Sei Nazioni U20: il gruppo azzurro per la sfida all’Inghilterra

Ti ringrazio per l’epiteto di politologo, ma non capisco cosa c’entri la politologia. Mi sembra che nel tuo intervento più o meno ripeti gli stessi concetti e ripeto credo che a questo punto un pò tutti si rendano conto del fatto che vada portato avanti un grosso cambiamento della struttura di base, il velo del sistema dondiano è stato tolto, e le idee sono grossolanamente quelle che dici te. E’ ovvio poi che ci vorranno delle soluzioni studiate ad hoc da persone competenti, vedi directors stranieri di esperienza o formazione dei nostri allenatori o “insegnanti” all’estero, insomma importo di conoscenze e strategie, ma la strada per una crescita è inevitabilmente quella. Per quanto riguarda il sistema dondiano non è che io ne sia un difensore, tutt’altro, ma vorrei far notare che Dondi non nasce dal nulla, sono le società italiane che hanno diritto di voto alle elezioni (maggior peso di quelle più blasonate e che giocano in eccellenza) che lo hanno votato e sostenuto ottenendo in cambio favori ed appoggi perciò diciamo che ce lo siamo un pò cercato e che il nostro movimento ha avuto la lungimiranza della cicala. Ora speriamo sia finito il periodo del clientelismo e si guardi meno a interessi miseri e meschini e più a prospettive di miglioramento del movimento in generale che significherebbe attivare un circolo virtuoso. Possono suonare parole un pò astratte, ma le cose stanno banalmente così: senza, come dici anche te, investire sulla base e sul territorio ci ritroveremo sempre più indietro.