L’assistente allenatore di Franco Smith ha parlato in un incontro stampa virtuale
Italia, Marius Goosen: “Tante cose da migliorare. Non dobbiamo regalare punti e metterci sotto pressione da soli”
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“Durante la gara, ad ogni modo, si è visto che li possiamo mettere sotto pressione anche noi in attacco, come abbiamo fatto qualche volta, ma ci è sempre mancato qualcosa per finalizzare in queste partite”
Se si riferisce al l’incursione di Negri nei primi minuti, all’intercetto con meta di Padovani e alla meta finale di Garbisi beh molto scarna come pressione.
Sul fatto di essere indietro fisicamente sinceramente parlando della Benetton contro Ulster e Leinster non mi è parsa tutta sta difficoltà poi è anche vero che ci sono i vari stranieri..
Sono almeno 5 anni che non vinciamo gli impatti e giochiamo sul piede arretrante. Inizia a diventare un po’ trita la storia della preparazione…
Mario, te vojo ben, ma son 20 anni che ci confrontiamo con questi livello. Non è che può essere presa a giustificazione il fatto che gli altri siano più abituati di noi a combattere a certi standard. Il fatto ahinoi è che gli altri hanno uno standard di riferimento più alto del nostro, tutto qui.
Domanda: ma quello accanto a te nella foto non può tornare a insegnarci qualcosa? Cosi en passant.
*Marius ovviamente, non Mario. Stupido correttore.
questa storia degli attacchi reiterati e dispendiosi di energie fisiche e mentali non finalizzati non è la è prima volta che la si vede, pure Treviso e Zebre spesso attaccano senza realizzare nulla, per poi beccarsi in un battibaleno la risposta degli avversari.
Riguardo ai giovani la crescita c’è di certo ma manca la punta della piramide.
Su una cosa ha ragione di sicuro: i nostri hanno sul groppone un numero veramente esiguo di partite di club giocate al più alto livello. L’avanzamento di questi ragazzi passa necessariamente da un miglioramento dei risultati delle due franchigie. L’esperienza ad alto livello (inteso come conoscenza dello standard nel contatto e nelle velocità di esecuzione richiesta) che ti da un quarto di finale di Ch. League non te la da un intero campionato di Pro14 giocato nella parte alta della classifica. E a questa carenza non può sopperire la nazionale che ti costringe appunto a giocare a un livello ancora più alto, che conosci poco o niente. Secondo me a noi manca molto quel gradino esperienziale. Poi c’è altro… ma certo con due franchigie che difendono male la maul in pro14 non potrai avere una nazionale che la difende bene. Se in pro14 la tua squadra migliore ha un sistema difensivo molto attendista, mentre la peggiore ce l’ha più arrembante ma molto meno qualitativo nel placcaggio, non potrai avere una difesa che ruba spazio quando serve. Non metterai pressione. Il punto di partenza dovrebbe essere l’under 20, che gioca coi pari età a livello discreto, per accelerare il passaggio dei migliori e dargli minuti presto in pro14. Molto presto. Contratti brevi, stranieri di qualità e azzurrabili. Nessun sentimentalismo.
Ma dicendo che sono indietro fisicamente.. vuol dire che avrebbero risolto i problemi nel difendere i bd e nel essere incisivi a contatto in attacco? No perché avevamo x il primo lo stesso problema a febbraio.. mentre x il secondo è un problema che c è da anni.. chiamare così tanti giovani senza alcuna esperienza a livello pro.. quanto può essere utile giocare contro giocatori di esperienza, già formati fisicamente e a detta dello stesso Marius, più in condizione di loro..
Oh, ok.
premesso che nono ho competenze adeguate ma leggere che uno dei maggiori tecnici azzurri ritiene che i problemi più grandi del ns più alto livello sono di tipo fisico e regolamentare mi fa saltare sulla sedia : quindi tecnicamente siamo a livello dell’Irlanda? come capacità tattiche di squadra non c’è differenza tra gli azzurri ed il resto di Ovalia? mah….a leggere queste parole l’ipotesi che la causa della ns situazione stia nella qualità dei tecnici (non è una critica al buon Marius ma alla situazione in generale) mi fa perdere i pochi dubbi in merito….del resto affermare “non siamo capaci a formare adeguatamente i ns giovani” non sarebbe carino
Concordo Bosch, però è pur vero che affermare come stanno esattamente le cose è, per coerenza, il passo immediatamente precedente la propria dimissione. Sostenere quello che dici, ovvero il giusto, implicherebbe il riconoscere di far parte di un sistema che non mi piace, che non funziona, che non migliora nè vuole migliorare, pertanto me ne vado. E questi col rugby ci campano.
Io più sopra mi sono limitato ad un “Oh, ok”, perchè cosa mi dovrei attendere di diverso? Non li difendo nè li giustifico, ma posso capire. Di solito, anche se sono molto deluso dopo il 90% delle partite (anche quelle che vinciamo non le vinciamo mai come si deve), non mi aspetto mai dichiarazioni che si scostino più di tanto dal solito copione.
Detto tra noi, tifosi, il mio pensiero è il tuo. Il gap non è circoscritto al fisico. Secondo me manca la testa, ma me ne feci una ragione anni fa. Al pari di un tifoso di calcio australiano, che sa che la sua nazionale non raggiungerà mai traguardi importanti, da tifoso di rugby italiano mi siederò ogni volta sul divano, birra in mano, a sperare in un qualcosa in più. Ma la realtà è che l’Italia del rugby è destinata a soffrire, e noi tifosi con lei.
e se fosse semplicemente la mancanza di talento? Gli allenatori delle nazionali giovanili dicevano a Bergamasco di andarci piano con i placcaggi perché faceva troppo male… abbiamo avuto una terza fenomenale con Bergamasco, Parisse e Zanni. Ma quando più? Quando più in estremo come Masi, se non ricordo male persino giocatore scelto o candidato come migliore del Six Nations? Centri come Garcia e Canale con Mirko all’ala? Una Prima con Perugini, Ghiraldini e un certo Castrogiovanni, eletto miglior giocatore del campionato inglese? E Lo Cicero per gradire? Ci hanno illuso di essere molto meglio di ciò che siamo. Il movimento questo produce, temo.
…va a finire che la colpa è di tutti quelli che hai citato (ma anche Dallapé e Del Fava non erano male, e Bortolami non scordiamolo) se oggi la nazionale è ridotta nelle condizioni in cui si trova!… 😉
Va anche detto che i piloni che hai citato (grandissimi) nel rugby di oggi giusto in chiusa (non è poco eh) andrebbero ad impattare bene ma in giro per il campo molto meno.
Siano comunque sempre lodati per quello che ci hanno dato.
Masi vinse il premio come miglior giocatore del torneo nel 2011 (e quell’anno battemmo anche la Francia, nostalgia canaglia). e quell’anno subimmo un grosso scalpo solo con l’inghilterra. Quell’anno avevamo, tra i tanti, anche in rosa Sole, Bernabò, Semenzato e Burton (ultimo gran mediano di apertura che abbia vestito la maglia azzurra a mio modo di vedere). Avevamo una rosa bella tosta e rognosa, ma al posto di insistere sul settore giovanile ci siamo adagiati sugli allori …
Siamo passati da perugini, ghiraldini, castro(con riserve ottimi giocatori come nieto e lo cicero) a fischetti, bigi, zilocchi. Con tutto il rispetto siamo lontani anni luce
Burton aveva il drop facile …che veniva buono quando TV attaccava a dx e sx ma con poco risultato.
( il problema quindi è datato ).
Ma ricordo anche quando con punizione a favore non riusciva a trovare la touche e anziché andare a creare rogne nei 22 avversari TV doveva preoccuparsi del contrattacco avversario.
È stato comunque rimpianto perché quando è andato in Galles ci sono stati 1( 2 ) anni dove è stata dura a m.di apertura.
Parafrasando: siamo scarsi tecnicamente ma dico altre cose. Voglio tenermi il posto se no non porto la pagnotta a casa.