Italia-Brasile: 5 ragazze all’esordio mondiale, da qui riparte il futuro azzurro

Sarà la prima presenza in un match di Coppa del Mondo: ecco cosa serve a loro (e alla Nazionale) per fare il salto di qualità e aumentare la profondità della rosa

Italia-Brasile: 5 ragazze all'esordio mondiale, da qui riparte il futuro azzurro (ph. Federugby/Gregory Sabin)

Italia-Brasile: 5 ragazze all’esordio mondiale, da qui riparte il futuro azzurro (ph. Federugby/Gregory Sabin)

Il Mondiale è andato, ma c’è ancora una partita da giocare e soprattutto c’è bisogno di darle un senso: il Brasile, sulla carta, non sembra avere i mezzi per impensierire l’Italia, ma il match di Northampton serve a Fabio Roselli e alle Azzurre per ricostruire il futuro. Non è un caso che il tecnico abbia deciso di dare spazio alle ragazze che fino a questo momento non avevano mai giocato: alcune sono più giovani, altre più esperte, tutte hanno delle qualità ma hanno bisogno di superare un ulteriore scalino per essere impiegate ad alti livelli, e questa può essere una prima occasione. Il discorso sulla profondità della Nazionale è sempre vivo, e nonostante degli evidenti miglioramenti il risultato non è ancora stato raggiunto, soprattutto in alcuni ruoli chiave: infortuni ed esigenze di turnover permetteranno a 5 ragazze di giocare per la prima volta una partita del Mondiale, e chissà che non possa essere un trampolino di lancio per il futuro.

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Italia: le 5 ragazze all’esordio mondiale contro il Brasile

Giada Corradini

L’esordio il 9 agosto contro il Giappone, poi la convocazione al Mondiale 2 giorni dopo. Ma non era una sorpresa, perché Giada Corradini è l’esemplificazione del significato della parola “percorso”. Si è presa i suoi tempi per migliorare, ha giocato nell’Italseven, ha giocato (bene) nell’Italia under 20 come fuoriquota, ha saputo aspettare e alla prima occasione con la Nazionale maggiore ha dimostrato di poter stare a questo livello. Considerando che Rigoni e Sillari non sono eterne e che per ora l’unico centro giovane che ha avuto minutaggio è stata Mannini, serve almeno un’altra giocatrice per un primo ricambio generazionale, e tutto porta proprio a Corradini, 23 anni, che intanto dopo tanti anni a Colorno si trasferirà in Francia per giocare con Montpellier. È un centro che sa dare avanzamento palla in mano, ma è dotata anche di qualità atletiche e di una buona attitudine difensiva: può e deve crescere ancora, e chissà che al prossimo Sei Nazioni non arrivi l’occasione.

Alessandra Frangipani

È nel giro della Nazionale da oltre 3 anni (esordio nel 2022 in Francia-Italia al Sei Nazioni) e finora ha raccolto 12 caps, quasi sempre da subentrata. Tanti test match, il WXV e qualche apparizione al Sei Nazioni, ma una vera opportunità ad alto livello, anche per la concorrenza spietata (Duca, Tounesi e Fedrighi, oltre a Locatelli che può scalare in seconda) non l’ha ancora mai avuta, e la vetrina Mondiale contro il Brasile e la necessità di costruire ulteriore profondità rappresenta un’occasione importantissima per la seconda linea di Villorba. Per fare il salto di qualità le serve una grande partita e soprattutto imparare ad usare nel modo giusto la sua fisicità a contatto, diventando più concreta palla in mano e più efficace in fase di pulizia nel raggruppamento. Col Brasile la 22enne azzurra giocherà titolare, al fianco di Valeria Fedrighi.

Laura Gurioli

Era in lista gara già con il Sudafrica, ma non era entrata. Laura Gurioli, classe 1995 e 16 caps in azzurro, in Nazionale è arrivata tardi (2023) dopo un progressivo percorso che l’ha portata dalla terza alla prima linea. Da questo percorso Gurioli, protagonista degli ultimi due scudetti di Villorba, si porta dietro delle ottime capacità fisiche e una buona lettura del gioco: per fare il definitivo salto di qualità e imporsi ad alto livello deve completare l’adattamento al ruolo di numero 2, migliorando soprattutto il lancio. Potendo vantare già una certa esperienza, avendo vinto 3 scudetti in carriera ed essendo una giocatrice riconosciuta e stimata da tutto il gruppo, ha tutti i mezzi per fare il definitivo salto di qualità di cui l’Italia ha bisogno per avere un’alternativa nel ruolo di tallonatrice.

Alessia Pilani

Classe 1999, un bruttissimo infortunio alle spalle e un’avventura in Francia (allo Stade Bordelais) che la aspetta alla fine del Mondiale. La prossima, per Alessia Pilani, può essere la stagione della consacrazione: ha iniziato tardi, a 17 anni (dopo 11 di ciclismo), ha capito di avere nel DNA la battaglia in mischia e ha dei mezzi fisici che per una Nazionale che soffre la collisione possono essere potenzialmente devastanti. Ha ancora bisogno si “sgrezzarsi”, soprattutto in mischia ordinata, e questo è un percorso che potrebbe portarla a prendersi la maglia della Nazionale: una cosa di cui ha bisogno lei, ma anche il gruppo azzurro, che in prima linea continua ad essere abbastanza corto. Se continua a crescere, a destra potrà fare la differenza.

Gaia Buso

Classe 2002, Gaia Buso è un utility back: gioca ala, centro e può fare anche la numero 9. Ha giocato nell’Italseven e ha 3 caps con la Nazionale maggiore: è una giocatrice rapida e difficile da placcare, e la sua duttilità può essere un importante valore aggiunto. Per fare definitivamente il salto di qualità – dopo qualche infortunio di troppo che le ha complicato le cose – deve migliorare nella lettura del gioco e nel decision making. Dopo tanti anni a Colorno, alla fine del Mondiale tornerà a Villorba, dove proverà a ritagliarsi più spazio possibile anche tra le fila delle campionesse d’Italia.

Francesco Palma

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