Doping: Rhys Webb è risultato positivo all’ormone della crescita

L’ex mediano di mischia del Galles, ora in ProD2 a Biarritz, è stato provvisoriamente sospeso

Rhys Webb – ph. Sebastiano Pessina

Venerdì 25 agosto il quotidiano francese L’Equipe ha riportato la notizia che Rhys Webb, mediano di mischia gallese in forza al Biarritz, è risultato positivo ad un test antidoping, riportando valori eccessivi di ormone della crescita.

La positività al test antidoping comporta l’immediata sospensione del giocatore, che però non è ancora stato giudicato colpevole di aver assunto sostanze proibite ed è in attesa di giudizio.

Webb, 34 anni, era stato convocato da Warren Gatland nel gruppo allargato della nazionale gallese per preparare la Rugby World Cup. In giugno, però, il mediano aveva annunciato di voler perseguire una opportunità di carriera in Francia, rinunciando al mondiale, perché gli avrebbe dato maggiori garanzie economiche e lavorative.

Leggi anche: Elton Jantjies positivo a un test antidoping

Il test a cui il giocatore è risultato positivo è stato effettuato a sorpresa nel mese di luglio dall’agenzia antidoping francese, l’AFLD, quando il giocatore si trovava già a Biarritz. Il club francese, comunque, non sarebbe coinvolto nell’indagine.

L’ormone della crescita sintetico (quindi non prodotto naturalmente dal corpo) è molto difficile da identificare in un atleta, a causa della finestra ristretta di tempo nel quale è individuabile dalle analisi. Recenti evoluzioni nel metodo di analisi, messe a punto nel 2021, hanno consentito di allargare la finestra temporale da poche ore a una settimana. Webb è il primo giocatore trovato positivo in Francia per livelli anomali di ormone della crescita negli ultimi 7 anni.

Il giocatore ha richiesto le controanalisi, si è proclamato innocente e ha incontrato lunedì i funzionare dell’AFLD per alcuni chiarimenti circa la positività. In una decina di giorni potrebbe essere emesso il verdetto definitivo. Webb, 40 caps per il Galles e 2 presenza con i Lions nel tour del 2017, rischia fino a quattro anni di squalifica, che metterebbero definitivamente fine alla sua illustre carriera.

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