Sei Nazioni 2022: la preview del Galles

Dragoni a caccia di un bis difficile

Sei Nazioni 2022: la preview del Galles

Sei Nazioni 2022: la preview del Galles ph. Sebastiano Pessina

Come lo scorso anno, che poi si rivelò trionfale, il Galles di Wayne Pivac – reduce da un novembre non certo memorabile – si presenta al Sei Nazioni 2022 sotto traccia, poco considerato in ottica vittoria finale (sia da addetti ai lavori che dagli allibratori, che in diversi casi pongono i dragoni come quinta forza in campo).

Ottavi nell’ultimo aggiornamento del World Rugby Ranking, i campioni in carica proveranno a sovvertire i pronostici che vedono il trio Inghilterra-Irlanda-Francia, in rigoroso ordine di classifica mondiale, come le tre grandi candidate al titolo dopo l’autunno internazionale di grande qualità portato a termine. “Questa è una competizione speciale e vogliamo continuare a vincere. Non vediamo l’ora di giocare le nostre cinque partite, che possono essere anche importanti in chiave Coppa del Mondo”, ha sottolineato, ad ogni modo Pivac, fiducioso – assieme al suo staff – nelle qualità del suo team.

Il calendario

Mai come in questa stagione, tuttavia, non sarà facile ripetersi per i ragazzi di Cardiff, anche alla luce di un calendario piuttosto complesso. E’ vero, ci sono tre gare in casa (contro Scozia, Francia ed Italia), ma le due trasferte sono oltremodo complesse entrambe al cospetto di due potenziali contendenti al trono del torneo (Irlanda e Inghilterra).

A partire da quella della giornata di apertura proprio in casa dei verdi di Andy Farell, primo e già fondamentale snodo per il torneo di entrambe le compagini. Passare con buoni voti l’esame dell’Aviva Stadium darebbe slancio alla campagna dei dragoni, in caso contrario la prima gara casalinga, la settimana successiva contro la rampante Scozia di Townsend, assumerebbe immediatamente i contorni dell’ultima spiaggia in ottica corsa al titolo.

A seguire infatti ci sarà anche la trasferta di Twickenham alla terza giornata, con la battaglia contro gli uomini di Eddie Jones che determinerà definitivamente le ambizioni del team di Pivac, prima delle due gare casalinghe filate di marzo, contro Francia e Italia, in rigoroso ordine temporale, che andranno a definire la qualità del torneo dei dragoni.

La rosa

Privi di capitan Alun Wyn Jones, Pivac ha affidato la leadership a Dan Biggar – apertura designata del team -, 10 dei Northampton Saints tornato nell’ultimo biennio abbondante ad assurgere al ruolo di prima scelta anche con la selezione nazionale. Biggar che peraltro va a caccia dei 100 caps, così come il centro Jonathan Davies, mentre Ross Moriarty e Alex Cuthbert sono pronti per tagliare il traguardo ai 50 caps internazionali, e rappresenta la quota parte veterana di una rosa variegata, anche con diversi giovani.

Saranno tre i possibili debuttanti assoluti, cioè il tallonatore Dewi Lake e le terze linee Jac Morgan e James Bhatti, ma da sottolineare anche la presenza di cinque giocatori da poco entrati nel giro del Galles come Bradley Roberts e Christ Tshiunza, visti per la prima volta a novembre. Sempre di grande qualità la prima linea, con qualità in ognuno degli elementi a disposizione, e notevole profondità di scelta. Come la mediana, che con il recupero ormai stabile di Anscombe, può contare su tre opzioni di qualità per il numero 9 (Gareth Davies, Kieran Hardy e Tomos Williams) e addirittura 4 per il 10 (Biggar, Anscombe, Sheedy e Priestland).

Leggi anche: I convocati dei dragoni

Da tenere d’occhio

Ci sarebbero tanti potenziali candidati al ruolo di osservato speciale, che tuttavia va alla formidabile ala classe ’01 di Gloucester Loius Rees-Zammit, autentica star dello scorso torneo e protagonista anche nel tour dei Lions nel corso dell’estate in Sudafrica.

“Massive weapon”, arma potentissima, così lo ha definito il compagno di reparto Josh Adams (a sua volta una delle ali più forti di ovalia). Niente di meglio per rendere l’idea di un ragazzo con gambe letali palla in mano e di un’a tecnica di base sopra la media. Non è probabilmente nella forma migliore della carriera, ma è comunque reduce da una meta così:

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