Marzio Innocenti: “Il posto dell’Italia nel Sei nazioni non è in discussione”

Il presidente FIR ha chiarito la situazione dei rapporti tra l’Italia e il Board del Sei Nazioni, mettendo a tacere voci di una possibile uscita azzurra

COMMENTI DEI LETTORI
  1. cammy 29 Novembre 2021, 14:12

    A me bastava vedere la foto dell articolo x essere più tranquillo!

  2. ColdColdMan 29 Novembre 2021, 14:19

    Nessuna domanda sulla questione del nome Nazionale A – Emergenti e sul “caso” Swanepoel?

    • yes nine 29 Novembre 2021, 17:20

      Sarebbe stato interessante la risposta del Presidente…non alla ricerca di colpevoli ma per comprendere

  3. madmax 29 Novembre 2021, 14:39

    come si immaginava… la scelta di aprire a giocatori non capati da tre anni e con nonni autoctoni sarà stata spinta da CVC per alzare il livello italiano, scozzese e gallese… nel frattempo sotto con le varie nazionali per cappare tutti quelli buoni….

  4. madmax 29 Novembre 2021, 14:39

    come si immaginava… la scelta di aprire a giocatori non capati da tre anni e con nonni autoctoni sarà stata spinta da CVC per alzare il livello italiano, scozzese e gallese… nel frattempo sotto con le varie nazionali per cappare tutti quelli buoni….

    • Mich 29 Novembre 2021, 15:00

      Per me è un dramma sportivo, una notizia pessima che mi farà allontanare dalla nazionale. Io, da sempre contrario alle equiparazioni, non posso immaginare di trovare una spinta a tifare per una megafranchigia che si veste di Italia ma che di Italia, alla lunga, non avrà molto. Già vedo i nostri sempre più dimenticati, nomi esotici a popolare la rosa “nazionale”, il movimento che si spegne lentamente, ricicli, raccatti, politiche di acquisto di club e franchigie falsati, ingaggi selvaggi…
      Sta per finire anche il rugby; dopo i miei personalissimi stop a calcio (Germania 2006), Vela (Americas Cup 2011), Moto GP (inciucio ispanico 2015) e boxe ( Mayweather contro McGregor 2017), credo che mi resterà poco. Pazienda, ho 44 anni e ne ho vissuto e praticato di sport; dispiace per le nuove generazioni, già costrette a stare attente quando parlano di maschi e femmine, per le quali il concetto di squadra nazionale assumerà un valore tutto nuovo, e non per questo migliore.

      • fido 29 Novembre 2021, 15:06

        le equiparazioni sono contro il concetto di sport e meritocrazia. Trovo assurdo questo sistema e condivido che questo sistema sia penoso.
        Mi aspetto che nell’arco di 20 anni dubai, vista la stragrande maggioranza di anglosassoni che ci lavorano e la quantità di soldi da buttare costruisca una nazionale forte di rugby, ovviamente tutti comprati col dio denaro, per attirare ancora di più.
        Nel 6 nazioni vedremo dubai al posto dell’italia, lancio la provocazione.

        • Mich 29 Novembre 2021, 15:27

          Esatto fido, purtroppo qui siamo in pochi a pensarla così. Quando alcuni giorni fa la notizia fu diffusa qui su OnRugby ho letto commenti fin troppo entusiasti; massimo rispetto, ma avrei preferito un confronto sulla implicazioni, invece ci siamo fermati al “Che bello, alcuni giocatori fortissimi (?!?!) giocheranno per la nazionale italiana e finalmente perderemo solo di 15 anzichè di 30 o 40 punti.”

      • Nik73 29 Novembre 2021, 18:43

        Concordo in pieno e non solo per il rugby, visto che ogni sport sta facendo lo stesso; le squadre nazionali dovrebbero rappresentare un nazione, per le squadre con tanti giocatori stranieri (e ci dovrebbero essere limiti) ci sono le competizioni per club.
        Ci tengo a dire che non ho nulla contro i giocatori come per esempio Brex e Steyn oggi o Vosawai e Castrogiovanni in passato, tutti loro meritano/meritavano il posto in squadra secondo le regole di World Rugby, semplicemente penso che non sia giusto sportivamente schierare in nazionale giocatori formati all’estero, e questo ovviamente non vale solo per l’Italia.

        • mikefava 29 Novembre 2021, 20:20

          Sì, però si tende sempre a fare di tutta l’erba un fascio…oriundo è una cosa. Equiparato un’altra. Alla fine non potrai mai impedire a uno che ha origini italiane, anche alla lontana, di giocare per l’Italia: è una scelta, di comodo o meno, di mettersi a disposizione per quella nazionale. Però non si può mettere alla stessa stregua Parisse, nato in Argentina da genitori entrambi italiani, o Sebastian Negri che ha il padre italiano o Stephen Varney che da parte di madre ha sempre avuto immigrati italiani in Galles che si sono sposati tra loro…con Tavuyara, Steyn, Vosawai, Faiva, Ioane: tutti giocatori che non hanno alcuna discendenza italiana. Non sono la stessa cosa, però vengono messi tutti nello stesso calderone.

          • aries 29 Novembre 2021, 20:29

            Vero… unica cosa, Steyn ormai è da considerarsi veneto secondo me🙂

          • mikefava 29 Novembre 2021, 22:43

            Ma infatti, aries, poi ti trovi davanti a casi come Steyn o Dean Budd (grande grande perdita), che parlano italiano e si sono perfettamente adattati e integrati nel contesto. Non sono da escludere a priori per me, ma non è nemmeno il caso di esagerare con i naturalizzati (sempre diverso da oriundi), specie se a livello di prestazione non portano grossi miglioramenti (potrebbe essere il caso di Tavuyara, ad esempio, per me), altrimenti si rischia davvero un’Oceania Utd 2 🙂

          • Mich 30 Novembre 2021, 09:49

            Ciao Mikefava, chiaro che ci sono le opportune differenze; io parlavo di meccanismi contorti di equiparazioni per aver giocato tot anni in un club appartenente a quella determinata nazione o, l’ultima pessima notiza, per non essere stati più convocati da almeno 3 anni dalla propria nazionale. Che significato ha? Qui davvero c’è gente che aspetta il messia esotico per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nel breve termine, senza considerareil macigno enorme su per il… tubo, che poi avremmo sul medio e lungo termine.
            La nazionale non è il club, dove interessi economici e di sponsor, quindi di risultati, vengono posti alla base; rappresenta un movimento, e come tale si deve esprimere. Va pianificato, seguito, incoraggiato e coltivato, anche nei decenni se necessario. Queste politiche, invece, lo affossano da dentro, lo scoraggiano nella crescita, lo fanno sembrare meglio (da dimostrare sul campo, non ricordo equiparati che abbiano vinto il 6N o passato il turno a gironi alla WC) di ciò che è, con gravissime ricadute sul seguito. A questo punto togliamo l’inno nazionale, che tanto di fratelli di italia ne resteranno pochi. Io mi associo a Nik73, sopra, che ovviamente precisa di non avere nulla contro i giocatori. E’ ovvio, le criticità non sono costituite da loro ma da un sistema che, non mi è chiaro per quale recondita ragione, spinge a mescolare le carte e a confondere club con compagini nazionali.

      • Parvus 30 Novembre 2021, 08:12

        ciao mich, hai moltissime ragioni!

  5. Mich 29 Novembre 2021, 14:53

    Innocenti tocca un punto al quale accennai persino io, giorni fa, circa l’altro lato della medaglia del SAF nel 6N, ovvero la rimozione dello stesso SAF dal RC, cosa abbastanza improbabile. Come già osservai, l’uscita del SAF dal RC ridurrebbe il torneo alla Bladisloe Cup intermezzata dall’Argentina. Che possa entrarci il Giappone? Forse, ma a quel punto il torneo sarebbe spaccato in due, con NZ e AU a lottare per la Bledisloe e Argentina e Giappone a sgomitare molto dietro. Poco fattibile, sia per la qualità che per i tempi.
    Ma sulla scorta di cosa si possa essere certi che l’Italia non si ritrovi fuori, non saprei dirlo. Per ora, l’unico motivo che rilevo è di carattere finanziario; l’Italia è un paese appetibile sotto il profilo economico, ha le strutture, ha l’organizzazione, ha i soldi, e sulla carta è ancora una tier1; ma mi chiedo per quanto ancora, visti i risultati. Il pubblico inizia a diminuire come effetto dello scarso spettacolo prodotto e dei risultati poco lusinghieri. Accantonando la fantascienza che vedrebbe Georgia al 6N e dando per assunto che da qui ai prossimi 2 anni non cambioerà molto per noi, per me l’unica soluzione ovvia, che dia coerenza e lustro al torneo, è un drastico ritorno al 5 nazioni. Lo dico da anni, vediamo se avrò ragione.

  6. balìn 29 Novembre 2021, 15:05

    Nessuno ha chiesto informazioni sul settore giovanile? Sarò tardo di comprendonio ma non ho ancora capito cosa stiano facendo, Aboud c’è ancora? Ci saranno u20 do Benetton e zebre? Come funzioneranno le cose per gli u18? Andranno direttamente ad investire in Argentina o altrove?

    • cammy 29 Novembre 2021, 15:13

      li teniamo nei club di appartenenza così hanno ancora 2 anni x poter decidere se fare i rugbysti seriamente..

  7. Mr Ian 29 Novembre 2021, 15:23

    tra tutte le domande che si potevano fare, avete scelto la più retorica di tutte.

    • narodnik 29 Novembre 2021, 15:36

      Una delle questioni più importanti..Mai aggettivo fu più infelice.Un giornalista dovrebbe puntare alla notizia del momento,a un fatto recente e rilevante.Se la cantano e se la suonano,direi tutto secondo stagione:staff giocatori risultati tifosi e dirigenti,viva il paese del very smart working.

  8. narodnik 29 Novembre 2021, 15:25

    Presidente cosa pensa delle partite di novembre Uruguay incluso?E della A diventata emergenti per scansare una multa da 100k,e del fatto che avete usato il primo dei silurati Ascione per attuarla?Come mai niente Live stavolta?Siamo quasi a metà stagione delle zebre novità in quanto a sponsor?Lo sponsor Suzuki resta o ci ha ripensato?È contento che la nazionale giochi in stadi da 5k e che a Roma con gli AB avete riempito mezzo stadio?I club che prestano i giocatori alla A-emergenti vengono indennizzati?Sono costretti a farlo?Quando chiudete le accademie?Restare aggrappati al 6n prendendo sassaiole da anni è confortante,gli Italiani la poltrona non la mollano,a riempire gli stadi ci penseranno gli Anglosassoni.

    • fabrio13H 30 Novembre 2021, 00:18

      Ohhh, yes! Poi quando mi vedete così inasprito da fare il tifo per gli “altri”, soprattutto se generosi e più deboli come gli uruguayani, sapete perché.

  9. mikefava 29 Novembre 2021, 15:58

    Ok…pietra tombale sul discorso Sei Nazioni, direi. A me non farebbe piacere che uscissimo dal torneo, ma sarebbe forse propedeutico ad un reale miglioramento del rendimento della nazionale italiana. Il discorso è che se esci, potresti non rientrare più. Quindi, volenti o nolenti, bisogna rimanerci.
    Per quanto riguarda il discorso della spinta sulle equiparazioni, io sono sempre stato piuttosto contrario ad investire su giocatori stranieri (e non collegati in alcun modo all’Italia), perché i casi tipo Giappone sono piuttosto inaccettabili a livello di “persone che rappresentano una nazione”. Il fatto è che nessuno avrà mai da ridire su Maro Itoje che rappresenta l’Inghilterra, nato in quel paese da genitori nigeriani, cresciuto culturalmente e sportivamente lì. Ma il problema si pone sempre per chi viene tipicamente da Sudafrica, Nuova Zelanda o dagli arcipelaghi oceanici e non hanno alcuna connessione con i paesi che vanno a rappresentare, ma solo il fatto di giocare in un club di quel paese. Se dobbiamo formare tante squadre più o meno forti composte da sudafricani, neozelandesi, australiani, samoani, figiani, tongani e chiamarle con il nome di una data nazione…perde di senso il concetto stesso di nazione.

  10. Atley73 29 Novembre 2021, 17:21

    Cioè, fatemi capire, uno può acquisire il passaporto della nazione in cui vive e lavora, in alcuni casi esercitare i diritti civili, ma non può giocare per la nazionale del paese che lo ospita perché nato altrove? Che idee novecentesche. Allora per quale motivo dovrebbe essere consentito alle franchigie di avere stranieri? E continuando sulla stessa scia, vien da chiedersi per quale motivo in un campionato nazionale possano esserci stranieri… e per quale motivo a Rovigo possano giocare dei padovani? mi pare che la questione dell’equiparazione abbia una logica e mi pare anche che portare a 5 anni il termine per conseguire il diritto di rappresentare il paese ospitante ponga un argine ad una pratica che, in effetti, era sfuggita di mano.
    ma arrivare persino a discutere sul fatto che un cittadino italiano (benché residente all’estero) non possa ad un certo punto decidere – per qualsiasi motivo – di rappresentare il paese proprio o dei propri avi sia fantascienza.
    Il vero problema del rugby moderno, e dello sport in generale, è il professionismo, modello di per sé discriminante e che nel tempo, anziché allargare la base dei partecipanti, la sta riducendo ai pochi paesi che possono permetterselo.

    • Mich 30 Novembre 2021, 10:18

      Un cittadino italiano che risiede all’estero resta italiano; nessun motivo ostativo a convocarlo in nazionale. Le equiparazioni sono un’altra cosa e il fatto che confondi club/franchigie con le compagini nazionali spiega il tuo punto di partenza, secondo me completamente errato.

      • Atley73 30 Novembre 2021, 11:08

        Può anche darsi che non mi sia spiegato, ma giuro che ho ben chiare le differenze tra nazionale e club/franchigie… ragionavo solo utilizzando quella coerenza che viene evocata in modo – secondo me -strumentale. Quanto all’italiano che risiede all’estero mi riferivo alle auspicate “nazionalizzazioni” dei vari Lozwsky, Odogwu ecc. ecc. (cappati di la e ora cappabili anche di qua) , sui quali ho sentito più di qualcuno avere pruriti e più di qualcun altro palesare le solite rigidità.
        Comunque mi piacerebbe mi spiegassi perché il mio punto di vista è completamente errato…

        • Mich 30 Novembre 2021, 11:30

          Io ho replicato al tuo primo commento, nel quale confondi palesemente club/franchigie e squadra nazionale, invocando le prime ad esempio per le seconde. Se infatti ti chiedi “Allora per quale motivo dovrebbe essere consentito alle franchigie di avere stranieri? E continuando sulla stessa scia, vien da chiedersi per quale motivo in un campionato nazionale possano esserci stranieri… e per quale motivo a Rovigo possano giocare dei padovani?” significa che confondi i due ambienti. Premesso che sono da sempre contrario anche all’inflazione degli stranieri nei campionati per club, per i quali andrebbero posti dei limiti, va sottolineato come un club abbia degli interessi economici, legati al risultato immediato, e di conseguenza come sia logica la ricerca del giocatore migliore, nei limiti del regolamento. Li si investe per avere ritorni. Discorso piuttosto diverso lo si deve porre alla base della crescita del movimento nazionale; qui i giocatori vanno seguiti da ragazzini, curati nella loro formazione tecnica e atletica attraverso programmi locali, seguiti sotto il profilo della crescita mentale e della stabilità psicologica, fino a giungere agli alti livelli formati e preparati per le grandi sfide internazionali. In breve, una squadra nazionale non deve “acquistare” giocatori per andare a vincere un paio di partite (che nel nostro caso poi è tutto da verificare; non ricordo epopee esterofile nelle quali vincevamo 6N o lottavamo per le semifinali della WC), ma deve assicurarsi una crescita interna genuina, graduale e costante, che duri nel tempo sulla scorta di un rifornimento continuo di ragazzi che, sin da giovani, si avvicinino a questo sport, e di un entusiasmo rinnovato per appassionati e seguito.
          Se il punto di partenza di un ragionamento non tiene conto delle sostanziali differenze tra club e nazionale, porta a conclusioni incoerenti.

          • Atley73 30 Novembre 2021, 11:48

            Vero quello che dici, ma la filiera della nazionale la costruisci dal campionato e dai club, quindi se per massima coerenza richiedi che la rappresentativa della nazione sia composta solo da nativi (almeno rugbysticamente) alla stessa stregua e con medesima logica si dovrebbe pretendere che i migliori giocatori che costituiscono il campionato nazionale siano nativi (sempre rugbysticamente). Ovvio che se concedi ai club di punta (che nello sport professionistico sono la vera punta di diamante di ogni sport di squadra) di avere fuoriclasse non nativi, allora non puoi pretendere che la nazionale abbia un codice etico che non esiste nel campionato da cui deriva i propri migliori giocatori. E’ un sistema di vasi comunicanti e più è basso il livello del campionato, più è basso il livello della nazionale, più stranieri (per regolamento) possono militare nel campionato… più stranieri dovranno poter giocare nelle nazionali. A me pare non ci sia proprio nulla di incoerente nel mio ragionamento, ed è proprio per questo che non fatico a capire le ragioni per cui oggi tutti, ma proprio tutti, sfruttano il sistema delle equiparazioni o come diavolo si chiamano.
            Una cosa buona avevamo fatto: le accademie! Ora chissà!!

          • Mich 30 Novembre 2021, 12:03

            Infatti, se rileggi le mie osservazioni, rilevi che anche nei club, secondo il mio modesto ed opinabile parere, c’è il rischio di esagerare a scapito dell’interesse del movimento nazionale. Il club, però, non può prescindere dagli interessi economici, per cui è coerente aderire a politiche meno rigide. In pratica si curano i propri affari strizzando un occhio, ma anche due, al movimento che ti ospita.
            Il discorso in nazionale è di tutt’altra natura. Li l’unico interesse dovrebbe essere la crescita, e non lo si persegue equiparando selvaggiamente nel mero tentativo di mettere toppe a scadenza e limitare (chiudere è troppo) il gap con le altre nazioni (ripeto, sempre e tutto da dimostrare perchè ad esempio Ioane fa bene nel club e il possibile in nazionale esattamente come Garbisi). In ogni caso grazie per il confronto.

  11. Nik73 29 Novembre 2021, 18:55

    Personalmente mi sembra molto, molto triste che si dica (con molto candore e sincerita’) che l’italia rimane nel 6 Nazioni non per meriti sportivi ma perche’ l’Italia come mercato e’ piu’ appetibile di qualunque altro candidato…

    Onestamente non mi sembra dignitoso, la verita’ e’ che abbiamo perso il diritto di essere presi sul serio come Tier 1 e stiamo facendo sempre piu’ la figura degli imbucati ad una festa;
    Inoltre c’e’ da dire che una formula con sei contendenti in cui uno non contende un bel nulla prima o poi si cambia, e se le regole attuali non lo permettono si potrebbero anche cambiare le regole;
    Visto che il 6 Nazioni c’e’ per fare soldi le condizioni si possono verificare in pochi anni se l’Italia non torna ad un livello comparabile agli altri partrecipanti, visto che in questo caso il pubblico in Italia e gli sponsor che pagano per la presenza dell’Italia saranno sempre meno.

    • mikefava 29 Novembre 2021, 19:46

      Ma non si vuole sempre l’onestà? Sarà triste, ma almeno è onesto e non la solita paraculata. Innocenti ha detto che il mercato italiano è più appetibile di altri, che ci vorrebbero 15 anni almeno di processo per far uscire una squadra dal Sei Nazioni e l’Italia dovrebbe votare la sua stessa estromissione, perché ci vuole l’unanimità. Come ho detto più su, questo pone una bella pietra tombale sul discorso.

      • Nik73 29 Novembre 2021, 20:14

        Mi dispiace ma secondo me non la pone.
        Mi dispiace ma contare sull’inamovibilita’ delle regole attuali significa illudersi, se non si migliora (ma si migliora tanto) l’apporto economico della nazionale italiana andra’ verso l’irrilevanza, in una maniera o nell’altra le regole cambieranno e ci ritroveremo ad un livello piu’ consono con le nostre prestazioni.

        • mikefava 29 Novembre 2021, 22:54

          Ah guarda, penso che più disillusi di tutti noi, non ci siano. Tutti sappiamo che l’Italia non merita attualmente di stare dentro al Sei Nazioni. Però le regole sono effettivamente regole e se quello che dice Innocenti è vero, non è in discussione la nostra presenza nel torneo. E attenzione, che come ho detto più su, se si esce poi si potrebbe non rientrare più…e non sono sicuro che ci convenga nemmeno questo.

          • Nik73 30 Novembre 2021, 00:32

            Mi scuso se ho la testaccia dura e sembro un disco rotto, ma continuo ad essere convinto non ci si debba trincerare in un atteggiamento compiacente “le regole sono cosi’ e non ci tocca nessuno anche se le perdiamo tutte di 40 fino al 2030″… a parte che il concetto e’ sportivamente aberrante, i fondi di investimento che probabilmente acquisiranno ancora maggiori percentuali del 6 Nazioni vogliono, giustamente, un buon prodotto, se la nazionale non performa e le partite continuano ad essere facili sgambate per gli avversari ci sara’ una sequenza di eventi:
            1) l’interesse del pubblico, sponsor etc.. in Italia andra’ a picco,
            2) l’Italia sara’ non interessante come partner,
            3) si trovera’ un modo di cambiare la formula, con buona pace delle regole attuali
            se si verifica questo scenario dovremo augurarci che ci sia la formula (che onestamente mi piacerebbe gia’ da adesso) del playoff dell’ultima del 6 Nazioni contro la prima del “6 Nazioni B”, anche se non credo le altre 5 siano propense ad accettarla per evitare la bancarotta in caso di un anno negativo.

          • mikefava 30 Novembre 2021, 09:26

            Nik73, ho capito cosa vuoi dire, io non mi trincero dietro al pensiero che difficilmente possa cambiare la posizione dell’Italia all’interno del Sei Nazioni…parlo solamente della situazione attuale. Attualmente non siamo in pericolo e, in realtà, è una (ennesima) occasione che ci viene data per ben figurare. Ora, è vero che le premesse autunnali sono pessime però, visto che non ci stanno cacciando in tempi brevi, vediamo di invertire la tendenza., in qualche modo. Il fatto è che, per quanto possa sembrare strano, anche per le Home Nations sarebbe una sconfitta se l’Italia dovesse rinunciare al torneo, poiché sarebbe l’ammissione pubblica di aver puntato sul cavallo sbagliato 20 anni fa…e non è comunque il massimo per loro. Poi c’è il fattore “squadra latina” oltre alla Francia, debolotta come motivazione per i transalpini, ma che comunque hanno affermato. Insomma, io non mi illudo che la situazione possa rimanere uguale ancora per tanti anni, ma visto che ci siamo ancora dentro, sfruttiamo la situazione. Anche se non penso che la soluzione sia infarcire la nazionale di stranieri…

      • fabrio13H 30 Novembre 2021, 00:24

        A sincerità certa rispondo con sincerità probabile: 15 anni di cappotti saranno un ottimo incentivo per i giovani italiani nel seguire il rugby ponendo una pietra tombale al gusto di vedere dei giovani nati e cresciuti a Milano o a Bologna o a Bari, che vincono qualcosa in campo internazionale fosse pure con Nazioni proporzionate al livello.

        • fabrio13H 30 Novembre 2021, 00:26

          …ottimo incentivo è da leggersi come scarsissimo incentivo…

          • Atley73 30 Novembre 2021, 11:20

            mah… 30 anni fa non ho certo iniziato a giocare a rugby perché la nazionale italiana di rugby era al n.1 del ranking. Ad attirarmi furono i valori di uno sport che ha ancora molto da insegnare, a prescindere dalle vittorie (che anche allora non erano poi così frequenti). Ancorare il tesseramento dei giovani ai sui successi della rappresentativa del paese è cosa ben meschina: altre devono essere le motivazioni ora come allora. Poi è ovvio che più si vince più si genera interesse intorno ad un movimento, ma state ben certi che se la pallavolo o il rugby o il basket non diventano il primo sport nazionale in Italia non è di certo perchè mancano i successi: del resto, ragionando così, in Italia dovremmo almeno essere tutti esperti di fioretto ma non mi pare sia il caso

    • Mich 30 Novembre 2021, 10:13

      Nik non so se ti riferisci al presidente o a me che, poco più sopra, sottolineavo questo aspetto. Può essere triste, dequalificante, ma abbiamo il dovere di analizzare la situazione con la massima trasparenza, tutti noi, addetti ai lavori e tifosi. Gli addetti ai lavori devono prendere conoscienza dal fallimento e spingere per ricostruire; gli appassionati, da stadio o divano che siano, hanno il dovere di considerare l’Italrugby per quello che è, ovvero una squadra in costante difficoltà, dove tecnica e motivazione del passato hanno lasciato posto a errori di handling (siamo ancora a lavorare su touche, calci di spostamento e passaggi come fossimo una cadetta di serie C) e sconforto (la facce dei giocatori e del coach parlano chiaro).
      Guardiamo poi i numeri su 21 edizioni:
      11 whitewash fra i quali gli ultimi sei consecutivi (dal 2016 al 2021), e a nulla è valso per noi inserire il bonus difensivo. Ciò significa che dal 2016 ad oggi non siamo mai stati attaccati sotto il break in nessuna delle 30 partite disputate e perse).
      16 cucchiai di legno che, sovrapponendosi ai whitewash, ne fanno 6 di fila negli ultimi 6 anni.
      Sulle vittorie non mi soffermo, mi pare di ricordarne 12.
      La domanda, classica al punto di essere diventata retorica, “Perchè l’Italia è ancora al 6N?” non può che avere una risposta. Mi dispiace per tutti noi appassionati, ma ancoa di più er i ragazzi.
      Aperto ad ogni confronto davanti ad una birra, utile ad istruirmi su ulteriori motivazioni; lo dico con estrema sincerità.

      • Atley73 30 Novembre 2021, 11:35

        Caro Mich, tutto vero quello che dici, ma mi domando per quale motivo dovremmo fare noi oggi qualcosa che nemmeno gli altri ci chiedono di fare: suicidarci rinunciando alla partecipazione al 6 nazioni.
        Anche perchè se vera la retorica per cui non si partecipa per gioco ma per vincere, allora bisognerebbe domandarsi che ci fa ancora la scozia nel sei nazioni? Guardavo l’albo d’oro delle vittorie e con sorpresa ho scoperto che la scozia ha vinto 24 volte il titolo, vincendo le prime 18 tra il 1886 e il 1938… arrivando a 20 nel 1973 (!) e non vincendolo più dal 1999. La stessa Scozia si è beccata 25 cucchiai di legno, 4 dei quali tra il 2004 e il 2015. La storia dovrebbe essere che nel momento di difficoltà i veri sostenitori si uniscono per dare il sostegno e non per toglierlo. Mai mollare, come si suol dire e del resto se non si tiene duro ora, quando?
        I giovani di belle speranze ci sono, e sono senz’altro i migliori a disposizione degli ultimi 10 -15 anni, se non puntiamo su di loro possiamo anche chiudere baracca e burattini

        • Mich 30 Novembre 2021, 12:18

          Ciao Atley, ma infatti io non ho mai proposto l’uscita dal 6N. Non sta a me farlo, io posso solo decidere se guardarlo o meno. Certo, se dovessero escluderci o se la FIR dovesse chiamarsi fuori non ne resterei stupito.
          Il mio ero un invito alla coerenza: sono il primo a sedermi sul divano e godermi le partite tra Febbraio e Marzo, in ua sorta di rito nel quale cerco di trascinare mia figlia di 3 anni e mezzo sin da quando aveva 8 mesi (il suo primo 6N nel 2019). Però poi non resto particolarmente stupito per i risultati. Il fatto è che ogni volta, all’esito dell’ennesima sconfitta, leggo commenti infuriati che contengono sempre la solita domanda “Che ci facciamo al 6N?”. Bene, o continuiamo a chiedercelo, godendoci l’evento ben consci dei risultati, o chiediamo a gran voce di uscirne. Il 6N 2022 non si annuncia più roseo dei pregressi; eppure sono certo che ci sarà sempre qualcuno a credere di potercela giocare con Scozia o Francia, o di poter apporfittare di un Galles ferito. Nulla di male a scendere in campo per vincere, anzi è fondamentale crederci, ma bisogna essere realisti perchè altrimenti ad ogni sconfitta resteremmo stupiti.

      • Nik73 30 Novembre 2021, 19:13

        Chiedo scusa ma quando non sono in ferie non posso rispondere durante il giorno.

        Come signor nessuno che non ha mai giocato a rugby le mie discutibilissime e non infallibili opinioni sono rivolte a tutto il rugby italiano, non in particolare a te o al presidente: purtroppo e’ un fatto che le partite della nazionale siano diventate un calvario, onestamente quando ho guardato gli altri test match sembrava proprio un altro sport, e lo spettacolo era un po’ avvelenato dal fatto che la nazionale dovra’ giocare contro 5 di quelle squadre fra tre mesi, onestamente spero di avere torto marcio ma perderne una sotto i venti sarebbe gia’ un progresso.
        Penso che sia totalmente controproducente pensare che “tanto non ci tocca nessuno”, mi sembra che assomigli al “tanto abbiamo costruito la linea Maginot che e’ inespugnabile” , fino al giorno in cui la realta’ ti sveglia bruscamente…
        Penso che al momento la nazionale abbia bisogno assoluto di molti confronti alla portata ma non facili, avversari dal 10 al 20 del ranking, in modo da ricostruire un’attitudine vincente e reimparare a gestire situazioni di parita’ e/o superiorita’, forse perfino World Rugby se ne’ reso conto, probabilmente, immagino anche spinto dalla federazione italiana (almeno spero), in questo momento dal 9 in su sembrano essere totalmente su un altro livello, ricordo a tutti l’Argentina in crisi ha vinto senza faticare piu’ di tanto con l’Italia poi e’ stata battuta sonoramente dall’Irlanda, che e’ evidentemente almeno due livelli piu’ su di noi.
        Ora come ora troverei molto piu’ interessanti gli incontri con le Tier 2 piuttosto che le esibizioni senza senso con le Tier 1, e inoltre dobbiamo ricostruire la stima degli avversari, un tempo si poteva magari pensare che eravamo gli ultimi della Tier 1 ma eravamo al sicuro nelle partite con le Tier 2, ora non piu’, la partita con l’Uruguay ha infranto anche quell’ultima illusione (e non era niente piu’ che un illusione), penso che al momento si sia in un circolo vizioso di risultati negativi che aumentano l’attitudine a non saper vincere e le partite del sei Nazioni siano una parte del problema, onestamente credo che guadagnarsi la permanenza nel torneo con un playoff annuale per l’ultiam classificata sarebba meglio.

        • Mich 1 Dicembre 2021, 11:32

          Ciao Nik73, ma le tue osservazioni non rispondono al mio intervento. Tu dicevi che era triste pensare che al 6N ci siamo solo per meriti finanziari, io replicavo che, per quanto triste, era la realtà e ne esponevo le motivazioni. Non comprendo il senso della tua replica adesso.

  12. fabrio13H 30 Novembre 2021, 00:27

    …e i 15 anni futuri saranno da sommare a quelli già trascorsi: Sette vittorie oltre break in 22 edizioni!

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