Tante novità, a cominciare dal capitano, nel gruppo che sfiderà l’Australia nel primo incontro di questo autunno pieno di grandi partite
Test match: i convocati di Giappone-Australia, che apre l’autunno internazionale
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati

Summer Series 2025: un’ottima Inghilterra batte una spenta Argentina 12-35
A La Plata la squadra di Steve Borthwick annichilisce quella di Felipe Contepomi segnando quattro mete

British & Irish Lions vittoriosi anche contro i Waratahs: gli highlights del match
Huw Jones firma due mete, protagonista anche Alex Mitchell

Summer Series 2025: la Nuova Zelanda batte a fatica la Francia 31-27
A Dunedin gli All Blacks battono i transalpini con una bella prestazione di Will Jordan

Disastro Galles: perde col Giappone e sprofonda al 14° posto del ranking
I Dragoni incassano la 18esima sconfitta consecutiva a conferma di una crisi che sembra non avere mai fine

British & Irish Lions: Andy Farrell difende la convocazione di suo figlio Owen Farrell
Il tecnico accusato di nepotismo ha spiegato la scelta ricaduta su suo figlio

Test Match Estivi 2025: la formazione dell’Argentina che riceve l’Inghilterra
Bernasconi pronto all'esordio, c'è anche Gallo nei 23
Giappone?
Resta comunque la squadra con piu’ giocatori giapponesi tra tutte le nazionali XD
Dagli tempo, vedrai che risolvono anche questo 🙂
Ma come…Cornelsen, Millar, Leitch, Moore, Labuschagné…non lo senti come suonano immediatamente nipponici come nomi??
Almeno il capitano non è più un neozelandese. Ah no, aspetta, ora è un sudafricano.
Non lo so a me tutto sommato sembra ingeneroso. Leitch è in Giappone da quando aveva 15 anni e ci ha passato più della metà della vita, e in generale quelli che vanno in nazionale di solito hanno fatto almeno il liceo in Giappone. A me onestamente sembra peggio andare a cercare gente col nonno italiano che neanche parla la lingua
Dopo un po’ di ricerca (vedi commento sotto) mi rimangio la cosa sul liceo, più dall’università. Però mi sembrano comunque belli integrati
Allora se ho contato bene, su 37 convocati 15 sono nati fuori dal Giappone (così a occhio mi sa che sono meno degli scozzesi). La maggior parte arriva in Giappone tra i 20 e i 23 anni, ma per dire Nakajima da quando ne aveva 18 (e si è preso pure il cognome della moglie), Leitch dai 15, Ben Gunter (che a dispetto del nome è nato a Taiwan) credo dai 18 (anche se ha fatto le superiori in Australia), Koo Ji Won è in Giappone da quando aveva due anni. Altri, anche se sono arrivati da adulti, sono parecchio integrati (ad esempio Ai Valu ha iniziato a giocare in Giappone con l’università e ha la cittadinanza e la moglie giapponese).
Con questo non voglio dire che debbano essere un esempio, ma mi sembra meno scandaloso avere tanti giocatori formati fuori ma che diventano parte della società e sono integrati ai nostri naturalizzati o gente col nonno che stanno qui solo da giocatori, non spiccicano una parola di italiano e quando smettono di giocare se ne vanno.
E sì, sto mettendo dentro anche una serie di leggende del nostro rugby, per me sono meno italiani di quanto non sia giapponese la maggior parte dei giocatori dal cognome occidentale su cui fate ironia
Ciao Bumbumbam, apprezzo molto la tua ricerca. Io concordo con tutto quello che dici perchè, di base, sono assolutamente contrario alle equiparazioni. Ma è una pentola che è inutile scoperchiare perchè darebbe luogo al solito alternarsi di commenti contrastanti, attraverso i quali nessuna delle due fazioni, pro e contrari, riesce a convincere l’altra. Si faceva solo dell’ironia.
Detto ciò, che il Giappone sia un caso eclatante di equiparazione e naturalizzazione selvaggia e che le politiche sportive e le disponibilità finanziarie dei nipponici costituiscano un rischio per le compagini nazionali piccole, talentuose ma in difficoltà, è un dato di fatto.
Beh alla fine sono quasi tutti sudafricani australiani o neo zelandesi (nel senso, gli isolani magari avrebbero potuto giocare per la nazionale ma in ogni caso sarebbero rimasti in Australia o in Nuova Zelanda).
Rimane che secondo me, per quanto sia grato per quanto hanno dato, mi sembra che tanti giocatori passati in Italia siano stati molto più mercenari di questi (non mi metto a fare nomi per rispetto)
(Con “in Italia” intendo in nazionale, chiaramente per il rugby di club non ho nessun problema)
Attenzione, io non attacco MAI il giocatore, che ha tutto il diritto di ricercare per lui il massimo che un ambiente sportivo, nei limiti del regolamento, ha da offrirgli. Se il regolamento lo prevede, non è al giocatore che va demandata la crociata dell’identità sportiva nazionale quindi, quali che siano le sue personalissime motivazioni, sono tutte al di sopra di ogni possibile critica.
Non sto parlando dei giocatori, ma dei movimenti nazionali. Sinceramente credo che non siamo in una posizione che ci permetta di fare ironia sui giapponesi (e come noi parecchi altri, tra le tier 1 direi solo Argentina, Sudafrica, Inghilterra e Francia, su cui spesso facciamo ironia per i jiff ma che all’ultimo 6 nazioni aveva solo 4 giocatori non nati in Francia, e richiede il passaporto francese per giocare in nazionale)
Però sì sono d’accordo, se qualcuno deve fare qualcosa è World Rugby, finché non si muovono loro sono chiacchiere da bar. Io personalmente metterei un limite (decidano loro quanti), con la clausola della formazione (nel senso, se uno si trasferisce da bambino, pure senza cittadinanza mi rifiuto di considerarlo straniero). Una cosa tipo “se inizi prima dei 15 anni e ti fai 3-4 anni in una nazione, puoi rappresentarla senza contare come passaportato”
Scusami, ti scrivo qui solo per precisare che io faccio parecchia autocritica, quindi guardo innanzitutto la mia nazionale. Spesso mi lancio in commenti biasimo quando salta fuori qualche articolo circa un cognome esotico emergente appena lontanamente papabile e leggo sotto l’articolo “cappiamolo!”, senza nemmeno sapere se è effettivamente meglio di uno dei nostri. Per quanto riguarda i tuoi rilievi, concordo sulla necessità di agire, ma più che sul numero (per me 0 è l’unico limite ammesso) farei qualche riflessione su quanto suggerisci, relativamente all’età.
Allora, ho preso solo questa lista di convocati e i giocatori non nati in Giappone sono i seguenti e sono 11 su 23: Asaeli Ai Valu, Koo Ji-won, Isileli Nakajima, Craig Millar, James Moore, Liaki Moli, Ben Gunter, Jack Cornelsen, Pieter Labuschagne (capitano), Michael Leitch, Tevita Tatafu. Vanno aggiunti: Timothy Lafaele, Lomano Lemeki, Dylan Riley, Siosaia Fifita, Semisi Masirewa, Jone Naikabula. In tutto 17, quindi i giapponesi nati e cresciuti in Giappone e completamente giapponesi sono 20 (totale 37), quindi siamo a poco meno di metà squadra di giocatori non giapponesi…ora io dico: ok che saranno integrati, ok che parleranno giapponese (come mi sembra disse un ministro), ok che abbracceranno sicuramente usi e costumi del paese, ok che qualcuno di loro avrà anche studiato lì o ci si sarà trasferito da giovane e avrà giocato a rugby praticamente sempre lì…ma sono comunque tantissimi, considerato che il Giappone in materia di immigrazione è parecchio restrittivo e non certo accogliente nei confronti dello straniero, mi stupisco non poco che abbia una nazionale di rugby così composta. Per questo io non riesco a non vederla come una mossa furba per essere competitivi a livello internazionale, visto che comunque questo sport è piuttosto spinto in Giappone. Che poi siano comunque stati in grado di mettere su una squadra che è meglio dell’Italia (anche se sarei curioso di vedere una partita tra le due squadre), su questo non c’è dubbio. Ma se dobbiamo parlare di mercenari…io non farei grandi distinzioni.