Brunel lancia il pallone nei 22 metri della politica: “Fate cultura sportiva”

In una intervista a Repubblica il ct azzurro lancia il suo invito a istituzioni e politici a mettere anche lo sport nel loro orizzonte

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mistral 28 Dicembre 2012, 10:13

    …senza arrivare agli “eccessi” della situazione transalpina, con BL nominato sottosegretario allo sport nel precedente governo, qualcosa in più si potrebbe sperare, non solo per il governo centrale, ma anche per i livelli periferici (finchè durano, perchè mi sa tanto che il federalismo fiscale è belle che morto e sepolto, e ci ritroveremo a marzo con un governo-carrozzone pubblico centralista, centralizzato e roma-dipendente ancora più pesante da trainare…) …va anche detto che il rugby, disciplina-gioco nella quale il rispetto delle regole è valore fondante e condiviso, non può avere, eticamente e filosoficamente, un grande futuro in “itaglia”…

    • mezeena10 28 Dicembre 2012, 10:30

      ma perche è mai esistito il federalismo fiscale??? quoto l’ultima affermazione..qui da me diciamo appunto: “sardigna no est itaglia”!!!

  2. mezeena10 28 Dicembre 2012, 10:19

    brunel presidente del consiglio!!! e non è una battuta..ha totalmente ragione..(certo chi ha a cuore lo sport e ne fa parte queste cose le conosce benissimo e non si scopre certo l’acqua calda)..ora ci verranno a dire che non accettiamo lezioni dai francesi, ma magari avessero colonizzato l’italia!

  3. Stefo 28 Dicembre 2012, 11:27

    Brunel tocca uno dei grossi problemi in Italia cioe’ la mancanza di politiche per lo sport…non inteso sempolicemente come l’alto livello ma in generale come sport=attivita’ fisica.
    Ormai quasi ovunque le politiche “Sports for all” fanno parte delle agende di governo, sport come attivita’ fisica per una migliore qualita’ della vita, per combattere l’obesita’ infantile, la sedentarieta’ delle persone anche oltre una certa eta’ ecc…queste cose in Italia non si vedono, non c’e’ mai un politico od un partito che parli nei suoi programmi dello sport e dell’importanza dell’attivita’ fisica nella vita delle persone, al massimo si vede qualche cosa sulle piste ciclabili a livello locale ma vere e proprie politiche per lo sport che coinvolgano non solo il ministero che gestisce lo sport ma anche ministero dell’educazione e della salute non esistono.

  4. Hullalla 28 Dicembre 2012, 11:36

    Io per lavoro viaggio abbastanza e ci sono MOLTI paesi del terzo mondo dove le scuole hanno migliori strutture, e MOLTO migliori strutture sportive nelle scuole rispetto a quelle italiane.
    E solo una questione di priorita’ e di cultura: in Italia la scuola non e’ per nulla importante e nella (bistrattata) scuola lo sport vale meno di zero, anzi spessissimo e’ osteggiato.
    Per cui strutture sportive decenti ce le sognamo… basterebbero anche quelle da terzo mondo…:-(

  5. M. 28 Dicembre 2012, 11:47

    Sì ma poi il livello medio di preparazione e voglia di fare degli insegnanti di Ed. Fisica è pietoso. E il fatto di tenere la gente a scuola 35-36-37 ore è indecente per un bambino che ha bisogno di giocare, aria aperta e non di essere soffocato di nulla per tutto quel tempo. La scuola non è altro che una baby-sitter e molti genitori questo vogliono.

  6. franky 28 Dicembre 2012, 12:23

    tema molto interessante, inutile dire che i nostri ministeri (scuola sanità gioventù) non hanno mai fatto niente in proposito però vorrei cercare di trovare delle soluzioni
    a mio parere lo sport a scuola come c’è in molti altri paesi in italia è impossibile (se non al lungo periodo) per mancanza di infrastrutture, fondi e interessi vari; quindi bisogna puntare sulla base dello sport italiano : le società, favorendo loro e soprattutto i ragazzi che vogliono giocare perché per le famiglie è difficile sostenere i costi
    la scuola la sfrutterei come mezzo di promozione per i vari sport, per far innamorare i ragazzi al rugby o al basket o a qualsiasi altro sport ma per fare lo sport io punterei sulle società; fin da piccoli dobbiamo abituare i ragazzi andando nelle scuole o organizzando grandi giornate di sport (tipo in un giorno i ragazzi si recano a un impianto e decidono che sport fare fra quelli proposti, ne feci uno qualche anno fa) questa politica di interesse per lo sport ha indubbiamente riflessi positivi sulla società e sulla salute della popolazione

  7. Katmandu 28 Dicembre 2012, 12:31

    Partiamo dal fatto che noi non siamo gli altri paesi
    Partiamo dal fatto che da noi uno segue uno sport quasi mai lo fa
    Partiamo dal fatto che sti poveri cristi di professori sono un costo e non una risorsa
    Partiamo dal fatto che le strutture scolastiche sono leggermente fatiscenti e che NON HANNO IL CERTIFICATO DI AGIBILITÀ
    Partiamo dal fatto che l’italiano non è sportivo per nulla
    Partiamo dal fatto che se uno fa sport decide di andare in palestra (ma che sport è la palestra?)
    Partiamo dal fatto che ci stiamo “obesizzano” e nessuno fa niente per impedirlo
    Partiamo dal fatto che in italia dovremmo ringaziare quei quattro cretini che mettono i soldi perchè ce ne sono sempre meno
    Partiamo dal fatto che c’è tanta gente senza lavoro che è impossibilitata a fare sport, ma anche per spostarsi e per mangiare
    Sommiamo tutto questo a una classe dirigente “allegra” e i risultati sono quelli che sono

    • Hullalla 28 Dicembre 2012, 14:00

      Il gap di strutture scolastiche (non solo, ma anche sportive) non ce lo abbiamo solo con i paesi dell’Europa del Nord, ma anche, molto spesso, anche con i paesi del cosiddetto terzo mondo, che puntano molto sull’istruzione e proprio per questo motivo ce lo stanno mettendo in fiocco.

  8. mezeena10 28 Dicembre 2012, 12:44

    sarebbe gia un passo avanti avere un vero sportivo, un ex atleta professionista, al dicastero dello sport, come peraltro avviene nella maggior parte dei paesi..non vedo perche se alla sanita quasi sempre ci va un luminare della medicina, alle finanze economisti di “provata” fama etc. allo sport sempre uno/a che non ha una minima idea di cosa significhi attivita sportiva..

  9. Hrothepert 28 Dicembre 2012, 13:46

    La cultura sportiva va insegnata e inculcata fin da giovani, l’ ho gia scritto qualche mese or sono, nella scuole, in Scozia, lo sport è obbligatorio, nella mia era obbligatorio il Rugby, i campionati giovanili sono interscolastici, siano essi di Rugby o di Football, tutto è gestito a livello di scuole e non di società sportive “private”, i miei coetani di Barga quando erano ragazzini andavano alla scuola calcio della locale società calcistica, ma era gratis, adesso per i loro figli, pagano, e questo in parte spiega il perchè le società di calcio osteggino il proliferare di discipline sportive diverse,…Buisness, semplicemente…vil pecunia!! Se poi ci mettiamo che in Italia l’ unico periodo (tra tanti mali i pochi aspetti positivi gli vanno riconosciuti) in cui si sono state sviluppate politiche di cultura sportiva è stato il ventennio fascista e che da molti anni a questa parte la classe politico-dirigente di questo paese è sessantottina o post sessantottina il quadro si chiude da se!!

    • Hullalla 28 Dicembre 2012, 13:58

      La maggior parte delle societa’ di rugby in Scozia (e altri paesi anglosassoni) fa attivita’ di minirugby solo al fine settimana, perche’ durante la settimana si fa rugby (o altri sports) a scuola.
      Chissa’ come mai partono gia’ con una base piu’ grande e piu’ preparata…

  10. carlo s 28 Dicembre 2012, 15:12

    Solo la scuola privata o paritaria in Italia, offre ora possibilità di fare sport, ma solo ed esclusivamente a pagamento.
    Le società sportive, che curano i vivai, non hanno soldi, li chiedono ai genitori, cifre anche ingenti e cercano di propinarti il loro merchandising. Spesso non si interessano tanto ai ragazzi ma li condirerano un mezzo per finanziarsi.
    I ragazzi e sopratutto le ragazze pensano che fare sport significhi andare in palestra (a ballare la Zumba) dove c’è posibilità di socializzare. Ha ragione Brunel. Non esiste più una cultura sportiva in Italia. La scuola poi fa profondamente riformata sopratuttuto la scuola primaria e secondaria. Ma come è possibile che un bambino possa stare seduto al banco di scuola 5 ore o più di fila ogni giorno? Ma chi quel genio che ha scritto i programmi per la ns scuola?

  11. giobart 28 Dicembre 2012, 16:11

    Basterebbe 5 ore di insegnamento, 2 di studio ed 1,5 di sport ed il cocktail è fatto

  12. ermy 28 Dicembre 2012, 16:31

    Si, ma per cambiare questa situazione si deve fare un salto quantico! Quindi bisogna affrontare quel che c’è… ecco perchè va rafforzato il movimento di base e va investito invece in strutture private, le societá, dove c’è passione e voglia di comunicare e diffondere… solo così si può sperare di aumentare la base… il resto è utopia!
    Insomma mettiamocela via, il rugby non sará mai uno sport di massa in Italia, bisogna trovare un equilibrio tra élite e base, ma si lavorerá sempre con numeri ridotti rispetto alla necessitá! Proprio per questo non andrebbe sprecato nulla e andrebbero creati programmi specializzati gestiti da veri esperti per le giovanili e per la formazione dei ruoli più specializzati. Una specie di tutoraggio c’è segua quei 5/6 prospetti promettenti per ogni ruolo e lavori alla loro raffinazione… Insomma dalla quantitá alla qualitá! Quindi basta parassiti che succhiano risorse in ruoli non fondamentali e concentrare le stesse verso progetti di alta tecnologia!

  13. lukek27 28 Dicembre 2012, 20:27

    L’articolo a mio avviso centra il punto: la classe politica in fin dei conti rappresenta la società, il problema è che la cultura sportiva in Italia corrisponde a guardarsi le partite di calcio per poi parlarne al bar o sul lavoro. Dunque è normale che in un governo a fare il ministro allo sport ci finisca un politico bravo a parlare anziché uno sportivo che conosce i problemi, noi di sport preferiamo parlarne e basta!

    Purtroppo difficilmente la società può cambiare se stessa improvvisamente senza un input esterno. Quest’input deve provenire da chi ci governerà in futuro, e fa bene Brunel a far sentire la propria voce. Persone come lui con esperienza in paesi dove la cultura sportiva è vera possono aiutare enormemente il nostro paese. E non chiamiamola esterofilia come spesso viene fatto in Italia, perché tutti possiamo imparare qualcosa da qualcuno su un determinato argomento, così come possiamo anche insegnare qualcosa ad altri su qualche altro argomento. E’ semplicemente voler confrontarsi per potersi migliorare.

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