Il tecnico e il capitano delusi e arrabbiati. Ghiraldini e Zanni non riusciranno a chiudere la loro carriera giocando contro gli All Blacks

ph. Sebastiano Pessina
Dopo l’ufficialità della cancellazione del match contro gli All Blacks, valido per la quarta ed ultima giornata della fase a gironi della Rugby World Cup 2019, Conor O’Shea è comunque intervenuto in conferenza stampa per spiegare e riportare lo stato d’animo del gruppo azzurro: “Siamo dispiaciuti di non poter giocare l’ultima partita – ha fatto sapere – chiaramente tutti volevano avere la chance di far parte della squadra che avrebbe giocato contro la Nuova Zelanda, sia i giovani sia Sergio (Parisse), Leo (Ghiraldini) e Alessandro (Zanni) che avrebbero probabilmente indossato la maglia azzurra per l’ultima volta”.
“Sono amareggiato per i giocatori, per lo staff e per i nostri supporter. Sono sicuro che è stata una decisione difficile da prendere per World Rugby. Noi lo abbiamo saputo stamattina: ho parlato con Sergio e con i ragazzi avvertendoli che ci sarebbe stata la possibilità di giocare in un campo molto bagnato, ma poi non è andata così. La reazione dei ragazzi si è trasformata subito in delusione: finire la Coppa del Mondo con un allenamento e non sul campo non è una sensazione piacevole”.
Le dichiarazioni di Parisse
Di altrettanto disappunto, e con un tono decisamente più acceso, le dichiarazioni di capitan Parisse, di cui al momento non si sa se abbia ufficialmente posto fine alla sua carriera internazionale: “Se gli All Blacks avessero avuto bisogno di giocare per fare i cinque punti – afferma il terza linea a Rai Sport – sono sicuro che si sarebbe stata trovata una soluzione. Invece a rimetterci è solo l’Italia.
Ma gli organizzatori si sono detti: ‘Cosa importa degli azzurri? Tanto, avrebbero perso lo stesso’. Complimenti. Dimenticano che il rugby e lo sport vivono di rispetto, di passione: noi avevamo il diritto di giocare questa partita, a prescindere dal fatto che il risultato fosse scontato. Non si possono prendere delle decisioni del genere. Non è giusto”.
“Gli organizzatori sapevano benissimo che c’era il pericolo dei tifoni, in questa stagione. E in particolare in questo fine-settimana. Dovevano avere un piano B. Noi eravamo disposti a giocare in tutte le condizioni: a porte chiuse, il venerdì sera o la domenica pomeriggio. Anche in un cortile. Giocare. Non chiedevamo altro. Invece”.
Dalla sede del ritiro azzurro – inoltre – vengono riportate le lacrime di Ghiraldini, che al termine di un lungo percorso riabilitativo (iniziato lo scorso marzo a seguito del grave infortunio al ginocchio, ndr) non potrà quindi giocare quella che probabilmente sarebbe stata la sua ultima partita in azzurro, e il sentimento di dispiacere di Alessandro Zanni, anch’egli molto scosso dalla notizia dell’annullamento della gara e dalla mancata chance di poter collezionare il suo ultimo caps con la maglia tricolore.
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