Prima mossa di discontinuità della nuova gestione del Presidente Federale Marzio Innocenti
Franco Ascione non sarà più il responsabile dell’area tecnica FIR
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Decisione rapida! 🙂
In bocca al lupo a chiunque subentrerà, nel breve o nel mio termine: e’ sicuramente una sfida molto difficile, viste le tristi condizioni del rugby di base.
Direi mossa azzeccata!
Giusto per mettere subito le cose in chiaro
SBAAMMMM
Il tuo commento mi ricorda Vicky Ba Bam!
Penso che ad Ascione ricordi qualcosa di meno divertente…?
Gente che dovrà trovarsi un lavoro dopo anni di cuccagna!!!
…e noi gli auguriamo di cuore di trovare un altro lavoro.
Non auguriamo a nessuno la disoccupazione, ma un ricollocamento in una posizione diversa, in una diversa organizzazione.
Ma infatti così è .
Da un giornale locale che ha intervistato Innocenti, il responsabile sig.Ascione non viene ” licenziato” ma passerà le sue conoscenze al sig.Daniele Pacini ….in sostanza ci sarà un cambiamento ma se deve passare le due competenze ad altri …ci vorrà tempo…mesi!!!
In valutazione prossima situazione zebre …con Padova e cordata estera intenzionata a subentrare ….ma lo stesso Innocenti diceva che per gli esteri non c’è da un pezzo di carta scritta ….insomma !?!?!?!?!
Lo stesso Innocenti ha detto che Ascione rimarrà in Federazione (d’altronde ha un contratto a tempo indeterminato, fatto non si sa su quali basi e risultati), ma ben lontano dall’Area Tecnica
…promoveatur ut amoveatur, secondo la migliore tradizione capitolina…
…tempo inderminato ?
Però…bel contratto .
Pensavo che per certe aree e figure ci fossero altri tipi di contratto legati ,appunto , a risultati e/o periodi di tempo .
A questo punto bisognerebbe sentire pure l’altra campana…….
Sicuramente non verrà licenziato essendo dipendente Fir, ma affidato ad altri incarichi. Sarà poi lui in futuro che sceglierà tra stare lì completamente depotenziato o se andare dall’amico Alfredo a fare il responsabile dell’area tecnica di Calvisano. Di sicuro Innocenti non ha perso tempo per far capire che adesso ci sarà un cambiamento, speriamo non sia troppo tardi.. Ps finito il 6 nazioni mi aspetto decisioni drastiche anche in nazionale
Francamente non possiamo pretendere di più visto che il nostro rugby ha vissuto la peggiore combinazione astrale dal dopo guerra ad oggi. Gavazzi, Ascione e … O’Shea! Fellini con la Dolce Vita ha raccontato la metà di quanto “qualcuno” ha vissuto con il nostro rugby. COS, villa sul lago di garda a spese fir (diceva così sono a metà strada fra Treviso e Parma …che ridere) poteva fare HC nel 6 Nazioni solo supportato da una coppia come GavAsc (tanto che gli inglesi gli fanno fare tutt’altro) e se ne andato senza gestire il ricambio generazionale e lasciando il cerino in mano a Smith. Comunque Pacini? Teoricamente mal che vada sarà un successo
Ascione dubito lo rimpiangerà qualcuno… ,a trovo ingeneroso il commento su O’Shea, probabilmente la miglior cosa che sia passata come CT dalle nostre parti da molti anni a questa parte. Personaggio che ha avuto carta bianca e mezzi che altri suoi predecessori si sarebbero sognati (roba che se avesse avuto Mallet staremmo a raccontarci un’altra storia), ma che ha lavorato a testa bassa: era spessissimo a Treviso e credo anche a Parma… certo, ha fatto il vino con l’uva che aveva…
Con uno stipendio da CT avrebbe dovuto prendersi un appartamento a Remedello per stare vicino all’accademia e non fomentare l’invidia altrui?
In federazione ci sarà uno stanzino per le scope ed i secchi a cui fare la guardia?Ascione potrebbe ben sfruttare le sue competenze cominciando da lì.
Io sono contrario al mobbing. In tutti i casi.
Recuperare i danni che ha fatto questo qua richiederà più di 10 anni. Mica solo lui, eh! Ma qua si tratta di cambiare in profondità tutto il sistema, roba di generazioni
taac
Buon giorno a tutti
…sperando che non sia come questa:
https://www.youtube.com/watch?v=mAMFdD2jfOo
… 🙂
mezzo capolavoro! Primo rap della storia possiamo dire….e manco sapeva di averlo fatto!
?
Saluti e figli maschi
https://thumbs.gfycat.com/AdvancedFlawedIcelandicsheepdog-size_restricted.gif
Non so neanche che faccia abbia questo signore quindi inutile commentare. Tuttavia, buttargli addosso la croce pensando che sia il responsabile di tutti i mali del rugby italiano è riduttivo. I giocatori nascono e crescono nei club. Il Benetton quest’anno non ha vinto una partita. Se i nostri giovani sono meno aggressivi, placcano meno e hanno lacune importanti nei fondamentali è lo specchio del movimento, club in prima persona. Il veneto ha più soldi e popolazione dell’Irlanda. Per non parlare di Lombardia e Emilia Romagna. Forse ora i club iniziano a collaborare, tra di loro e con la Federazione. La strada è lunga e ognuno si deve prendere le proprie responsabilità.
penso che il tuo sia un commento molto corretto e condivisibile
Bisogna anche che il pubblico cominci ad andare allo stadio per vedere il rugby (distanziamento sociale permettendo). Se il PIL e’ alto ma di uno specifico sport non interessa niente a nessuno, gli sponsor non arrivano.
atto dovuto.
Attenzione con i paragoni perché l’Irlanda del 2021 non è più quella che fu. Come isola ha una popolazione di 6 milioni e mezzo di abitanti, il PIL nominale dell’Eire è di $210 miliardi, quello dell’Irlanda del Nord è di £49 miliardi. A confronto Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, popolazione rispettivamente 4800000, Lombardia 9900000, Emilia Romagna 4400000 e PIL nominale di €162, €380 e €157 miliardi.
Somma le tre regioni e annichiliscono l’Irlanda. Tanti anni fa il grande attore di teatro irlandese Peter O Toole sperava che l’Irlanda perdesse sonoramente (cosa che avveniva regolarmente) per poter eliminare tutto lo staff della federazione e ripartire da zero. Credo che i risultati si siano visti dopo tanti anni. L’Irlanda 30 anni fa era ciò che siamo noi oggi.
Negli anni novanta l’Irlanda ha perso due volte consecutive contro l’Italia.
Hanno ripensato il loro sistema, hanno ristrutturato un sacco di cose (alcuni cambiamenti sono stati dolorosi), hanno aperto decisamente al professionismo, e nel giro di pochi anni sono diventati (e rimasti) decisamente competitivi.
Alle volte bisogna cambiare per non morire.