Rugby World Cup 2019: All Blacks e Springboks, la rivalità più grande

Dallo scorso anno, il saldo delle sfide tra Nuova Zelanda e Sudafrica è in perfetta parità. Chi la spunterà vincerà il girone B. Diretta tv dalle 11:30

ph. Reuters

Australia-Fiji e Francia-Argentina sarebbe già un programma imperdibile per la seconda giornata della Rugby World Cup 2019, ma l’organizzazione ha voluto decisamente esagerare: in attesa di Italia-Namibia, il girone B si aprirà infatti a Yokohama con Nuova Zelanda-Sudafrica, due squadre che potrebbero ritrovarsi senza troppe sorprese il prossimo 2 novembre a Yokohama per la finale. Nel frattempo, All Blacks e Springboks si giocheranno il primo posto in classifica, ma cercheranno anche di lanciarsi a vicenda (e agli altri avversari che osservano da fuori) dei segnali per l’imminente futuro.

Una rivalità di nuovo accesa

– Leggi anche: la scheda completa sugli Springboks

Le due squadre tornano a confrontarsi dopo il 16-16 della scorsa estate, che ha sancito un’assoluta parità nei confronti tra Steve Hansen e Rassie Erasmus: una vittoria per parte e un pareggio in tre confronti ma anche 80 punti segnati e subiti da parte di entrambe. L’equilibrio è totale, forse più di quanto si potesse immaginare a inizio anno. La cosa più importante, tuttavia, è che il Sudafrica è riuscito a ricreare una rivalità che dopo il 2015 si era un po’ persa a causa della crisi degli Springboks; una rivalità fondamentale per gli equilibri del gioco mondiale, visto che l’avversario più scomodo da affrontare per questi All Blacks sono proprio i sudafricani.

“Sono stati piuttosto dominanti negli ultimi due anni, ma noi siamo cresciuti come squadra e ci siamo riguadagnati un po’ di rispetto – ha detto Siya Kolisi, primo storico capitano nero a un Mondiale per i Boks, a cui poi è stato chiesto se il Sudafrica possa avere un vantaggio psicologico dato il pareggio conquistato a Wellington ad agosto – Non saprei… Non ero nello spogliatoio (era infortunato, ndr), ma potevo avvertire quanto ci tenessero i ragazzi anche nel gruppo su WhatsApp”.

“Questa gara sarà molto importante per capire anche dove siamo come gruppo – ha continuato il flanker degli Springboks – Non si sa mai, potremmo affrontarli di nuovo dopo questa partita. È davvero una grande partita, non saprei chi ha più margine. È 50-50 al momento”.

A Wellington, ad agosto, gli Springboks riuscirono a bloccare le fonti di gioco degli All Blacks soprattutto grazie a una solida e intelligente difesa nel gioco al largo, guidata da un sontuoso Lukhanyo Am. Il centro degli Sharks sarà  ovviamente il titolare insieme a de Allende, per una formazione confermata in blocco rispetto all’ultimo Test contro il Giappone.

In casa All Blacks

– Leggi anche: la scheda completa sugli All Blacks

Per la Nuova Zelanda, quella del Rugby Championship invece fu una partita complicata, la prima con un nuovo sistema di gioco e il nuovo asse Mo’unga-Barrett a creare e rifinire le azioni All Blacks.

Lo staff tecnico ha voluto introdurre elementi diversi nello scacchiere offensivo per evitare le salite rapide delle difese avversarie, che avevano creato non poche difficoltà negli ultimi due anni agli All Blacks, ma anche per dei fuoriclasse come i neozelandesi serviva del tempo per interiorizzare movimenti nuovi e provati poche volte in allenamento.

A un mese di distanza, per i due volte campioni del mondo (che sono pur sempre i favoriti per il tris iridato) sarà dunque un test fondamentale per capire a che punto sono nel loro percorso. Anche se non bisognerà ridurre tutto alla sfida tra attacco neozelandese e difesa sudafricana, la chiave di volta del match potrebbe essere proprio nell’evoluzione del risultato nel momento in cui gli All Blacks saranno in possesso del pallone.

Intanto, a proposito di armi offensive, Steve Hansen ha compiuto una scelta quantomeno sorprendente, lasciando addirittura fuori dai 23 Rieko Ioane. Alle ali ci saranno i due finalizzatori dei Crusaders Sevu Reece e George Bridge, che insieme a Mo’unga e Crotty (fondamentale il suo ritorno negli equilibri della squadra) formeranno una trequarti molto rossonera. Sarà in panchina invece Ben Smith. Al centro, Sonny Bill Williams non partirà dal primo minuto complice lo scarso minutaggio collezionato finora, ma Anton Lienert-Brown ha dimostrato di essere a sua volta un giocatore in grado di fare la differenza.

In conferenza stampa, Hansen però si è soffermato anche su un altro aspetto, ovvero sulle pressioni che Rassie Erasmus starebbe facendo a parole sugli arbitri della competizione. “È piuttosto ovvio quello che stanno cercando di fare – ha detto – Ho molto rispetto per il Sudafrica e per Rassie, ma non sono d’accordo su quello che stanno facendo. Gli arbitri sono già sotto grande pressione. Non hanno bisogno di essere consigliati dagli allenatori su cosa fare”. Certe partite, inevitabilmente, si giocano anche così. Mind games.

Calcio d’inizio alle ore 11:45, diretta tv su Rai Sport.

Le formazioni

Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Sevu Reece, 13 Anton Lienert-Brown, 12 Ryan Crotty, 11 George Bridge, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Ardie Savea, 5 Scott Barrett, 4 Sam Whitelock, 3 Nepo Laulala, 2 Dane Coles, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Codie Taylor, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Angus Ta’avao, 19 Patrick Tuipulotu, 20 Shannon Frizell, 21 TJ Perenara, 22 Sonny Bill Williams, 23 Ben Smith

South Africa: 15 Willie le Roux, 14 Cheslin Kolbe, 13 Lukhanyo Am, 12 Damian de Allende, 11 Makazole Mapimpi, 10 Handré Pollard, 9 Faf de Klerk, 8 Duane Vermeulen, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Siya Kolisi (c), 5 Franco Mostert, 4 Eben Etzebeth, 3 Frans Malherbe, 2 Malcolm Marx, 1 Steven Kitshoff
A disposizione: 16 Bongi Mbonambi, 17 Tendai Mtawarira, 18 Trevor Nyakane, 19 RG Snyman, 20 Francois Louw, 21 Herschel Jantjies, 22 Frans Steyn, 23 Jesse Kriel

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