Irlanda-Nuova Zelanda-Irlanda: una rotta piena di sogni e talento. L’elogio di Andy Farrell
Nell’Irlanda che domani affronterà il Galles a Dublino, c’è una storia che domani potrebbe vivere, in caso di debutto, un capitolo speciale del suo incredibile sviluppo: quella del pilone dei “Verdi” Oli Jager.
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L’incredibile storia di Oli Jager
Nato nel 1995 a Londra Oli Jager, figlio di mamma irlandese e papà olandese, con quest’ultimo peraltro nazionale “Orange” di pallanuoto, inizia a giocare a rugby venendo selezionato per l’Under 18 nazionale degli istituti scolastici ma mancando, nel 2013, l’ingresso nella Leinster Academy.
Un brutto colpo da subire, che però non abbatte l’avanti, il quale decide di lasciare l’Irlanda per trasferirsi in Nuova Zelanda, dove approda alla Crusaders International High Performance Unit, con la quale inizia un percorso di sviluppo che lo porta successivamente a giocare nei club della zona di Canterbury con il New Brighton RFC.
Da lì è tutto un crescendo sino al debutto nel Super Rugby, nel 2017, sotto la guida di Scott Robertson, l’attuale allenatore degli All Blacks, e i titoli vinti in serie.
Poi un altro switch nella sua carriera: il ritorno nell’Emisfero Nord, in Irlanda, al Munster, con il quale si mette in luce venendo convocato per il Sei Nazioni. E ora la grande chance, partendo dalla panchina, di compiere il suo debutto internazionale.
“La prima cosa che voglio dire – ha affermato Andy Farrell – è che è sempre un piacere avere la possibilità di far debuttare qualcuno a livello internazionale. Se lo tenevano sott’occhio? Si, io e lo staff abbiamo avuto una chiacchierata con lui durante il nostro tour in Nuova Zelanda nell’estate 2022. Quando è venuto con noi in Portogallo, nell’ultimo ritiro di preparazione, ne abbiamo capito le doti: ha una fisicità molto particolare, pur essendo strutturato si muove comunque in maniera agile. E’ un grande uomo: i suoi baffi – scherza Farrell – dicono tutto. Non vediamo l’ora di vedere cosa potrà darci sabato”.
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