Il mediano biancoverde si è raccontato in una lunga intervista a Planet Rugby

Jacob Umaga: “Coi Wasps mi strapparono un pezzo della mia vita, ora vorrei restare in Italia”
Dopo l’incubo, la rinascita: dopo aver dato tutto per i Wasps, Jacob Umaga si è ritrovato improvvisamente senza squadra durante quel biennio di follia che ha fatto fuori 3 squadre di Premiership in 12 mesi. Un trauma vero e proprio, come raccontato dallo stesso Umaga a Planet Rugby: “È come perdere un pezzo della propria vita. Per me il club rappresentava molto, era la mia casa, vivevo a 10 minuti da Coventry. Come giocatore di rugby, non augurerei a nessuno di vivere un’esperienza simile, quello che abbiamo dovuto affrontare noi, così come Worcester e London Irish… Amavo quel club da anni e, in appena 17 giorni, mi è stato strappato via”.
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Come raccontato a Planet Rugby, nel momento più buio è arrivata la rinascita. C’erano tante offerte, soprattutto da altri club di Premiership, eppure Umaga ha fatto una scelta completamente diversa: il Benetton e lo URC.
“Sono diventato padre, ho sposato la mia compagna. Non sono sicuro che queste cose sarebbero successe se fossi rimasto in Inghilterra. Quindi sì, anche dalle situazioni peggiori può nascere qualcosa di buono. Amo profondamente essere padre. Se il mio viaggio nel rugby finisse domani, sarei comunque felice di essere diventato papà, anche quando ti svegli alle due o alle tre del mattino sei comunque felice quando vedi il volto di tuo figlio. So che per altri può essere faticoso, ma io vedo solo gioia” ha raccontato Umaga.
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Sempre parlando di famiglia, il giornalista di Planet Rugby ha posto una battuta a Jacob, facendogli notare che se il figlio decidesse di giocare a rugby potrebbe rappresentare l’Italia: “Io lo indirizzerò verso il golf però, perché lì ci sono più soldi” ha risposto scherzando Umaga. Poi, facendosi più serio, ha proseguito parlando del suo futuro: “Ho ancora un anno di contratto, ma anche la mia famiglia vorrebbe restare. Con la situazione attuale che viviamo nel rugby serve stabilità. Ci piace vivere in Italia, stiamo imparando la lingua e abbiamo costruito una piccola comunità attorno a noi”.
Il mediano inglese di origini samoane ha poi raccontato l’avvicinamento alla delicatissima sfida di venerdì contro Munster: “Nei momenti decisivi, sappiamo accendere l’interruttore, come abbiamo dimostrato lo scorso anno. Abbiamo parlato tanto della sfida contro i Bulls, di quanto siamo andati vicini alla semifinale nella scorsa stagione”.
Umaga ha solo 26 anni, ma sta già pensando anche al futuro, seguendo l’esempio del padre Mike Umaga e dello zio Tana Umaga, ex all Blacks e oggi allenatore dei Moana Pasifika: “È una cosa a cui penso da quando ho iniziato a giocare. Mio padre ha sempre dato importanza al ‘dopo’ e anch’io vorrei diventare allenatore. Vedo il gioco in un certo modo, mi piacerebbe trasmetterlo. Penso a schemi, strategie e come attaccherei se fossi coach. Ho ancora 10 anni davanti, spero, ma sto già preparando il futuro” ha concluso Jacob.
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