Gli ultimi venti minuti del giocatore dei Crusaders hanno dimostrato a tutti perché è il numero 10 degli All Blacks
Slow Motion #70: Richie Mo’unga, un passaggio per la maglia nera
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
Siya Kolisi è nella lista delle 100 persone più influenti del 2024 di Time
La nota rivista ha inserito il capitano del Sudafrica nel suo prestigioso elenco di personalità
European OnRugby Ranking: il Benetton guadagna tre posizioni, Tolosa sul podio
I Trevigiani salgono ancora dopo la vittoria nei quarti di Challenge, Bordeaux fuori dalla Top10
European OnRugby Ranking: balzo in avanti del Benetton, Bordeaux entra nella Top 10
I biancoverdi trevigiani salgono ancora dopo la vittoria con i Lions. Le Zebre scendono di una posizione
European OnRugby Ranking: il Benetton vince e risale, Northampton si avvicina alla vetta
I biancoverdi risalgono la nostra classifica dopo aver battuto Connacht. Le Zebre pagano la sconfitta coi Dragons
OnRugby Raking: cambio al vertice. Il Benetton paga cara la sconfitta con gli Scarlets
In testa c'è una nuova capolista
Da Ben Curry a Michela Sillari: quando il “crocodile roll” diventa pericoloso
Quello del centro azzurro è solo l'ultimo dei tanti infortuni causati da questa manovra nel breakdown
Mo’unga dopo un primo tempo abbastanza anonimo dove era riuscito pure a sbagliare diversi calci, riesce a riprendere per mano la squadra fornendo 40 minuti di grande classe e riuscendo a mettere lo zampiono sulle due mete che portano i Crusaders alla vittoria.
Nel primo tempo ha subito tanto la pressione dei Blues, da raggruppamento la pressione delle terze non riusciva a dare ritmo alla manovra, uscivano spesso palloni lenti; sulla linea difensiva, invece i trequarti leggevano bene sia le sue linee di corsa che di passaggio.
A questo va aggiunto però che nel corso del torneo i Crusaders non sono riusciti ad avere un piano tattico alternativo, nè un vero e proprio secondo play che togliesse un pò di pressione a Mounga.
Sicuramente però la grandezza del giocatore si è vista nel momento in cui è riuscito ad uscire dal momento negativo e riprendere confidenza in se stesso, prova ne è il calcetto da restart.
Dopo questa finale non dovrebbero esserci dubbi su chi sia il prossimo 10 All Blacks, eppure non è del tutto apprezzato dalla maggior parte tifosi, sicuramente non ha il physique du role dei vari 10 che negli anni si sono susseguiti, però negli anni ha acquisito una solidità mentale di assoluto livello, forse anche più di B. Barrett che invece sabato sembra non essere mai entrato in partita e che si è spento col passare del tempo.
Però i due insieme, con il gioco che si è visto in Nuova Zelanda in queste settimane, potrebbero fare grossissimi danni, in fondo al mondiale sono arrivati senza tantissimo game time insieme e qualcosa è andato storto, adesso avrebbero il tempo necessario per affinare la tecnica. Senza dimentare le alternative nei ruoli, un Jordie Barrett che rientrando negli Hurricanes ha giocato bene o male con le stesse caratteristiche tecnico tattiche, oppure Jordan, McKenzie che forse ad oggi rischia di stare fuori. Quasi tutti con la possibilità di giocare nel doppio ruolo apertura/estremo…
Va bene tutto, ma il mondiale’ passato e adesso e’ il caso di guardare avanti, altrimenti non ci si toglie più la scimmia dalle spalle…
Sarà, ma non è un passaggio che lo promuoverà apertura superiore a Barrett (che si sarà anche spento, ma finché lo schierano a 15 ha molti meno modi di influire…). Certo, stiamo disquisendo tra la prima e la seconda migliore apertura di NZ, che comunque anche per me è un’opzione migliore dell’esperimento McKenzie (…).
Personalmente, vedrei bene Beauden a 10 e Mo’unga seconda apertura a 12 (anche a calciare, se offre migliori garanzie), tanto hanno comunque un 13 roccioso per la difesa e come apriscatole, McKenzie estremo (oh, là! Ragazzi, questo è un nuovo Cullen!) e Jordie ala oversize.