Rugby World Cup: tutto quello che è successo nei quarti e il programma delle semifinali

Faccio una breve disamina. Questi quarti di finale sono stati spettacolari soprattutto sul piano dell’equilibrio. Delle 8 squadre tutte sarebbero potute andare in semifinale senza aver rubato niente (a parte l’Inghilterra) e le partite si sono tutte decise su piccoli dettagli. Irlanda-Nuova Zelanda e Francia-Sudafrica, in particolare, sono stati dei veri spot pubblicitari per la palla ovale, data l’intensità e la ferocia dimostrata. Un plauso ai sudafricani che pur giocando una partita estremamente fisica, hanno deciso di non targettare Dupont in maniera feroce. Rispetto prima di ogni altra cosa. Questi mondiali ce li ricorderemo a lungo, così come a lungo dovremo interrogarci sul fatto che ci siano 4 squadre di un livello superiore alle altre che però si sono incontrate nei quarti, oltretutto spendendo tantissime energie che potranno pesare sulle semifinali e sulle finali. Però, di fronte ad un rugby sempre più intenso, veloce e feroce, abbiamo, per contro, un grosso problema: gli arbitraggi. Io non credo (a parte Raynal) che ci sia un problema di sudditanza o di piani prestabiliti (questo proprio mi rifiuto categoricamente di pensarlo) e non credo che sia nemmeno un problema di nomi. Sono convinto che Poite o Nigel Owens, tanto per citarne due, avrebbero avuto gli stessi problemi. È che il gioco sta diventando sempre più difficile da arbitrare perché o fischi tutto e praticamente smetti di giocare, o la squadra più scorretta tra squadre tutte scorrette ne avrà un vantaggio. E allora, siccome non bastano 4 arbitri più il fantomatico bunker per arbitrare degnamente, occorre, secondo me, cambiare alcune regole. Ad esempio, i fuorigioco delle squadre in difesa sulke ruck che ho visto a questo mondiale non si contano. Per carità, bello vedere i placcaggi dominanti, ma quando un difensore parte prima che il pallone sia uscito dalla ruck è facile essere dominanti. E allora, come dissi tempo fa, sarebbe opportuno che si rivedesse questa regola: i difensori devono stare un metro dietro l’ultimo uomo in ruck. Ruberanno lo stesso qualche decina di cm, ma almeno, se ci deve essere luce tra l’ultimo della ruck e la linea di difesa si nota molto meglio. Tutto questo balletto sui placcaggi alti e cartellini: si impone che il placcaggio si faccia dallo sterno in giù altrimenti è fallo, tanto più grave quanto più si va alto. Le pulizie nelle ruck che sono incontri a metà tra il wrestling e il judo: si va solo di controruck, chi spinge di più conquista la palla. Il contrasto sul gioco aereo: si salta sul posto, questo comporterebbe anche una maggiore precisione del calciatore che alza la palla in modo da fare arrivare il proprio giocatore non in lungo, ma direttamente a contendere il pallone sul posto. Poi ce ne sarebbero molte altre, ma se non si semplificano le regole sarà sempre più difficile arbitrare, con tutte le problematiche del caso