Sciame di Vespe sul Mogliano da Challenge: a Londra finisce 71 a 7

Wasps troppo forti: gli inglesi travolgono senza fatica il club veneto con undici mete e vanno ai quarti di finale

COMMENTI DEI LETTORI
  1. San Isidro 12 Gennaio 2013, 18:16

    Stesso identico risultato che hanno preso a Bayonne!! Anche Masi ha purgato…almeno la “mia” Rugby Roma tre anni fa perse all’Adams Park “solo” 50-16!

    • crosby 12 Gennaio 2013, 18:45

      Eh si…solo 50 a 16…Peccato non aver mandato i Pretoriani in Celtic 3 anni fa verrebbe da dire…

      • San Isidro 12 Gennaio 2013, 19:02

        Ciao crosby, hai perfettamente ragione sui Pretoriani, in merito ti riporto una parte di un mio commento recente che ho scritto a Katmandu, che mi aveva chiesto una spiegazione proprio sull’argomento.
        “Ovviamente da romano mi è dispiaciuto non avere una franchigia che rappresentasse il mio territorio, ma ti dico meglio che sia andata così. I Pretoriani si sarebbero dovuti fondare prendendo i migliori giocatori da Rugby Roma, Lazio e L’Aquila (essendo quest’ultima la miglior realtà rugbystica più vicina a Roma), e dove mai saremmo andati in Celtic League? Certo, ci sarebbero stati degli ingaggi e l’arrivo di qualche straniero, ma non penso che ciò avrebbe alzato di molto il livello. Oltretutto la Lazio, essendo salita in Eccellenza il primo anno dell’era celtica, aveva una rosa con giocatori non pronti per quel livello. E ancora, al progetto celtico aveva aderito inizialmente anche l’Unione Capitolina, ma poi è fallita nell’estate del 2009 e ha dovuto far ripartire la sua squadra dalla serie B. E poi nell’estate 2011 è fallita anche la Rugby Roma, e questo lascia riflettere su molte cose…”

        • crosby 12 Gennaio 2013, 19:23

          La penso come te.

        • steve 14 Gennaio 2013, 15:25

          Fa riflettere sul fatto che o hai uno sponsor degno di tale nome (tipo RDS che portò lo scudetto a Roma nel 2000) o sennò lasciamo/te perdere. Ripercorrrendo la storia a grandi linee (non ce la siamo dimenticata): la faccenda dei Pretoriani era solo teoria sulla carta: quel pescecane di Abbondanza, da buon immobiliarista, aveva fiutato l’affare e ha cercato in tutti i modi di solleticare l’affare alla Fir, senza averne i soldi, sperando che questi arrivassero nientepopodimechè dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma (come non avessero avuto già a quel tempo dei problemi economici)..il tira e molla o, gioco delle tre carte, è durato un paio di mesi, poi la Fir si è scocciata perchè Abbondanza non dava garanzie, perchè a sua volta non ne riceveva dalle Istituzioni…All’epoca l’unica ad avere garanzie economiche per la CL era il Viadana, con la dipartita dei Pretoriani entrò Treviso che era da tempo che spingeva per entrare nella partita. Ora, sapendo come sono andate a finire le cose con la Regione Lazio (ladrocinio di tutti i gruppi consigliari con scandali di Moruccio e quel “bosegato” di Fiorito) è stato meglio che finisse così per il rugby italiano, credimi.

  2. maxc 12 Gennaio 2013, 19:47

    partite del genere non hanno motivo di essere giocate e non c’è nulla da imputare ai giocatori del Mogliano o al suo staff

  3. frank 12 Gennaio 2013, 20:23

    qualcuno ha un link dove si possa vedere la meta di Masi?

  4. Katmandu 12 Gennaio 2013, 20:26

    @ san isidro una domanda tu continui a sbandierare le selezioni zonali per giocare in CC magari facendo uno spareggio per la celtic tutte proposte belle e valide se non fossimo in italia la patria dei campanili e del campanilismi
    Ma la domada è questa se non si sono messi daccordo a roma per fare i pretoriani anche senza CL come pensi di fare delle selezioni zonali? Cioè cosa cambia? Bisogna sempre mettersi assieme e in italia stiamo domostrando di non essere capaci di farlo e poi ogni fusione socetaria ha portato solo al rancore e rabbia da parte dei dirigenti e pubblico aironi e questione parma docet

    • San Isidro 12 Gennaio 2013, 23:47

      Kat sono d’accordissimo con te, ne abbiamo parlato anche una settimana fa…il punto è che il progetto per le selezioni non deve partire dalle singole società, ma deve essere un progetto federale, nel senso che dovrebbe essere la FIR a dettare la condizione: “visto che in Challenge Cup con i singoli club non siamo competitivi, allora devono essere create tre selezioni (una per il centro-sud, una per il nord-est e una per il nord-ovest) che prendano i migliori giocatori, anche stranieri, dai club d’Eccellenza dei loro territori corrispettivi”. Ci deve essere massima collaborazione tra gli alti vertici federali e le dirigenze dei singoli club che andranno a organizzare la selezione: si deve lavorare tutti assieme per alzare il più possibile il nostro livello e cercare di raggiungere alti obiettivi, come quello di figurare bene in Europa. Per quanto riguarda i problemi logistici e le difficoltà di creare gruppi affiatati in poco tempo già ne abbiamo parlato. Forse mi dirai che se, ad esempio, oggi avesse giocato l’ipotetica selezione del centro-sud a Londra con gli stessi giocatori del Prato con qualche innesto da Lazio, Fiamme e L’Aquila, forse il risultato non sarebbe cambiato più di tanto..ma metti insieme i migliori giocatori di Viadana e Calvisano, o anche delle squadre venete, secondo me le prestazioni sarebbero ben altre da quelle attuali. Certo, il problema, come dici tu, è uno solo: ci si deve credere e lavorare seriamente tutti assieme, ecco perchè dico che il progetto delle selezioni deve essere dettato dalla FIR, altrimenti difficilmente prenderebbe atto se dovesse essere presentato dai singoli club.
      Per un mio personale interesse seguo molto il movimento argentino e i suoi campionati locali, soprattutto la URBA, e dico seriamente: prendiamo esempio da loro! Campionati semiprofessionistici, ma di grande spessore, una miriade di società solide e ben strutturate che formano innumerevoli talenti (senza nulla togliere alle nostre..). Certo, è anche un discorso culturale, la prima squadra in Argentina si fondò a Buenos Aires nel 1864, grazie alla prima immigrazione britannica. La grandezza degli argentini però sta proprio in questo: un popolo così latino, di lingua spagnola, che ha saputo coltivare con serietà uno sport così anglosassone! E non solo il rugby, guarda la grande tradizione che loro hanno del polo, del cricket o dell’hockey su prato, cioè sport non proprio latini. La cosa ancora più bella è che i loro piccoli club hanno dato moti talenti alla nazionale, giocatori di grandi qualità, come Landajo (CASI), Leonardi e Tiesi (SIC), Postiglioni (La Plata), De La Vega (CUBA), Farias Cabello (Tucuman), Senatore (GER) e altri, che sono stati affiancati ai giganti che giocano nei campionati europei! (hai visto qualche giocatore della nostra Eccellenza fare i TM di Novembre?? al 6N 2012 c’era solo Morisi…) E ancora: per alzare il loro livello hanno deciso di partecipare alla Vodacom Cup (che hanno pure vinto nel 2011!!!) con gli Argentina Jaguars prima, e la selezione dei Pampas XV poi. E di nuovo ancora, per quanto riguarda le selezioni: a Marzo tutti i campionati locali si fermano per dar vita al campionato provinciale argentino, e così nascono le varie selezioni di Buenos Aires, Rosario, Cordoba, ecc..perchè loro riescono in tutto questo? Perchè non cercare di emularli?

      • ermy 13 Gennaio 2013, 14:45

        Concordo San, deve essere un progetto federale, basta club, decide la FIR, in questo diventerei FIRcentrico! 🙂

  5. Gianangelo 13 Gennaio 2013, 08:13

    @ san isidro: Dante con lo stesso numero di parole ha scritto la Divina Commedia. Adesso sai che faccio: prendo la macchina e vado a Calvisano e a Viadana, convinco i rispettivi dirigenti a baciarsi sulla bocca, la stessa cosa la faccio con Rovigo e Padova ed ecco fatte due franchigie.

    • San Isidro 14 Gennaio 2013, 02:03

      ma ti credi simpatico? certo, non sarò sintetico, ma il rugby è una mia grande passione e non mi costa niente spendere qualche minuto a scrivere qualche riga in più del solito, lo faccio solo con piacere…e nessuno è tenuto a leggere i miei commenti, quindi se non ti va, evita di commentare stupidamente! e poi la mia era una risposta per Kat (che è un commentatore serio..). e poi io parlo di selezioni, non di franchigie! informati bene sulla differenza!

      • Da 14 Gennaio 2013, 10:09

        Non pensavo che, ora, bisognasse contare le parole per non subire battute di scherno.. 🙂
        Il discorso che hai fatto, San, mi trova d’accordo. O fai giocare i tuoi giovani in competizioni di livello o non crescerai mai.
        Anch’io so che tra Calvisano e Viadana non corre buon sangue ma, un pò drasticamente, farei presente alle due realtà che delle loro beghe non gliene frega niente a nessuno e, se servisse, sono obbligate a collaborare con la FIR per far crescere il rugby Italiano..

  6. Katmandu 13 Gennaio 2013, 10:27

    @san hai dimenticato un piccolo particolare ma molto influente: noi non non siamo gli argentini noi non abbiamo la componente britannica dei club
    Attnzione non dico che sia un bene ne che sia un male ma quello che dico io è che una cosa che funziona in un posto non è detto che funziona in un altro posto e ti faccio un esempio al momento francia e nz hanno la maggior produzione di qualità di giocatori ma fanno attività di club diametralmente opposte quindi chi ha ragione?
    Per me in italia non siamo in grado di sacrificare il nostro giardino per il bene comune

    • San Isidro 14 Gennaio 2013, 02:33

      Kat hai ragione, noi non abbiamo quella cultura britannica del club che hanno gli argentini, e nè, come dici tu, è detto che un sistema che funzioni in un Paese debba rendere anche in un altro…però guarda che livelli ha raggiunto l’Argentina nel ranking mondiale..adesso, al di là degli innumerevoli talenti (anche non Pumas) che giocano in Europa (tutti tra Top 14 e Premiership, a parte il seconda linea Vallejos che gioca con gli Scarlets), il merito di essere arrivati fin lì dipende molto dalla struttura del loro movimento, e ripeto guarda quanti giocatori dei club locali vestono la maglia dei Pumas. E per questo dico diamo almeno una sbirciata alla loro struttura. E poi la cosa straordinaria del livello raggiunto dai Pumas è che stiamo parlando di una nazione, dove seppur il rugby è seguitissimo e ben radicato, la cultura sportiva dominante è in assoluto rappresentata dal calcio, diversamente da Francia e Inghilterra dove calcio e rugby sono seguiti allo stesso modo..

  7. steve 14 Gennaio 2013, 15:51

    @SanIsidro et al..Cos’è una Franchigia: è la squadra maggiore che rappresenta un territorio composto da tante altre squadre, minori, che sono chiamate a collaborare tecnicamente con la squadra maggiore. La Selezione: è semplicemente una squadra composta da giocatori selezionati per merito che possono provenire da diversi territori. La confusione nel sistema Italia nasce perchè la nostra Nazione è terra, come più volte detto, “di mille campanili”, cioè nessuno vuole essere comandato da un altro, allora la mia opinione è: Selezioni con l’aggiunta dell’aggettivo territoriale (es: Rovigo-Padova-Treviso-Mogliano-…=Dogi; Roma-L’Aquila-…), e parlo da rodigino D.O.C. Insomma in sintesi: le caratteristiche delle diverse squadre devono confluire in un’unica Selezione rappresentativa di tutti, dove nessuno prevale sull’altro..si può fare? Non penso. Perchè? In un territorio piccolo come il Veneto, tra città distanti pochissimi km se paragonate all’Argentina, esistono grandissime differenze culturali e storiche-tradizionale, che neanche in territori dimensionalemte paragonabili come il Galles o la Scozia o l’Iralanda hanno. E allora? Toglierci dalle balle sta pagliacciata della CL, fare un campionato serio da 8-10 squadre, e ricomiciare la rivoluzione dalla base (come era una volta), non dal vertice che ha portato i risultati a cui tutti assistiamo: squadre in CL, HC, CC, non competitive per quel livello, Nazionale eterna incompiuta. Pensierino personale: le cose andavano meglio quando andavamo peggio, fidatevi.

    • San Isidro 14 Gennaio 2013, 16:57

      Ciao Steve, e pensare che immaginavo che tu fossi romano come me, visto che mi hai risposto in modo davvero preciso sulla questione Pretoriani..per quanto riguarda la differenza franchigia/selezione hai perfettamente ragione ed è quello che anch’io ho cercato di spiegare, tant’è che i campionati di club locali si svolgono in parallelo a quelli per franchigie (come la Pro 12). Quando giocano le selezioni locali invece i corrispettivi campionati si fermani (vedi il caso del campionato provinciale argentino). Il mio discorso è riferito esclusivamente alla Challenge Cup: laddove i nostri club non sono competitivi allora sarebbe meglio partecipare con tre selezioni territoriali (una per il centro-sud, una per il nord-ovest e una per il nord-est) che prendano i migliori giocatori, anche stranieri, dai club d’Eccellenza del loro territorio corrispettivo. Come ho scritto sopra, in tutto questo deve però intervenire la FIR: le rivalità societarie devono essere messe da parte per un progetto comune più alto, cioè quello di alzare sempre più il nostro livello e figurare al meglio nelle competizioni europee (perchè così davvero è imbarazzante, e non me ne volere da rodigino..). Inoltre per mantenersi in vita tali selezioni potrebbero dar vita ad un torneo tra loro, con gare di andata e ritorno, nel periodo dei TM invernali e del 6N, tanto, salvo rare eccezioni, non ci sono più giocatori dell’Eccellenza che vanno in nazionale, e quindi non ci sarebbero neanche accavallamenti di impegni per gli atleti. Io non penso che questo sia fantarugby? Basta solo crederci sia ad alti vertici che a livello dirigenziale dei club.
      Mi permetto di farti alcune critiche, però ti prego Steve prendile come un confronto costruttivo tra appassionati ovali:
      1- il discorso che fai sulla differenza culturale/tradizionale tra le realtà rugbystiche venete è vero, ma mi sembra esagerato. Io non conosco direttamente quei territori, ma dai su, in ogni nazione ci sono enormi differenze culturali tra club vicini. Penso alla mia città, alle storie così diverse dei principali club romani (Rugby Roma, Lazio, CUS Roma, Unione Capitolina), hai citato l’Argentina, guarda la differenza storico-culturale tra il rugby di Buenos Aires e quello giocato nelle province interne, o ancora mi dici Scozia, e allora guarda alla grande tradizione del rugby giocato nei Borders così diversa da quello giocato a Edimburgo. Ovunque vai ci saranno sempre tradizioni diverse e sane rivalità, ma ben venga che sia così: il rugby, al di là del gioco in sè, è soprattutto questo!
      2- a mio modo di vedere la Celtic League non è assolutamente una pagliacciata! Tornare indietro sarebbe un regresso! Certo dobbiamo ancora crescere, ma avere due formazioni celtiche (e non mi interessa se queste giocano a Parma e Treviso, mi interessa solo che siano espressione del nostro movimento) ha alzato indubbiamente il nostro livello. E ancora, di tutto questo ne ha giovato indubbiamente la nazionale, visto che quasi tutti i nostri azzurri vengono dalla Pro 12. Giocare il campionato celtico ha permesso ai nostri giocatori di migliorare le loro capacità anche in nazionale! Se fossimo rimasti al Super 10 sono sicuro che i risultati della nazionale sarebbero stati più pesanti (e chissà se avremmo vinto con la Francia, o ancora se avremmo fatto alcune prestazioni di gran livello, vedi le ultime).
      Scusa se ti punzecchio: ma non che non ti piace la Celtic League perchè ci gioca il Treviso e tu sei di Rovigo? Scherzo eh…

      • steve 15 Gennaio 2013, 15:26

        In realtà, personalemte, non mi interessa la CL e le squadre che vi giocano, quindi compreso Treviso e l’altra che non ricordo il nome..Sia chiaro, la CL è una competizione NordEuropea che non ha nulla a che fare con il rugby italiano, e che non porta alcun vantaggio allo sviluppo del nostro sport in Italia, come lo dimostra il fatto che gli sponsor e il pubblico in tv languono, i tesserati e i risultati della Nazionale sono sempre quelli anche con l’entrata da 12anni nel 6N (=non riusciamo a passare il turno al Mondiale!). Di Treviso non mi interessa niente, so tutto a suo riguardo perchè sono informato di riflesso, ma non perchè sia curioso e appassionato a loro…e comunque anche una volta mi interessavo solo quando volevo sapere la formazione che avrebbe affrontato il Rovigo. L’unica cosa che mi interessa del Treviso e del Trevigiano è Casellato, che sogno di rivederlo al Rovigo!

        • San Isidro 16 Gennaio 2013, 02:44

          Ok Steve, dalla tua risposta secca e decisa vedo che siamo distanti anni luce..rispetto il tuo pensiero, ma permettimi di dire che a mio avviso è un modo di vedere le cose molto circoscritto, è ovvio che poi ognuno la pensa come vuole. Credimi, sei la prima persona che sento così negativa sulla celtic, forse perchè non sono mai venuto a Rovigo…con l’entrata al 6N sono cambiate moltissime cose e i passi sono stati soltanto in avanti, sia per il movimento, sia per la nazionale in sè (non soffermarti sui singoli risultati), il mondiale non c’entra niente, passare ai quarti non è una cosa così facile e scontata anche per nazionali superiori al nostro livello..il numero dei tesserati in Italia è aumentato in modo stratosferico in questi dodici anni di 6N, e anche il numero delle società..quindi scusa, ma quello che dici è falso! mi dirai forse che il nostro movimento è cresciuto più in termini quantitativi che qualitativi, ma anche sotto quelli qualitativi il progresso è stato enorme rispetto al passato..certo per crescere dobbiamo fare ancora moltissimo, ma la strada è quella giusta..che la CL poco abbia a che fare con la tradizione italiana è un dato di fatto, ma ci siamo entrati solo per migliorare il nostro livello, cosa che oggettivamente c’è stata, e non capisco perchè non riconoscerla, e mi sembra (correggimi se sbaglio) che tra le franchigie celtiche erano candidati anche i Duchi del Nord-Est (Veneziamestre/Rovigo, progetto non meno ridicolo dei Pretoriani), e vedi che alla fine sono stati presi Aironi e Treviso non per fatti politici o geografici, ma perchè quelle erano le migliori espressioni, qualitativamente parlando, del rugby italiano!
          Steve, non ce l’ho con te singolo, ma pensare che CL e 6N non abbiano fatto bene al rugby italiano, pensare che Treviso e Zebre (ecco il nome! te lo ricordo..) non siano la massima espressione del nostro movimento, e rimanere esclusivamente legati a ciò che accade nel proprio contesto (a quel accade solo a Rovigo nel tuo caso..) è un modo troppo semplicistico di vedere le cose e che sicuramente non fa bene al nostro rugby!
          ps: ora che ti aspetti che farà Rovigo a Perpignan? ti piace vedere sempre la tua squadra così umiliata? (e te lo dico da romano, mi ricordo il 93-0 della Rugby Roma a Sale, l’ 83-8 a Pontypridd e l’82-5 a Londra contro i Saracens..) o magari se lasciassimo da parte gli assurdi provincialismi e tutti i club d’Eccellenza di un territorio si riunissero in una selezione per fare bella figura in Europa? metti adesso i migliori giocatori (anche stranieri) di Petrarca, Rovigo, Mogliano e San Donà..magari a Perpignan perderanno, ma di certo con un altro punteggio, con un’altra motivazione e un altro spirito..se tutti poi la pensano in un certo modo allora squadre come Rovigo continueranno a fare figure imbarazzanti (soprattutto in trasferta, vedi La Rochelle, Gloucester, Bayonne, Worcester, Guernica, ecc.)

          spero comunque saremo d’accordo su altri punti in futuro

          • steve 16 Gennaio 2013, 14:42

            Ti prego di essere più sisntetico, per esprimere un concetto non occorrono km di parole..magari sei laureato in lettere e ti piace scrivere (anche a me) e ti piace esprimere coorrettamente il tuo pensiero e con le giuste parole le emozioni, rischi però di annacquare la prosa e concetti anche importanti risultano leggeri (come il vino “tagliato” con l’acqua). Venendo al merito: non ricordo la faccenda dei Duchi..penso non sia mai esistita, se non nei pensieri di qualche pavido giornalista che parlava a titolo personale perchè qui a Rovigo (inteso come Società e pubblico) siamo stati sempre contrari. La differenza tra me (noi) e te (voi), ovvero, coloro che odiano la CL e coloro che la amano e la credono portatrice di bene e risanatrice di tutti le nostre mancanze-peccati-errori-lacune professionali nel rugby nostrano, non è la differenza tra chi pensa al proprio orticello in senso campanilistico e chi pensa in grande, non è la differenza tra chi pretende il rispetto della tradizione e si oppone al nuovo e alle riforme e chi, invece, rinnega il passato preveggendo all’orizzonte un futuro più radioso..la differenza è la seguente: io (noi) siamo dell’idea che per lo sviluppare il rugby in Italia serva una politica federale più proiettatata verso l’interno del nostro territorio nazionale, sviluppando le società storiche (e ce ne sono tante oltre a quelle del Veneto) portrici delle migliori tradizioni e/o giocatori e creando le premesse per sviluppare la disciplina in tutte le società nuove o seminuove di tutto il territorio Nazionale. Tu (voi), perdonami la parolaccia, ma è solo per essere sintetici, pena la nullità dei concetti espressi all’inizio, credete che il Campionato d’Eccellenza, la Serie A e tutto il movimento rugbystico nazionale sia solo “cacca”, e la salvezza del Rugby italico passa solo attraverso la partecipazione alla CL e alle (magre) partite della Nazionale. Tutto quà. Non penso di essere l’unico, basta dare un’occhiata al forum rugby.it e tutti i tread che vi sono in merito tra chi e pro e chi è contro la CL. Certo che, ora come, ormai la frittata è fatta, e conviene andare avanti con questa storia della CL, ma sono certo che non durerà per sempre…

          • San Isidro 16 Gennaio 2013, 16:08

            Ok, hai ragione, scusami per la prolissità, in effetti non sono laureato in lettere, ma studio filosofia all’università…forse sono stato troppo critco con te e ora, leggendo la tua risposta, convengo su un punto fondamentale: cioè quello di uno sviluppo federale più proiettato verso l’interno del movimento. Io non considero assolutamente l’Eccellenza e la struttura delle nostre serie minori qualcosa di infimo e di secondario rispetto alla celtic..tuttavia sono per una soluzione ibrida: continuare a mantenere l’alto livello con le due franchigie celtiche (che devono essere viste come la migliore espressione qualitativa del nostro movimento) e un maggiore sviluppo della struttura del nostro rugby nazionale.
            Per te (voi) le due cose possono essere incompatibili, ma io (noi) penso (pensiamo) che sia un modo giusto di crescita, e comunque anch’io sono critico con chi guarda solo alla celtic..riguardo all’ultimo punto io dico che un Paese da imitare per lo sviluppo del nostro rugby di base sia l’Argentina (il mio nickname non è casuale), basti guardare a quanti giocatori dei club locali vestano la maglia dei Pumas (e ancora, anche loro hanno cercato di alzare il loro livello facendo partecipare la selezione del Pampas XV alla Vodacom Cup sudafricana). Infine, e la chiudo davvero, pensare ad eventuali selezioni dell’Eccellenza da portare in Challenge, non significa sminuire i singoli club, ma cercare sempre di migliorare il nostro livello e fare bella figura in Europa (cosa che è al momento ci è propio impossibile)…

  8. mezeena10 18 Gennaio 2013, 16:31

    che pipponi..ma scambiarvi la mail no eh???mah!!!potreste tubare in santa pace senza che uno di noi rompiballe vi scocci..

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