Rugby Championship: gli All Blacks respingono l’assedio, Fort “Eden Park” resiste anche al Sudafrica

In vantaggio grazie a un ottimo avvio, i neozelandesi poi si serrano nella loro fortezza e resistono: provvidenziale Ardie Savea, al suo 100esimo caps

Rugby Championship: gli All Blacks respingono l’assedio, Fort “Eden Park” resiste anche al Sudafrica – ph. Sebastiano Pessina

L’Eden Park resta All Blacks: il primo incontro del Rugby Championship 2025 tra Nuova Zelanda e Sudafrica si è concluso col successo dei padroni di casa, che hanno difeso la loro fortezza di Auckland dove continuano a restare imbattuti.

La vittoria contro i due volte campioni del Mondo è stata possibile grazie a un ottimo avvio, con una meta bruciante e poi una seconda entro i primi 20 minuti. Nel secondo tempo i neozelandesi si sono perlopiù difesi, ma sono sempre stati asfissianti e presenti nei punti d’incontro, riuscendo così a resistere alla maggior parte degli assalti avversari: a questo proposito una menziona d’onore per Ardie Savea, che nel finale conquista un turnover decisivo quando gli Springboks erano a pochi metri dalla meta. Da parte loro i sudafricani sono stati troppo indisciplinati e spesso gli errori arrivavano subito dopo aver fatto le cose giuste. La loro vera arma in questa partita è stata la mischia, ma da sola non poteva bastare.

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All Blacks-Sudafrica, la cronaca

Nella propria fortezza dell’Eden Park gli All Blacks mettono sin dall’inizio le cose in chiaro: cross kick perfetto di Beauden Barrett per l’ala Emoni Narawa, che elude sia Willie Le Roux, sia Cheslin Kolbe e va a schiacciare per la prima meta del match. Già al 3′ la Nuova Zelanda è sul 7-0, grazie alla trasformazione trovata da Jordie Barrett.

Abbastanza fallosi gli Springboks nei primi minuti, che forse non si aspettavano di andare subito in svantaggio, concedendo anche un penalty al 7′ (che Barrett da lunga distanza non trova). Soltanto dal 10′ in poi gli ospiti riescono a mantenere un po’ di possesso e spostare il gioco nella metà campo dei neozelandesi; l’aggressività degli All Blacks è però asfissiante e anche il Sudafrica è costretto ad arretrare.

Il ribaltamento di gioco è tutto a vantaggio dei neozelandesi, che giocano veloce da touche per Will Jordan. L’estremo fa tutto lui: supera Malcolm Marx, elude un altro tentativo di placcaggio e si lancia in meta. Dopo il primo quarto di gara gli All Blacks sono sul 14-0; il Sudafrica in difficoltà cerca di rallentare il gioco e affidarsi a una delle sue certezze: la mischia. La prima linea degli Springboks vince l’impatto e con Handre Pollard centra il penalty per i primi 3 punti. Il numero 10 sudafricano al 25′ ha una nuova occasione per piazzare (dopo ostruzione avversaria) ma non trova i pali: si resta sul 14-3.

I minuti successivi scorrono più lenti tra duelli al breakdown e aerei, senza trovare guizzi decisivi. Sembra che il primo tempo abbia detto tutto ma all’ultimo minuto Handre Pollard trova un ottimo 50-22: gli Springboks però non ne approfittano, con Marx che non si intende proprio coi saltatori e l’ultima occasione sfuma, si va a riposo sempre sul 14-3.

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La ripresa parte subito con una grandissima occasione per il Sudafrica. Dopo la touche nei propri 22 Finlay Christie rischia il pasticcio perdendo il pallone su cui si avventano gli Springboks: la situazione è confusa, Ox Nche si ruota per schiacciare ma l’intervento provvidenziale di Rieko Ioane tiene alto l’ovale e salva i neozelandesi.

Il Sudafrica sciupa le migliori chance e poi commette quel fallo che non serve: per diversi minuti gli All Blacks hanno un possesso non particolarmente pericoloso, ma Pieter-Steph du Toit interviene illegalmente sul numero 9 avversario e concede un comodo penalty che Damian McKenzie mette dentro (17-3). Poco dopo sono gli Springboks ad avanzare ma è ancora l’indisciplina a punirli: fallo di ostruzione, e nulla di fatto.

Nonostante le imprecisioni i sudafricani non possono certo accettare il tabellino e restano stanziati nella metà campo avversaria. Al 59′ è sempre la mischia, vincente, a regalargli l’occasione per andare in rimessa laterale nei 22. Cobus Reinach commette in-avanti ma stavolta poco male: il pacchetto tuttonero viene letteralmente arato, Kwagga Smith recupera l’ovale e avanza di potenza, poi la carica di Marx finalizza. Al 62′ il Sudafrica trova così la sua prima meta, trasformata da Sacha Feinberg-Mngomezulu.

Quanto di buono fatto viene però sprecato subito: nel ricevere il calcio di ripartenza il Sudafrica commette ostruzione, e gli All Blacks si affidano alla touche come piattaforma di lancio nei 22 avversari. Con il primo tentativo i neozelandesi ottengono la superiorità numerica (giallo a Kwagga Smith), alla seconda il subentrato Quinn Tupaea trova l’angolo di corsa giusto per andare a schiacciare l’ovale. Il vantaggio dei padroni di casa si allunga sul 24-10 grazie alla trasformazione di McKenzie al 68′.

Sempre costretti a inseguire, quello che può fare il Sudafrica è cercare di giocare quante più mischie possibili, l’unica certezza. Proprio al 73′ ne ottengono una dai 5 metri dalla linea avversaria e, come da pronostico, è una sentenza: vantaggio conquistato, gli Springboks giocano con Cobus Reinach che trova il varco nella difesa per schiacciare. Feinberg-Mngomezulu è ancora preciso, i sudafricani tornano a distanza di break (24-17) negli ultimissimi minuti.

Adesso sono gli All Blacks a soffrire e concedere falli: placcaggio alto di Du’Plessis Kirifi e al 79′ il Sudafrica ha una piattaforma d’attacco nei 22 avversari. La touche porta giù bene il pallone ma poi nel breakdown è provvidenziale l’intervento di Ardie Savea (al suo 100esimo caps coi tuttineri) che mette le mani sull’ovale e conquista turnover. Springboks respinti ma ancora pericolosi, serve un altro potente impatto al breakdown per restituire l’ovale ai padroni di casa che lo calciano fuori. L’Eden Park è difeso dagli assalti del Sudafrica: finisce 24-17 per gli All Blacks, ancora in testa alla classifica del Rugby Championship 2025 dopo tre giornate.

Matteo Salmoiraghi

Rugby Championship 2025, terza giornata: formazioni e tabellino di All Blacks-Sudafrica

All Blacks: 15 Will Jordan, 14 Emoni Narawa, 13 Billy Proctor, 12 Jordie Barrett, 11 Rieko Ioane, 10 Beauden Barrett, 9 Finlay Christie, 8 Wallace Sititi, 7 Ardie Savea, 6 Simon Parker, 5 Tupou Vaa’i, 4 Scott Barrett (c), 3 Fletcher Newell, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot.
A disposizione: 16 Samisoni Taukei’aho, 17 Tamaiti Williams, 18 Tyrel Lomax, 19 Fabian Holland, 20 Du’Plessis Kirifi, 21 Kyle Preston, 22 Quinn Tupaea, 23 Damian McKenzie.

Marcatori All Blacks
Mete: Narawa 2′, Jordan 18′, Tupaea 67′
Trasformazioni: Barrett J. 3′, McKenzie (19′, 68′)
Punizioni: McKenzie 50′

Sudafrica: 15 Willie Le Roux, 14 Cheslin Kolbe, 13 Jesse Kriel (c), 12 Damian de Allende, 11 Canan Moodie, 10 Handre Pollard, 9 Grant Williams, 8 Siya Kolisi, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Marco van Staden, 5 Ruan Nortje, 4 Eben Etzebeth, 3 Thomas du Toit, 2 Malcolm Marx, 1 Ox Nche.
A disposizione: 16 Jan-Hendrik Wessels, 17 Boan Venter, 18 Wilco Louw, 19 Lood de Jager, 20 Kwagga Smith, 21 Cobus Reinach, 22 Sacha Feinberg-Mngomezulu, 23 Ethan Hooker.

Marcatori Sudafrica
Mete: Marx 62′, Reinach 73′
Trasformazioni: Feinberg-Mngomezulu 63′, 74′
Punizioni: Pollard 22′

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