Kieran Crowley tra Benetton e nazionale: “Pensiamo agli Ospreys, ma una finale sarebbe favolosa”

L’head coach del Benetton e prossimo CT ha parlato di Rainbow Cup e di nazionale al podcast ufficiale del Pro14

Kieran Crowley ha commentato la vittoria del Benetton in Challenge Cup ph. Ettore Griffoni

Kieran Crowley a tutto campo fra Benetton e nazionale – ph. Ettore Griffoni

Il capo allenatore del Benetton e prossimo CT della nazionale Kieran Crowley è stato eletto Coach of the Month del mese di maggio dopo i recenti successi del Benetton in Rainbow Cup.

Una volta ufficializzato il premio, è stato intervistato dal podcast ufficiale del Pro14, Under the sticks, condotto da Andy McGeady, Sean Holley e Paul Williams, che lo hanno interpellato sui temi del momento sia per quanto riguarda questa felice coda di stagione con i biancoverdi, sia sull’imminente cambio di ruolo per diventare il Commissario Tecnico della nazionale italiana.

“La nostra performance in questa stagione di Pro14 va messa nel contesto – ha detto il tecnico neozelandese, interpellato sul cambio di marcia repentino della sua squadra, passata da 0 vittorie in 16 gare a 4 vittorie consecutive e il miglior record della Rainbow Cup – mentre dalla partita di Glasgow siamo riusciti finalmente a entrare in un circolo positivo, a far crescere l’entusiasmo e adesso stiamo facendo bene: è una bella sensazione.”

“Il nostro Pro14 è stato ovviamente influenzato dagli infortuni e dalle assenze internazionali, ma oltre a questi due fattori siamo stati colpiti abbastanza pesantemente dalla situazione. C’entra anche la cultura italiana, molto basata sullo stare insieme intorno a una tavola, sulla socialità, e non poter avere certi momenti è stato più duro che in altre situazioni.”

“In ogni caso la stagione del campionato è stata difficile per entrambe le franchigie italiane, ma anche per le scozzesi. Noi che abbiamo soltanto due squadre da cui le nazionali attingono, abbiamo perso circa 20 giocatori ad ogni finestra internazionale, senza poterne avere alcuni indietro per il fine settimana come succedeva di solito.”

“Devo dire che anch’io ho fatto alcuni errori nella gestione di alcune cose. Nelle ultime sei settimane circa ho cercato un po’ di cambiare il modo di affrontare certi aspetti. Durante la stagione ho provato a fare un passo indietro e lasciare più spazio agli altri e penso che questo sia stato un grosso errore da parte mia.”

“Ci sono un sacco di aspetti da considerare, comunque, non ultimo il rimbalzo della palla. Ci sono state almeno sei/sette partite nel corso della stagione in cui abbiamo perso nei minuti finali, situazioni che cambi quando incominciano ad andare per il verso giusto e prendi fiducia, che è quanto successo dopo la partita contro Glasgow.”

Dopo aver battuto la franchigia scozzese e due volte le Zebre, nell’ultimo turno di Rainbow Cup è stata la volta di Connacht, caduto sul campo di casa. Una partita dove il Benetton ha beneficiato di numerosi calci in mischia ordinata.

“Stiamo andando bene in mischia chiusa, anche se è un’area di gioco di cui certo non sono esperto. Penso che contro Connacht siamo stati da una parte fortunati perché qualche chiamata che poteva essere 50 e 50 è andata dalla nostra parte, ma anche che stiamo mettendo in difficoltà gli avversari perché abbiamo una prima linea fatta di giocatori più bassi della media, e questo sta mettendo in difficoltà i nostri avversari.”

“Ad essere onesti, non credo che abbiamo giocato benissimo la partita. Siamo stati un po’ inconsistenti. Però in questo momento siamo capaci di fare giocate importanti e questo sta facendo la differenza.”

La prospettiva è quella di un Benetton che, vincendo contro degli Ospreys che non hanno più molto da chiedere alla stagione, potrebbe guadagnare una storica finale di una competizione internazionale da giocare per di più sul campo di casa.

Crowley però preferisce non pensarci: “Se c’è un cosa che ho imparato qui in Italia è che quando ci troviamo in queste situazioni i giocatori non sempre reagiscono alla pressione come dovrebbero, anche per motivi di esperienza. Quindi per il momento dobbiamo pensare solamente a cosa faremo nel giro del prossimo paio di giorni e andare avanti un passo alla volta. Ovviamente giocare una finale a Treviso sarebbe favoloso per noi e per l’intero movimento italiano, faremo del nostro meglio per arrivarci.”

L’intervista è poi volta sul lato internazionale. Kieran Crowley diventerà il prossimo allenatore della nazionale italiana, una squadra in crisi di risultati oramai da tempo.

“Qui in Italia da poco c’è stato un cambio di leadership a capo della federazione – ha raccontato – Ho ricevuto una telefonata, le cose sono andate avanti, poi si sono bloccate, quindi sono andate in porto e ho firmato per la nazionale.”

Leggi anche: Italia: a giugno il primo raduno sotto la direzione di Kieran Crowley

“Chiaramente i risultati dell’Italia fra Sei Nazioni e test matches non sono buoni, e in più se guardiamo il calendario vediamo che in 7 delle prossime 8 partite giocheremo contro squadre fra le prime 9 al mondo.”

“Da parte mia, non mi aspetto di arrivare e cambiare il mondo. L’ho detto chiaramente quando mi hanno offerto la posizione: non vi aspettate di avere risultati immediati. Penso che quello che dobbiamo fare è trovare uno scopo e una ragione per le quali giocare, e quello che dobbiamo ottenere è riguadagnare rispetto e credibilità per la squadra nazionale. Potremmo non raggiungere risultati importanti, ma spero che le prossime prestazioni mostreranno questo.”

“Abbiamo tanti buoni giocatori in Italia, forse manchiamo un po’ di stazza ed esperienza nei primi cinque uomini, un’area nella quale dobbiamo migliorare e so che i giocatori in questi ruoli stanno lavorando tantissimo. Ci sono tanti ottimi giovani, ma intorno a loro devi avere anche giocatori più esperti che sono capaci di tenere le cose sotto controllo quando il gioco si fa duro. Garbisi è un top player che lavora tantissimo sul suo gioco, è molto concentrato e penso sarà un numero dieci internazionale per molto tempo.”

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