Rugby World Cup 2019: la risposta inglese all’haka degli All Blacks

Devono chiarire quale scopo intendono conseguire attraverso la Haka.
La haka non è né legge né religione. Non mi risulta essere contemplata dal regolamento, e per quanto io tifi AB (dopo Italia ovviamente) e li rispetti come team, sarebbe ora che chiariscano apertamente la loro intenzione.
O la haka è una danza pacifica di celebrazione (come da origini), per cui me ne sto buono e, anzi, al termine batto le mani per lo spettacolo, oppure è una danza intimidatoria (cosa che non è nelle origini), per cui mi sento libero di replicare, ignorare o addirittura denigrare. In tal caso perché dovrei restarmene fermo e subire? Insomma, se me ne vado a riscaldarmi per conto mio o se addirittura inizio a ridere e scherzare con i miei compagni di squadra, chi può dirmi nulla? Chi o cosa mi impone di essere spettatore passivo davanti a una provocazione? Quindi bene gli inglesi.
Non trovo giusto lasciare tutto questo spazio a quella che ormai è diventata una dichiarazione di guerra (sportiva, s’intende) camuffata (nemmeno tanto, a giudicare l’atteggiamento di molti fra i gioca tuttineri) da celebrazione. Il