E se Christian Lealiifano giocasse la Rugby World Cup 2023 con Samoa?

L’ipotesi si fa sempre più consistente

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mich 6 Giugno 2023, 13:53

    Forse qualcuno si è stancato di leggermi, ma io non mi stancherò mai di ripetermi sull’argomento. “avendo così di fatto azzerato ogni vincolo sulla sua internazionalità” è una frase che mette i brividi, sportivamente parlando. Nato neozelandese, di origini samoane, vive in Australia da quando era bambino. Fino al 2019 ha cantato inno e difeso la maglia australiana… ed ora, a livello di rappresentative internazionali, ovrebbe cambiare casacca.
    Ma che senso ha?

    • Fabfab 6 Giugno 2023, 13:57

      Aggiungo che Parisse potrebbe anche essere convocato con l’Argentina

      • Mich 6 Giugno 2023, 14:29

        Si, e qui ci si rende conto del paradosso. Parisse, bandiera e monumento del rugby italiano, a un certo punto si ritrova con il n. 8 sudamericano. E con quale spirito canterebbe l’inno, indosserebbe la casacca e, sopratutto, giocherebbe eventualmente contro l’Italia? I club sono una cosa, la rappresentativa nazionale è un’altra.

        • Fabfab 6 Giugno 2023, 15:01

          Lo dicevo proprio in quel senso. Poi è anche vero che le pacifiche sono costantemente saccheggiate da tutto il resto del mondo per una questione di semplice e vil pecunia. Con questa regola tentano di tacitare la coscienza

    • Ventu 6 Giugno 2023, 14:49

      Io invece sono molto contento per lui e per Samoa, sono più i samoani fuori Samoa che quelli a casa loro per ovvie ragioni. Poi che abbia scelto prima l’australia è per soldi e prestigio, certo, ma difficile biasimarlo considerando la differenza di federazioni…

  2. jacoponitti 6 Giugno 2023, 19:52

    Sono grato che Parisse abbia giocato per l’Italia, ma, se giocasse per l’Argentina, avrebbe perfettamente senso, essendosi formato rugbisticamente propio là.
    Poi non sarei così categorico sull’appartenenza. Le persone possono sentirsi legate a più di una cultura, senza per questo essere false o ipocrite. Io ho nonni sanniti e, pur essendo nato in Liguria, a Benevento mi sento a casa.

  3. mikefava 6 Giugno 2023, 20:45

    Ormai non bisogna essere categorici più su nulla…genere, nazionalità, relazioni, decisioni, appartenenza…un po’ di coerenza però non guasterebbe. Che poi comunque qualcuno non sarebbe d’accordo sul fatto che Parisse si sia formato in Argentina…ma c’è anche chi dice che non è un oriundo…e hanno tutti ragione, eh! Io capisco che se uno fosse metà francese e metà irlandese (per dirne uno), potrebbe giocare con entrambe le nazionali ma una volta che uno ha scelto…dovrebbe rimanere su quella scelta. Alla fine tutto è regolato dai soldi, questa è la realtà…e da ragioni narcistico-egoistiche, per le quali se non ti pigliano più da una parte, pur di esserci e risaltare in primo piano, cambi bandiera e risolto tutto.

    • mistral 6 Giugno 2023, 21:08

      …”ma c’è anche chi dice che Parisse non è oriundo”… definizione di oriundo: “Chi, nato e residente in una città o nazione (di cui ha anche acquistato la cittadinanza), discende da genitori o antenati là trasferitisi dal paese d’origine; part., giocatore di calcio, di nazionalità straniera ma di origine italiana, che fa parte di una squadra italiana.” …chi dice che Parisse non é oriundo, dice semplicemente una verità conclamata… poi ci sono gli altri…

    • Ventu 7 Giugno 2023, 07:27

      Condordo mike, Parisse è venuto in Italia nel 2002 e ha iniziato a giocare a rugby perché il padre abruzzese gli ha trasmesso la passione per questo sport. Penso che chi lo consideri oriundo si basi semplicemente sul fatto che quando parla italiano ha un lieve accento argentino. Basta pensare al fatto che dopo la vittoria della challenge cap era con la bandiera italiana a festeggiare per farsi una idea…

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