa) è stata di sua spontanea volontà, gli serviva una squadra per allenarsi e rimettersi in gioco visto che era nel periodo più buio della sua carriera…e sempre per ironia della sorte era l’unico che veniva dall’A2 ad essere chiamato in nazionale! A L’Aquila è rinato ed è rimasto nel cuore di tanti aquilani..a Parigi, grazie a Berbizier, è praticamente tornato ad essere quel pilone di qualità che era agli inizi della sua carriera…e, tanto per dire che ha cambiato tante squadre, al Racing ci sta da sei anni e, forse questa stagione no, ma nelle precedenti ne era uno degli uomini-chiave…
La cosa bella di Lo Cicero è che ovunque sia andato ha lasciato il segno (a parte Tolosa): è nel cuore di tutti, romani, aquilani, parigini e, anche se è stato un anno solo, se lo ricordano pure i simpatici rodigini (e stare nel cuore di un aquilano e di un rodigino è come essere un santo in paradiso), e a dirti la verità non mi importa che abbia vinto poco (forse gli rode più a lui che a noi), ma mi importa quello che è stato ed ha rappresentato…il valore che ha sempre messo sul campo non vale una manciata di trofei!
ps: scusa Parrammatta, ma mi hai toccato nell’orgoglio parlando dello scudetto striminzito della RR, sei libero di dire ciò che vuoi, ma il tuo commento su Lo Cicero mi è sembrato ingeneroso e semplicistico, ma almeno corretto rispetto a qualcun’altro offensivo