Rugby World Cup 2019: All Blacks-Galles, la partita dei saluti

Steve Hansen, Warren Gatland, Kieran Read, Ben Smith, Ryan Crotty: la finale per il 3°/4° posto è anche un modo per dirsi addio

galles all blacks

Galles e All Blacks nel 2017 (ph. Reuters)

A chi serve una finale per il terzo e il quarto posto di una Rugby World Cup 2019? Per All Blacks e Galles è un modo per ricordarsi di non avercela fatta, di essere costretti a giocare una partita che non può essere nemmeno consolatoria. Ma potrebbe essere anche un modo per metabolizzare più velocemente la sconfitta in semifinale, di cui ci si potrà dimenticare per almeno un’ottantina di minuti scendendo in campo a darsi delle nobili legnate. Per il resto, sarà un modo per vedere in campo da vicino alcuni giocatori iconici tra i neozelandesi, ma soprattutto è una partita in più di alto livello da potersi godere per tutti gli spettatori.

È una partita comunque che nessuno vorrebbe davvero giocare, nemmeno chi non avrebbe avuto un’altra occasione per vestire la maglia nera tra gli All Blacks. Come aveva già detto fatto capire a inizio settimana, Steve Hansen lascerà spazio per l’ultima volta a capitan Kieran Read, Ben Smith, Sonny Bill Williams e Ryan Crotty, quattro giocatori che non indosseranno più questa maglia poiché si trasferiranno all’estero dopo il Mondiale (non è ancora chiaro invece nel caso di Williams).

– Leggi anche: da dove ripartiranno gli All Blacks dopo l’eliminazione?

C’è spazio per molte altre seconde o terze linee come Sonny Bill Williams, il cui futuro è incerto, Rieko Ioane e  Shannon Frizell, mentre in panchina ci saranno Liam Coltman, Atu Moli e Brad Weber. “Dobbiamo resettarci e assicurarci di fare una performance di cui non solo noi dobbiamo esserne orgogliosi, ma anche tutti i neozelandesi e fan degli All Blacks nel mondo – ha detto Hansen – Ma ci riusciremo solo vincendo la partita; in caso contrario, ci lavoreremo un po’ di più”.

Per Hansen sarà il commiato dalla panchina degli All Blacks dopo otto anni e una Rugby World Cup vinta nel 2015, oltre a un record davvero straordinario come percentuale di vittorie (86,92%). “Avrò molto tempo dopo venerdì sera per riflettere su tutte queste cose – ha detto Hansen in merito – Avrò un sacco di tempo per rifletterci poi con una birra fredda in mano e un telo da spiaggia caldo”.

Del suo rapporto con il coach ha parlato anche Aaron Smith, che sotto la gestione di Hansen è diventato uno dei più grandi mediani di mischia del mondo. “Quello che mi piace di più è il modo in cui crede in te. È duro all’inizio della settimana, ma quando arrivano il Captain’s Run e il giorno della partita resta nello spogliatoio e ti fa sentire speciale. Ti fa venire davvero voglia di andare in campo e giocare per lui”.

Anche il Galles vorrebbe regalare il miglior addio possibile al suo più grande coach della propria storia. Warren Gatland ha portato i Dragoni alla conquista di quattro Sei Nazioni e due semifinali mondiali, risultati certamente straordinari per una nazione di poco più di 3 milioni di abitanti e spesso meno talentuosa di tante altre squadre più quotate e celebrate.

I Dragoni hanno strappato tanti applausi in questo Mondiale per la consueta capacità di restare sempre aggrappato alla partita, spesso più con i nervi che con le idee, ma restando comunque disciplinati in campo e non perdendo mai la lucidità in tante decisioni chiave. Sono una creatura a immagine e somiglianza dello staff tecnico guidato da Gatland e impreziosito da McBryde, Edwards e (finché c’è stato) Howley.

“È stata una grande esperienza – ha detto Gatland – Come ho detto in altre occasioni, non ho mai pensato che sarei rimasto in Galles per dodici anni. Sono stato abbastanza fortunato da avere un paio di anni sabbatici con i Lions ed è stato ottimo per me psicologicamente. Mi sento davvero privilegiato per aver lavorato con un gruppo di allenatori, che i ha reso le cose molto più facili e con cui siamo stati sulla stessa pagina […] Siamo una nazione davvero piccola, con tanta storia. Il mio ricordo più grande è il sorriso sulle persone quando hanno la maglia rossa indosso per sostenere la squadra”.

L’ultima sfida per Gatland, in ogni caso, sarà piuttosto complicata visto il divario tecnico rispetto agli All Blacks e i tanti infortuni che hanno colpito nelle ultime settimane i Dragoni. Il CT darà spazio a Hallam Amos al posto di Liam Williams, già tornato in Inghilterra per operarsi, e Owen Lane all’ala, mentre Owen Watkin darà un po’ di respiro a Parkes.

Josh Adams, invece, è ancora titolare e proverà a vincere la classifica marcatori del Mondiale, dov’è già in testa a quota 6 mete. Senza Navidi e Moriarty ci sarà Davies in terza linea, mentre c’è grande emergenza anche in prima linea: Dillon Lewis è l’unico pilone destro disponibile e la sua riserva sarà Wyn Jones, che di ruolo gioca a sinistra.

Nella sua storia, il Galles ha battuto gli All Blacks tre volte in 34 confronti, ma l’ultima vittoria risale al 19 dicembre 1953. Warren Gatland non ci è mai riuscito da allenatore dei Dragoni.

Dove vedere la partita

Galles-Nuova Zelanda si giocherà alle ore 10 di venerdì 1 novembre e sarà trasmessa in diretta tv su Rai Sport e in diretta streaming su Rai Play.

Le formazioni

Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Ben Smith, 13 Ryan Crotty, 12 Sonny Bill Williams, 11 Rieko Ioane, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Brodie Retallick, 3 Nepo Laulala, 2 Dane Coles, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Liam Coltman, 17 Atu Moli, 18 Angus Ta’avao, 19 Patrick Tuipulotu, 20 Matt Todd, 21 Brad Weber, 22 Anton Lienert-Brown, 23 Jordie Barrett

Galles: 15 Hallam Amos, 14 Owen Lane, 13 Jonathan Davies, 12 Owen Watkin, 11 Josh Adams, 10 Rhys Patchell, 9 Tomos Williams, 8 Ross Moriarty, 7 James Davies, 6 Justin Tipuric, 5 Alun Wyn Jones (c), 4 Adam Beard, 3 Dillon Lewis, 2 Ken Owens, 1 Nicky Smith
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Rhys Carre, 18 Wyn Jones, 19 Jake Ball, 20 Aaron Shingler, 21 Gareth Davies, 22 Dan Biggar, 23 Hadleigh Parkes

Daniele Pansardi

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