Francia, Laporte rompe il silenzio: “Prima di me eravamo l’ottava nazione del mondo”

Assente da qualsiasi intervento pubblico dal 27 gennaio, l’ex capo federale francese ha rilasciato dichiarazioni taglienti

Bernard Laporte ph. Reuters

Gli scandali, le dimissioni, il processo: Bernard Laporte non è certo un personaggio facile da decifrare. L’ex coach e soprattutto ex Presidente FFR ha momentaneamente concluso la sua carriera politica per problemi giudiziari.

Tutte vicende che lo hanno costretto a dimittersi e a lasciare un ruolo in cui, forte anche della sua esperienza da Ministro dello Sport del governo francese, si muoveva con disinvoltura.

Bernard Laporte dal canto suo può dire di aver saputo riportare i Bleus ai vertici della gerarchia mondiale. Quando ha preso in mano le redini della federazione francese il 3 dicembre 2016, la Francia era ottava nel ranking mondiale.

Poi, grazie a una generazione di giocatori fortissimi, la squadra guidata da Fabien Galthié è salita di livello fino ad affermarsi come una delle migliori nazionali al mondo, attualmente seconda nel ranking dopo un 2022 pressochè perfetto.

Un progresso che Bernard Laporte ha voluto evidenziare dopo due mesi di silenzio mediatico in una intervista concessa ai canali francesi di Eurosport.

I risultati economici

“Ho aumentato il budget federale da 106 a 136 milioni. Questo non si fa con un colpo di bacchetta magica! Prima del mio arrivo – commenta Laporte – eravamo l’ottava o la nona nazionale al mondo, vincevamo poco e avevamo un budget molto più basso. Oggi sono competitive tutte le squadre nazionali, abbiamo 136 milioni di budget e arriveremo a 140 milioni. Cosa potevo fare di più? Niente! La squadra francese è la locomotiva del nostro sport e quando non gira bene, come è stato per dieci anni prima che arrivassi io, perdi in campo e vendi solo 25.000 biglietti allo Stade de France contro l’Italia e 30.000 contro la Scozia.”

Il rapporto con i detrattori

Ma l’ex presidente della FFR non ha parlato solo dei bei ricordi. Ha voluto anche attaccare alcuni dei suoi competitor ,citandoli più volte e senza troppi giri di parole.

“Florian Grill (avversario nella corsa alla Presidenza FFF) non sa nemmeno cosa sia l’alto livello, non lo sa. Ma il presidente della FFR deve conoscere l’alto livello perché la maggior parte delle entrate della federazione arriva dalla squadra nazionale della Francia. Un Presidente che non conosce l’alto livello, questo è quello che abbiamo vissuto prima del mio arrivo e che ci ha portato al disastro.”

Poi rincara la dose su alcuni ex grandi giocatori, da lui spesso selezionati, che hanno intrapreso la  carriera da allenatori e che lo hanno attaccatto personalmente. “Abdelatif Benazzi non è durato nemmeno un anno a Montpellier e tutti lo odiavano, Fabien Pelous è stato licenziato dallo Staff Toulousain, non posso nemmeno biasimarli per quanto mi fanno ridere! Se queste persone fossero brave, sarebbero al posto di Mola, Urios e compagnia. No, invece si prendono delle cariche per cercare di esistere in una federazione perché fanno schifo! Ed è chiaro che quelli che parlano di più oggi sono i più inutili”.

Leggi anche: Bernard Laporte si è dimesso da Presidente della Federazione francese

Il rapporto con i Bleus

Se gran parte dei dirigenti più importanti di Francia gli hanno fatto terra bruciata, lo stesso non si può dire di Fabien Galthiè e della squadra nazionale capitanata da Antoine Dupont.

Il coach dei Bleus infatti non fa mistero di apprezzare l’ex Presidente nonchè suo ex allenatore. A conferma di ciò, Laporte una settimana fa è andato a Marcoussis, dove gli è stato concesso di consegnare le maglie alla squadra prima della partita finale del Sei Nazioni 2023 con il Galles.

“Non mi ha sorpreso questa vicinanza perché questi ragazzi hanno dei valori e lo dimostrano. Senza pretese, penso per rassicurarli ed essere anche un po’ un papà per loro. Non mi hanno mai visto come il loro presidente ma come un allenatore che ha vinto tanto e con cui possono parlare di rugby. Ci sentiamo spesso al telefono e c’è sempre stata una forma di vicinanza fra me e loro. Mi sono tenuto in contatto con molti di loro durante il Torneo, in particolare con Antoine (Dupont) .”

Il futuro

Quando si tratta di parlare di nuove avventure professionali, l’ex allenatore non chiude nessuna porta. Ma a una condizione: farlo dopo il Mondiale di Francia: “Come potrei diventare allenatore di una squadra per questo Mondiale che ho fortemente voluto in la Francia? Immaginarmi avversario a questo staff e a questi giocatori che amo, è semplicemente impossibile e fuori discussione.”

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