Sergio Parisse: “Garbisi, Capuozzo, Lamaro, che bella Italia! Dopo il ritiro voglio allenare”

L’ex capitano azzurro ha raccontato i suoi obiettivi per il futuro e le sue impressioni su questa nuova Nazionale

Sergio Parisse: "Garbisi, Capuozzo, Lamaro, che bella Italia! Dopo il ritiro voglio allenare"

Sergio Parisse: “Garbisi, Capuozzo, Lamaro, che bella Italia! Dopo il ritiro voglio allenare”

Sergio Parisse ha annunciato che questa sarà la sua ultima stagione da professionista, e questa volta non sembrano esserci spazi per un ripensamento: “Mi sto divertendo e voglio finire bene la mia carriera, gestendo le energie. Smettere non mi fa paura. So che mi mancherà l’adrenalina, ma sto creando le condizioni per soffrirne il meno possibile” ha dichiarato l’ex capitano azzurro al Corriere dello Sport.

L’obiettivo di Parisse per il futuro è già ben chiaro: “Da due anni seguo un corso da allenatore e da inizio stagione alleno l’under 16 del Tolone. Inizierò ad allenare con tanta umiltà, non ho la presunzione di dire ‘voglio diventare c.t. della Nazionale’ anche se sarebbe stupendo, ho sempre posto l’asticella più in alto possibile”.

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Per quanto riguarda la possibilità di un ultimo atto con la maglia azzurra, Parisse non chiude la porta ma specifica che dovranno esserci le condizioni per farlo: “Non ho detto di no. Ci sono un Sei Nazioni e una Coppa del Mondo da giocare. È un sogno, ma la volontà dev’essere reciproca. Se le condizioni ci fossero, sarei contentissimo. So che le mie chance sono ridotte e che prima vengono la Nazionale e il gruppo. L’ho detto al c.t. Crowley e anche al presidente Innocenti. Certo, per la FIR sarebbe incredibile avere l’unico giocatore al mondo che ha fatto sei Mondiali”.

Il parere di Sergio su questa Nazionale è super positivo: “È un bel gruppo, giovane e molto interessante, soprattutto pensando alla prospettiva del Mondiale 2027, quando molti di questi ragazzi avranno 27-28 anni e saranno nel pieno della maturità. Questa Italia ha una nuova identità e un modo diverso di giocare. Noi eravamo molto temuti in mischia, avevamo dei piloni fortissimi e una grande fisicità. Questa Italia gioca bene, muove la palla in un sistema in cui tutti si ritrovano, pur non dominando come noi perché ha prime linee molto giovani. Non tutti sono Castrogiovarmi, che ‘ammazzava’ chiunque a 22 anni”.

Su Capuozzo e gli altri talenti: “Le premesse sono ottime. Ha la testa sulle spalle, mi piace molto. Nonostante il fisico “piccolo” rispetto agli standard, è un piacere vederlo così determinante. Lui, Lamaro, Paolo Garbisi. Non è solo. Questa Nazionale ha un futuro. Vorrei un rugby in cui il fisico non prevalesse sulla tecnica e l’intelligenza dei giocatori”.

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Parisse ha poi introdotto quello che secondo lui sarà il Sei Nazioni dell’Italia: “Un torneo complesso, duro. La Francia ha una marcia in più, ma contro di noi potrebbero non giocare al 100% e sottovalutarci, e possiamo dire la nostra. L’Irlanda è l’unica che può tenere testa ai Bleus. Su Inghilterra e Galles, di solito al cambio di allenatore ha un effetto ‘elettroshock’ positivo”.

Infine, una carrellata di ricordi azzurri, positivi e negativi: “Sono molto fiero del mio percorso, ricordo quando ascoltavo in cuffia il primo cd di Eminem mentre andavamo a Hamilton per giocare contro gli All Blacks. Non cambierei una virgola, anche se mi sarebbe piaciuto che fosse andato dentro uno dei 3 calci sbagliati a Saint-Etienne contro la Scozia nel 2007, il momento più triste, o il mio drop contro la Francia nel 2016. Ci sono però tanti bei ricordi, come le vittorie contro la Francia nel 2011 e 2013, o quando a Murrayfield nel 2007 alzai lo sguardo al tabellone dopo 15 minuti e lessi 21 a 0 per noi, mai visto”.

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