Agustin Pichot si è candidato alla presidenza di World Rugby

L’argentino, che sfiderà Bill Beaumont, promette una rivoluzione

Agustin Pichot from World Rugby greets France’s Alex Burin after France won the U20 World Championship rugby final match against Australia at Racecourse Stadium in Rosario, Argentina, on June 22, 2019. (Photo by Juan Gasparini / AFP)

Agustin Pichot, 45enne ex grande numero 9 dell’Argentina ed attuale vice presidente di World Rugby, si è ufficialmente candidato – in extremis, con la scadenza che era prevista per questo weekend – alla presidenza del governo mondiale ovale (le elezioni si terranno il prossimo maggio), annunciando la sua discesa in campo attraverso i propri account social.

L’ex Pumas, che sfiderà così l’accoppiata Beaumont (attuale presidente)-Laporte, ha presentato un programma con sei punti focali, promettendo una rivoluzione, spiegata nel dettaglio in una lunga intervista al Daily Mail.

“È un momento critico. Ho una visione diversa del gioco rispetto a Bill. Non sto dicendo che la mia sia migliore della sua. Peraltro, non ho parole negative da spendere sul suo conto, ma la pensiamo diversamente”, ha spiegato Pichot alla testata britannica.

Un’idea sintetizzata nei sei punti del manifesto, riportati sotto in italiano, con la volontà di rimettere al centro del villaggio Il Nations Championships, e modificare i rapporti di forza/peso presenti tra le varie Unions.

I punti focali del programma di Pichot:

  • Affrontare le sfide poste in essere dall’impatto del COVID-19 riallineando il calendario globale e creando una “narrativa avvincente”, sia per gli uomini che per le donne, sia per quanto concerne il XV che il 7s. Club, sindacati e società di private equity verranno consultati in merito a un torneo annuale con 12-14 test per nazione all’anno.
  • Una struttura governativa democratica. Un obiettivo – a lungo termine – di cambiare il sistema di voto ponderato, che allo stato attuale dà più potere alle nazioni benestanti, nonché la condivisione delle entrate.
  • Una sempre crescente attenzione al rugby giovanile, a quello di base, incluso un focus sulle nazioni emergenti, come possono essere Brasile e Tunisia.
  • Un gioco sicuro e divertente, con un dipartimento dedicato all’innovazione tecnologica.
  • Commissioni obbligatorie di atleti, al fine di mettere i giocatori al centro del processo decisionale, con discussioni sulla riduzione dei salari per creare sostenibilità.
  • Rivedere tutte le strutture interne di World Rugby, per “ripristinare la fiducia” nell’organo governativo.

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