La World Cup raccontata da dietro il microfono: Francesco Pierantozzi e Andrea De Rossi analizzano la Coppa del Mondo

I due commentatori Sky esaminano il torneo visto finora e rivendicano la loro idea di informazione ovale

Rugby World Cup 2023, intervista a Francesco Pierantozzi e Andrea De Rossi

LIONE – Le scorie del match perso dall’Italia contro la Nuova Zelanda sono ancora presenti ma la Rugby World Cup va avanti, soprattutto per gli Azzurri di Kieran Crowley attesi dall’ultimo match della Pool A contro i padroni di casa della Francia, ma anche per Francesco Pierantozzi e Andrea De Rossi che trasmettono tutto l’entusiasmo che li pervade nel commentare un evento come la Coppa del Mondo per Sky Sport.

E non solo, anche una precisa idea di come fare informazione, perché secondo Francesco Pierantozzi le critiche sono onnipresenti, alcuni dicono che il rugby è bello ma non si capisce, altri appassionati non amano la divulgazione perché sostengono che il nostro sia uno sport maturo e non ci sia bisogno di spiegare cose note ogni volta. La prima voce di Sky crede invece che si debba ancora allargare il numero degli appassionati, divulgare e coinvolgere più persone possibile.

Francesco e Andrea, come giudicate dal punto di vista tecnico il gioco espresso in questa Rugby World Cup, ci sono delle novità sostanziali o ritorno ai fondamentali? 

Francesco Pierantozzi: “Per me il ritorno al grande classico della contro-ruck è paradossalmente una delle novità del torneo, vedo placcaggi duri e giocatori che vanno subito a spazzare. Negli ultimi anni si cercava invece solo di recuperare il pallone a terra per evidenziare il tenuto del placcato, adesso per evitare di essere puniti da calci di punizione si punta nuovamente alla contro-ruck, che era una cosa molto in uso nel passato, con il famoso detto rugbistico: ‘tutto quel che è a terra è erba’. Noto anche una tendenza generale ad avere meno paura di sbagliare rispetto alle scorse edizioni.”

Andrea De Rossi: “Sì è vero. Io di grandi novità non ne vedo, anche se il regolamento che è cambiato molto negli ultimi anni e ad ogni regola nuova le squadre hanno fatto da contrappeso con un adattamento, anche rispetto alla sempre più attenta prevenzione degli infortuni.
Per esempio negli anni scorsi diversi allenatori evitavano di far entrare nel breakdown i loro giocatori per non prendere calci contro, e invece ora si è pensato alla contro-ruck.”

Pierantozzi: “Aggiungo che secondo me è migliorata molto anche la difesa della maul da rimessa laterale, prima il drive era un’arma quasi imbattibile, ora riescono a contrastarla maggiormente.”

De Rossi: “Sì sono d’accordo, ma pure questa ‘novità’ è causata da un cambio di atteggiamento degli arbitri che ha avvantaggiato la difesa, ci sono molte squadre che ne hanno beneficiato, anche sorprendenti come il Portogallo e l’Uruguay, squadre che fisicamente sono forse più indietro ma che riescono a difendere il drive.”

Leggi anche: Rugby World Cup 2023: dove e quando si vede Italia-Francia in tv e streaming

Quali sono le sorprese più gradite della Rugby World Cup e quali le delusioni finora?

De Rossi: “Fiji in assoluto e Scozia sorpresa delle grandi.”

È d’accordo sul XV del Cardo Francesco Pierantozzi: “Finn Russell è di certo il miglior passatore tra i numeri 10, orchestra l’attacco della Scozia alla perfezione.”

Riprende Andrea De Rossi: “Invece le Fiji sono fantastiche, sono una sorpresa relativa poi, con giocatori dalle abilità fisiche e atletiche pazzesche, dotati di skills sublimi e anche di grande disciplina. Pur considerando che hanno anche perso l’apertura Kaleb Muntz che aveva cambiato il loro modo di giocare e che se ci fosse stato contro il Galles avrebbero vinto anche quella partita.”

Francesco Pierantozzi: “Per me la vera sorpresa è un super Warren Gatland che dimostra di essere il più grande allenatore del mondo. È arrivato in una condizione tremenda e ha saputo rimettere a posto la squadra cambiando molti giocatori in modo perfetto. Poi non posso non citare il miglior giocatore del torneo per me fino adesso che è Bundee Aki. Di lui e non solo si parla con grandissimo rammarico in Nuova Zelanda, non si capacitano di giocatori come Jamison Gibson-Park, James Lowe e Bundee Aki si siano persi nei radar del movimento neozelandese. La sorpresa negativa invece non può non essere l’Australia ma bisogna anche tenere conto del fatto che ha perso due piloni destri titolari.”

Interviene Andrea De Rossi: “Non solo questo però Francesco, Eddie Jones ha azzardato troppo nel fare un cambio generazionale a un mese dalla Coppa del Mondo, togliendo tutti i leader, tutte le prime scelte, pensando che i veterani non fossero giocatori in grado di fargli vincere il torneo. Aggiungo che non è vero che sta programmando per il 2027, è solo una scusa a mio parere.”

Francesco Pierantozzi ora allarga l’orizzonte: “Un altro aspetto da evidenziare è che non ci sono più squadre tappeto, anche la Namibia maltrattata dalla Francia, poi contro l’Uruguay per i primi 45 minuti ha fatto una buonissima partita e per giunta senza qualche giocatore fondamentale come Johan Deysel squalificato. Non ci sono più squadre disastrose e quindi l’idea di aprire a più squadre la Coppa del Mondo può non essere sbagliata. Sicuramente tante nazionali hanno bisogno di più confronto con le più forti.
Stare insieme per un determinato periodo migliora certamente le prestazioni dei giocatori: la Namibia è migliore da quando è iniziato il torneo. Questo confronto tra prima fascia e seconda fascia è faticoso ma inevitabile.”

Sono quasi concluse le Pool e si intravedono le fasi a eliminazione diretta, quale squadra vedete favorita per la vittoria finale?

Risponde Andrea De Rossi: “Senti, anch’io all’inizio mettevo sullo stesso piano le quattro favorite come tutti: Sudafrica, All Blacks, Irlanda e Francia soprattutto perché gioca in casa ed è una squadra molto fisica. Però la partita Sudafrica-Irlanda mi ha particolarmente impressionato, ora penso che l’Irlanda abbia qualcosa in più rispetto a tutte le altre squadre viste fino ad oggi.

Potete raccontarci qualche aspetto del vostro lavoro di commentatori? Come preparate le partite?

Prende la parola Francesco Pierantozzi: “Io mi ispiro nella preparazione della partita a Bill McLaren, il celeberrimo commentatore della BBC, e ripeto esattamente quello che faceva lui, i fogli di Bill McLaren erano proprio come questi…”

La prima voce di Sky si alza per raggiungere il suo zaino con un’aria seria che nasconde una punta di orgoglio ed estrae un raccoglitore di fogli minuziosamente compilati a mano, saturi di informazioni.

Apre il faldone e riprende a parlare: “Per ogni giocatore mi devo segnare le cose più importanti, le cose fondamentali, e le devo studiare, bene, cosicché se mi cade l’occhio sul nome di un giocatore possa descriverlo subito. Prima di ogni partita bisogna riordinare tutto, aggiornare le statistiche, leggere i giornali principali delle nazioni guida del rugby e da lì prendere spunto per poi spaziare.”

E approfondisce il pensiero: “È il lavoro del giornalista, che però in pochissimi oggi fanno. Io credo ancora che il racconto sia fatto anche di cose che vanno oltre l’aspetto tecnico che lascio volentieri ai commentatori dedicati di Sky con cui lavoro. Se sono qui a Lione non posso non dire per esempio che ho visto una cosa molto bella nella metropolitana: ci sono dei video, delle piccole proiezioni sui muri delle stazioni che riguardano diversi aspetti del rugby, come una breve descrizione de ruoli dei giocatori, oppure la cultura del nostro sport, per esempio cos’è la Haka, ma anche qual è stato il giocatore francese più forte per ogni ruolo. E questo ovviamente per fare divulgazione, per coinvolgere di più i ragazzi e provare a conquistarli.”

Anche relativamente a come interpreta il ruolo del giornalista: “Penso che il commentatore debba essere preparato il più possibile, anche se non dice tutto quel che sa l’importante è che lo sappia. Ammetto di essere fissato su questo aspetto, forse vi sembrerò troppo legato al nozionismo ma secondo me bisogna garantire a chi paga o ascolta un certo livello di informazione. Non si può non dire chi sia un giocatore, da dove venga, quanto pesi…è un minimo garantito.”

E come vi coordinate nel commento?

Risponde ancora Francesco Pierantozzi: “È molto importante sapersi adattare al commentatore tecnico che si ha di fianco, per esempio so che Andrea De Rossi mi può raccontare delle storie che ha visto e ha vissuto, c’è una testimonianza diretta, lui ha giocato contro le nazionali più forti, sa cosa vuol dire. Federico Fusetti invece ha l’abilità di descrivere aspetti tecnici in modo semplice. Diego Dominguez invece nota particolari dal punto di vista tattico che per noi sono speciali, è molto attento all’organizzazione di gioco. Pippo Frati invece è super tecnico, maniacale, pensa a tutto. Io e i miei colleghi prime voci dovremmo invece sfruttare le loro caratteristiche per restituire il commento migliore.”

Qual’è infine la programmazione Sky per la prossima stagione della palla ovale?

Conclude Francesco Pierantozzi: “La prossima stagione è molto ricca, ci sarà la novità dello United Rugby Championship oltre alla conferma dei tornei del Sei Nazioni maschile, femminile e U20. Poi il Rugby Championship, una partita alla settimana della stagione regolare di Super Rugby Pacific e tutti i playoff della competizione. Inoltre i test match delle Nations Series maschili e  infine il nuovo WXV, il torneo femminile con le partite dell’Italia e altre da non perdere come Inghilterra e Nuova Zelanda.”

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