Il Rugby Championship più incerto di sempre

Dopo tre turni il torneo dell’Emisfero Sud ha regalato solo risultati inaspettati, ed è il microcosmo di una situazione internazionale fluida come mai accaduto prima

Volo cancellato e Sudafrica che parte in ritardo per l'Australia: un problema in più? PH AFP

Rugby Championship 2022 – ph. AFP

Argentina, Australia, Sudafrica, Nuova Zelanda. Nessuno avrebbe potuto pronosticare una classifica del Rugby Championship che dopo tre giornate sembra aver ribaltato l’ordine naturale delle cose nel torneo dell’emisfero sud.

La nona squadra al mondo, i Pumas (presto settimi), hanno battuto per la prima volta gli All Blacks in Nuova Zelanda solo due settimane dopo la loro più larga vittoria di sempre contro una nazionale Tier 1. L’Australia, settima nel ranking prima di questo weekend, ha disposto a piacimento dei campioni del mondo in carica e solo una certa leggerezza nell’amministrare il punteggio negli ultimi 20 minuti impedisce loro di guidare la classifica, avendo mancato il punto di bonus.

Gli Springboks che molti vedono come la squadra più forte del mondo in questo momento faticano a dare continuità alle proprie prestazioni (Jacques Nienaber ha vinto solo il 58% degli incontri disputati, al pari di Pieter de Villiers e meglio solo di Allister Coetzee). Gli All Blacks non avevano mai perso 3 partite consecutive in casa.

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Quello del 2022 è il Rugby Championship più incerto di sempre, microcosmo di un rugby internazionale che si è rivelato, giusto a un anno dalla Rugby World Cup, mai così gerarchicamente fluido.

La storia del rugby professionistico è stata finora contraddistinta da valori quasi sempre ben definiti ed evidenti a tutti gli spettatori: gli All Blacks hanno mantenuto il primato come miglior squadra del mondo per la maggior parte del tempo, occasionalmente rimpiazzati per brevi periodi di tempo dal Sudafrica, dall’Australia o dall’Inghilterra, che in occasione in particolare delle vittorie mondiali si sono dimostrate dominanti per un certo periodo di tempo.

E allo stesso tempo la maggior parte delle volte, negli ultimi 15 anni, sono stati ben pochi i risultati imprevedibili. La squadra più quotata ha spesso e volentieri fatto rispettare i pronostici, facendo sembrare il gioco ineluttabile, quasi una sorta di equazione matematica.

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Qualcosa, però, è evidentemente cambiato. La riscossa delle squadre dell’emisfero nord ha annunciato l’avvento di una nuova era della palla ovale, dove attualmente le prime cinque squadre al mondo sono molto vicine tra loro, rendendo impronosticabile ogni confronto fra loro. Irlanda, Francia, Sudafrica, Inghilterra e All Blacks hanno probabilmente qualcosa in più a livello assoluto di Australia, Scozia, Galles e Argentina, ma nonostante i possibili abbinamenti abbiano un favorito, i recenti risultati del Rugby Championship e delle partite della scorsa finestra internazionale ci dicono che non c’è una partita scontata e tutto può succedere, stavolta per davvero.

Da spettatori, godiamoci questo momento di grande incertezza: è il meglio che possa accadere ad uno sport, una competizione al rialzo fra contendenti molto vicini tra loro. La tavola è apparecchiata per un mondiale in Francia eccezionale.

Lorenzo Calamai

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