Sudafrica: Rassie Erasmus racconta la genesi della Bomb Squad

Tutto risale al 2019 e a una piccola sala riunioni

Rassie Erasmus

Sudafrica: Rassie Erasmus racconta la genesi della Bomb Squad – ph. S Pessina

L’allenatore degli Springboks Rassie Erasmus ha parlato di come la Bomb Squad è stata creata durante la vittoriosa campagna mondiale del 2019 in Giappone.

Questa tattica ha giocato un ruolo cruciale nei recenti successi degli Springboks, con la panchina che è stata utilizzata come una vera e propria ‘arma’ per logorare gli avversari.

L’idea della Bomb Squad non è solo quella di schierare una panchina con tanti giocatori di mischia coinvolti nelle formule 6-2 o 7-1, ma anche quella di far sì che i titolari possano dare il massimo nella prima parte di gara, mentre il sostituto entra e fa lo stesso nel tempo rimanente.

Tutto ciò è stato particolarmente funzionale agli obiettivi di Erasmus, che comunque ha sempre potuto disporre di un parco giocatori molto forti, praticamente al pari livello dei titolari. All’epoca, l’allenatore aveva due blocchi di prima linea con una piccola suddivisione dei giocatori in termini di qualità.

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Rassie Erasmus: “Preferiresti essere in campo all’inizio della partita o essere lì quando suonerà il fischio finale e verrai applaudito perché hai vinto?”

Erasmus ha ripercorso la creazione della Bomb Squad durante l’ultimo podcast Rassie+, accanto a lui Steven Kitshoff , che secondo l’allenatore ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione di questa tattica.

“Rassie ha convocato tutti i presenti della prima linea, io, Malcolm Marx, Vincent Koch, Beast Mtawarira, Bongi Mbonambi, Frans Malherbe e Thomas du Toit, e tutto si è svolto in questa piccola sala riunioni”, ha detto Kitshoff. “Ha fatto un discorso e ha chiesto: ‘Preferiresti essere in campo all’inizio della partita o essere lì quando suonerà il fischio finale e verrai applaudito perché hai vinto? E ricordo che Beast si alzò e disse: ‘Coach, voglio essere in campo fin dall’inizio’.'”

Queste domande tra il coach e i suoi giocatori sono stati alla base della suddivisione dei compiti. Eramsus ha raccontato di aver avuto anche atteggiamenti di rabbia quando era giocatore e vniva sostituito: “Volevo essere in campo quando avremmo vinto, ho voluto mettere le mani avanti e ricordo di avervi fatto quella domanda. L’ho girata in modo carino. Pensavo che tutti e sette avreste creduto in questo, e ho detto, ‘Preferireste cantare l’inno o vorreste essere in campo quando suonerà il fischio finale?’ ”

Rassie Erasmus: “In realtà penso che se i giocatori non ci avessero creduto allora, la cosa non sarebbe iniziata”

Steven Kitshoff ha rivelato di non aver avuto preferenze sul fatto di essere titolare o meno, mentre Mtawarira è stato abbastanza irremovibile sulla maglia da indossare: la numero 1 senza se e senza ma.

Sebbene Mtawarira non abbia accettato l’idea di partire dalla panchina, Kitshoff ritiene che il ruolo di titolare si adattasse meglio al veterano Bok. “Giustamente”, ha detto. “Beast è stato bravo e passionale fin dal primo minuto; ha dato il massimo e ha giocato bene.”

Dopo 6 anni Erasmus ritiene che se quell’incontro si fosse svolto diversamente, la tattica della Bomb Squad non sarebbe mai stata efficace.”In realtà penso che se i giocatori non ci avessero creduto allora, la cosa non sarebbe iniziata”, ha aggiunto. “Perché chi scegli tra Kitshoff e Beast? E tutti i piloni che c’erano e i ragazzi che ci giocano ora?”

Kitshoff ha concluso dicendo: “Penso che se in quella piccola sala riunioni non avessi detto ‘Non mi interessa se ho la numero 17’ perché potresti anche giocare 40 minuti, non avrebbe mai funzionato”.

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