Italia, Leonardo Marin: “Mi sento un mediano d’apertura. Garbisi? Voglio giocare, ma anche in altri ruoli”

L’azzurro ha toccato diversi temi relativi al suo ruolo in nazionale

Benetton, Leonardo Marin: "Punto sul mio gioco alla mano per trovare spazio". PH FIR

Italia, Leonardo Marin: “Mi sento un apertura. Garbisi? Voglio giocare, ma anche in altri ruoli”. PH FIR

Dopo aver debuttato con la maglia degli Azzurri nel match tra Francia e Italia, valido per la prima giornata del Sei Nazioni 2022, Leonardo Marin non vuole fermarsi.

Il trequarti, intervenuto oggi in videoconferenza con la stampa, si è così espresso su diversi temi: “L’esordio mi ha fatto piacere ovviamente, c’è stata grande emozione, ma è un momento superato e non voglio vivere di ricordi lasciandomi dietro anche quel passato recente che ha contribuito a portarmi fin qui”.

Sul ruolo in campo: “Quello di mediano di apertura è il mio ruolo preferito, ma parlando con Crowley e con lo staff tecnico abbiamo visto che potrebbero esserci delle evoluzioni anche da primo centro o da estremo. In passato ho già vestito la maglia numero 15, ma devo dire che l’idea che mi stuzzica di più è quella di provare a essere un 12”.

Partendo da una panoramica sui sei mediani di apertura titolari nelle sei squadre del Sei Nazioni 2022, che hanno età e caratteristiche diverse, Onrugby ha chiesto a Marin quali fossero le caratteristiche necessarie secondo lui per l’interpretazione del ruolo: “La cosa su cui mi sto soffermando di più in questo momento è quella riguardante il gioco al piede e la precisione di esso, cosa che Biggar, Sexton e Russel svolgono in maniera quasi chirurgica, non meno importanti poi sono la solidità in difesa e la gestione del ritmo della squadra e della partita: elementi che sono richiesti per diventare una risorsa importante in questo ruolo”.

Sul dualismo con Garbisi: “E’ chiaro che possa venire fuori, anche perché il mio obiettivo è quello di giocare tanto e principalmente come apertura, ma non escludo che si possa anche giocare insieme”.

Infine sullo “scalino” relativo al livello internazionale dei match: “Anche se sono stato in campo per pochi minuti, ho capito la differenza di atmosfera e di standard fra un incontro internazionale e, senza nulla togliere, quelli di campionato. Ma sono pronto e non vedo l’ora di essere reimpiegato in campo per dare il mio contributo alla causa”.

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