Sei Nazioni 2021: Il Galles vince ad Edimburgo e si candida come pretendente per il Titolo

Al BT Murrayfield finisce 24-25. Prestazione monstre di Rees-Zammit, il rosso a Zander Fagerson e la difesa gallese i fattori determinanti

Credit ©INPHO/Tommy Dickson

La vittoria raccolta settimana scorsa a Twickenham contro l’Inghilterra ha accesso gli entusiasmi da questa parte del Vallo di Adriano, ma questa edizione del Sei Nazioni, influenzata com’è dalla situazione esterna, va davvero vissuta una gara alla volta, ancora più del solito. E, ancora più del solito, questa edizione del Sei Nazioni dev’essere considerata una maratona.

Se sabato scorso a Londra c’era in palio la Calcutta Cup, oggi al BT Murrayfield contro il Galles la Scozia cerca di tenersi in bacheca la Doddie Weir Cup conquistata a Llanelli in ottobre e, allo stesso tempo, compiere un ulteriore passo verso la conquista della Triple Crown (che i Dark Blues non vincono dal 1990) per cui solo Scozia e Galles sono rimaste in corsa dopo i risultati del primo turno.

Il terreno riscaldato del BT Murrayfield si presenta in ottime condizioni al calcio d’inizio, nonostante il freddo pungente e la breve ma intensa nevicata scesa su Edimburgo nell’immediato pre-partita. Il drop di Russell dà il via al match e, nonostante si possa considerare leggermente favorita la Scozia, è il Galles a mettersi in mostra per primo, conquistando una punizione nella prima mischia chiusa – ma gettando al vento una potenziale piattaforma offensiva per il brutto lavoro in touche.

Nei primi sei minuti di gioco la Scozia ha già concesso tre punizioni (a Londra ne aveva concesse sei in tutto il match), segno che i Dark Blues hanno approcciato il match un po’ troppo nervosi. Halfpenny sceglie i pali alla terza occasione e porta avanti i suoi (0-3 al 7′) ma la Scozia ha una buona reazione e al 10′ pareggia i conti con un piazzato di Russell (3-3).

Al 12′ Townsend è costretto ad un primo cambio (che diventa definitivo) con Thomson che, colpito alla testa da Turner, lascia il campo per un HIA. Al suo posto entra Gary Graham e Matt Fagerson si sposta blindside.

Il gioco al piede della Scozia non è, oggi, ispirato come settimana scorsa a Twickenham e la Scozia, dopo un paio di errori, decide di cambiare tattica e passare attraverso le fasi. La scelta porta i suoi frutti al 18′ quando Darcy Graham (servito, dopo qualche fase, da un perfetto chip di Ali Price) va oltre la linea eludendo il disperato intervento di Halfpenny. Russell trasforma e la Scozia passa in vantaggio (10-3).

Il secondo quarto si apre con un bellissimo calcio di avanzamento di Ali Price (finora davvero uno dei migliori) e col Galles ancora costretto a difendersi molto vicino ai propri 22m (piccolo dato: nella prima mezz’ora, si gioca per il 42% nei 22m gallesi). La Scozia sente il momento favorevole e al 24′ arriva la seconda meta, con Stuart Hogg che calcia per se stesso, approfitta di un brutto errore di Halfpenny e chiude in tuffo oltre la linea bianca una bellissima azione corale. Russell da posizione angolata è preciso e porta la Scozia oltre il break (17-3).

Al 32′ Halaholo debutta con la maglia del Galles al posto di Halfpenny che esce per un HIA (che diventa cambio definitivo in avvio di ripresa), dopo aver commesso un placcaggio su Darcy Graham in volo (da cui non uscirà nulla). I Dragoni hanno una bella reazione negli ultimi minuti della prima frazione, quando riescono finalmente ad accamparsi nella metà campo scozzese per più di qualche fase costringendo la difesa avversaria all’indisciplina.

Dopo due punizioni consecutive e con un vantaggio accordato dal direttore di gara, Rees-Zammit al 37′ riesce a trovare un buco al largo tra le maglie scozzesi e mette a segno la prima meta gallese. Biggar spedisce la trasformazione a lato e le squadre vanno a riposo sul 17-8.

La meta potrebbe galvanizzare il Galles e per la Scozia, nel secondo tempo, c’è un’altra prova di maturità da superare. Non solo, infatti, la pressione di un pronostico “leggermente a favore” ma anche e soprattutto il vantaggio nel punteggio da gestire per non gettare al vento il lavoro fatto fin qui.

Il secondo tempo si apre sulla falsariga del primo, ovvero Scozia indisciplinata e Galles propositivo ma inconcludente. Dopo cinque minuti difficili, la punizione conquistata da Hamish Watson al breakdown regala alla Scozia la piattaforma offensiva ideale. Penal’touche ai limiti dei 22m gallesi, azione multi-fase con successiva punizione conquistata sui 5m avversari ma, quando la terza meta sembrava ormai vicinissima, un’incomprensione tra Cummings e Gary Graham vanifica gli sforzi.

Nel ribaltamento di fronte arriva la seconda meta gallese che riapre la gara. Dopo qualche fase in trincea, l’ovale viaggia veloce e Rees-Zammit si trasforma in assistman per Liam Williams, prima che Sheedy aggiunga i due punti della trasformazione che accorcia il distacco del Galles a due soli punti (17-15).

E due nell’azione successiva, il TMO viene chiamato in causa per un intervento di Zander Fagerson in un raggruppamento. Il pilone destro della Scozia entra di spalla per pulire il raggruppamento e colpisce l’avversario alla testa. Il direttore di gara non vede nessun fattore che può mitigare la sua decisione e mostra il cartellino rosso al numero 3 scozzese.

Settimana scorsa O’Mahony aveva regalato più di un’ora in superiorità numerica al Galles, oggi i Dragoni hanno ‘solo’ venticinque minuti ma non perdono tempo e al 55′ trovano la terza meta con Wyn Jones. Sheedy stavolta non trasforma ma il Galles completa il contro-sorpasso (17-20) e mette Hogg e la Scozia di fronte ai venticinque minuti più difficili degli ultimi mesi.

La reazione dei padroni di casa è rabbiosa e i Dark Blues arrivano ad un palmo dalla linea di meta gallese. La difesa ospite si salva con l’indisciplina e la Scozia, conquistata una punizione sotto i pali, decide di andare per la mischia chiusa. La scelta sembra piuttosto ambiziosa ma porta i suoi frutti e, al terzo tentativo, offre la piattaforma ideale per la meta di Stuart Hogg che batte Watkin ed elude il disperato tentativo di Tompkins prima di andare a schiacciare l’ovale oltre la linea.

Russell trova la trasformazione da posizione angolata e riporta i suoi avanti (24-20) quando sul cronometro resta poco meno di quindici minuti ancora da giocare. Hogg è perfetto nel leggere le intenzioni di Sheedy andando a bloccare la strada a Rees-Zammit al 68′ ma non può nulla un minuto più tardi, quando l’ala di Gloucester, ricevuto l’ovale sulla fascia, lo calcia per se stesso battendo in velocità Harris e il capitano scozzese andando a schiacciarlo oltre la linea avversaria.

Si entra negli ultimi dieci minuti sul 24-25 e con la Scozia che cerca disperatamente di trovare un modo per raddrizzare la gara. Come settimana scorsa, la difesa gallese sale in cattedra e dopo qualche minuto in trincea il piede di Louis Rees-Zammit trova un calcio d’avanzamento che ricaccia la Scozia nei propri 22m a tre minuti dallo scadere.

Russell prima rischia di regalare il punto di bonus al Galles, poi va a costringere Tompkins (che aveva intercettato il suo passaggio) al tenuto, dando ai Dark Blues l’ultimo possesso. La Scozia deve però ripartire dai propri 22m quando il cronometro è ormai rosso ma dopo qualche fase trova una punizione che regala metri preziosi ma non produce risultati.

Il Galles vince la seconda gara consecutiva e si candida come pretendente per il Titolo, per la Scozia tanti aspetti positivi ma decisamente non il risultato sperato. Finisce 24-25, i Dragoni restano l’unica squadra ancora in corsa per la Triple Crown.

Scozia: 15 Stuart Hogg (c), 14 Darcy Graham, 13 Chris Harris, 12 James Lang, 11 Duhan van der Merwe, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Matt Fagerson, 7 Hamish Watson, 6 Blade Thomson, 5 Jonny Gray, 4 Scott Cummings, 3 Zander Fagerson, 2 George Turner, 1 Rory Sutherland
A disposizione: 16 David Cherry, 17 Oli Kebble, 18 WP Nel, 19 Richie Gray, 20 Gary Graham, 21 Scott Steele, 22 Jaco van der Walt, 23 Huw Jones

Marcatori Scozia
Mete: D. Graham (18′), Hogg (24′, 65′)
Trasformazioni: Russell (19′, 25′)
Punizioni: Russell (10′)

Galles: 15 Leigh Halfpenny, 14 Louis Rees-Zammit, 13 Owen Watkin, 12 Nick Tompkins, 11 Liam Williams, 10 Dan Biggar, 9 Gareth Davies, 8 Taulupe Faletau, 7 Justin Tipuric, 6 Aaron Wainwright, 5 Alun Wyn Jones (c), 4 Adam Beard, 3 Tomas Francis, 2 Ken Owens, 1 Wyn Jones
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Rhodri Jones, 18 Leon Brown, 19 Will Rowlands, 20 James Botham, 21 Kieran Hardy, 22 Callum Sheedy, 23 Willis Halaholo

Marcatori Galles
Mete: Rees-Zammit (38′, 69′), Williams (51′), W. Jones (55′)
Trasformazioni: Sheedy (52′)
Punizioni: Halfpenny (7′)

Matteo Mangiarotti

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