Si pensa già a Robertson, che secondo la stampa locale però “avrebbe dei motivi per non accettare”
Nonostante le parole di Ian Foster, che ha cercato di trasmettere i lati positivi di una prestazione che ha visto i suoi All Blacks perdere 26-10 nella prima delle due sfide contro il Sudafrica, la sconfitta ha ulteriormente complicato la sua posizione.
La partita di sabato prossimo contro gli Springboks sembra ormai un’ultima spiaggia per salvare la panchina, ma stando a Stuff e come riportato anche da Planet Rugby, al tecnico neozelandese vincere potrebbe anche non bastare.
Leggi anche: Rugby Championship: per Ian Foster gli All Blacks sono migliorati
La posizione del tecnico sembra ormai irrimediabilmente compromessa, e solo la vicinanza al Mondiale – manca poco più di un anno – e le difficoltà per un possibile ingaggio di Scott Robertson lo stanno tenendo ancora a galla.
Secondo la stampa neozelandese, infatti, per quanto Robertson abbia espresso più volte il desiderio di allenare gli All Blacks, “potrebbero esserci dei motivi che lo spingerebbero a non accettare il lavoro” continua la testata locale. Certamente la situazione non è delle migliori, e anche i tecnici più blasonati ci pensano due volte prima di prendere in mano una squadra in chiara crisi di idee e risultati, a un anno dall’appuntamento più importante.
Quando nel 2019 c’erano stati i primi contatti, prima di scegliere Foster, Robertson aveva proposto uno staff con Ryan (arrivato una settimana fa), l’allenatore dei Blues Leon MacDonald e l’allenatore degli Hurricanes Jason Holland, e il capitano designato sarebbe stato Sam Whitelock. Adesso, invece, il tecnico dei Crusaders si ritroverebbe a un anno dal mondiale, in una situazione difficilissima e con uno staff non scelto da lui.
Leggi anche: Gli All Blacks scenderanno al quinto posto nel ranking mondiale
La performance dei neozelandesi è stata considerata in patria “limitata, dolorosa e senza attributi”, come riportato sempre da Stuff. Jordie Barrett è stato “messo fuori dal gioco da Willemse”, il capitano Sam Cane era “fuori ritmo, al cospetto di Kolisi e Smith”.
Non si salva quasi nessuno, solo l’eterno Whitelock e Ardie Savea – non a caso, i due giocatori invocati a furor di popolo come possibili capitani – sono riusciti a risparmiarsi l’ondata di critiche in arrivo dalla Nuova Zelanda.
Il Rugby Championship è cominciato in salita, e la seconda sfida in 7 giorni contro il Sudafrica a questo punto è già decisiva.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.