Il Pro14 “è più duro del Super Rugby per certi aspetti”, ha detto il CEO dei Cheetahs

In un’intervista, Harold Vorster è tornato anche sull’allargamento del torneo: “Dal prossimo anno o dal 2020 potrebbero esserci più squadre”

rugby cheetahs

ph. Luca Sighinolfi

Anche nel migliore dei casi possibili, i Cheetahs chiuderanno la loro seconda stagione nel Pro14 con un record negativo, in controtendenza rispetto al debutto di un anno fa e al terzo posto della Conference A. Fino a questo momento, la franchigia del Free State 18 vittorie, un pareggio e 20 sconfitte, con una netta differenza di rendimento tra le partite giocate a Bloemfontein e le trasferte in Europa. Le ultime tre giornate casalinghe contro Ospreys, Dragons e Kings dovrebbero addolcire il risultato finale del campionato, ma l’amministratore delegato del club Harold Vorster, nel frattempo, ha già maturato una sua personale opinione sul torneo.

“Pensavamo fosse un torneo più morbido, non così duro – ha detto in un’intervista a Super Sport – È più duro del Super Rugby per certi aspetti. Giocare contro Leinster a Dublino è troppo difficile da gestire. Molti di quei giocatori vanno in campo per l’Irlanda e hanno battuto gli All Blacks. Il Galles ha i vincitori del Sei Nazioni, la Scozia ha quasi battuto l’Inghilterra…”. Bisogna ricordare, tuttavia, che nelle ultime quattro stagioni di Super Rugby i Cheetahs hanno sempre chiuso con un record ampiamente negativo di 4 vittorie e 11 sconfitte, cifre migliorate con il passaggio al Pro14.

Vorster sembra essere meravigliato in maniera positiva, in ogni caso. “È una competizione molto dura da giocare in inverno, ma le squadre europee devono venire qui quando fa caldo ed è difficile per loro. È un grande torneo ed è più facile volare verso Nord che verso Australia e Nuova Zelanda”, in riferimento alle precedenti trasferte che i Cheetahs dovevano affrontare nel Super Rugby, prima di essere tagliati dalla Sanzaar. “Penso che questo torneo vedrà crescere la propria reputazione e diventerà speciale”.

Le difficoltà dei Cheetahs (allenati da Franco Smith, ex Benetton) in questa stagione sono di varia natura. Lo stravolgimento della rosa non ha certamente aiutato, con tanti giocatori di primo piano andati all’estero e davvero un numero esagerato di nuovi innesti per tappare le falle. In più, la franchigia ha dovuto giocare su due fronti fino al 30 ottobre per la contemporaneità del Pro14 con la Currie Cup, il torneo per le province sudafricane, in cui i Cheetahs quest’anno hanno vinto lo spareggio per restare in prima divisione. Dal prossimo anno, tuttavia, questa sovrapposizione non ci sarà più. “È una buona notizia per noi – ha detto Vorster – Era difficile far funzionare tutto con una base stretta di giocatori”.

Qualche derby in più?

Un’altra preoccupazione di Vorster riguarda l’afflusso di pubblico allo stadio, per sua stessa ammissione “un aspetto un po’ negativo in termini di biglietti venduti”. Per il CEO, è necessario che il torneo abbia la massima esposizione mediatica possibile, nonostante le difficoltà nel trovare gli spazi giusti sui broadcaster. E quale potrebbe essere una soluzione, secondo Vorster?

“Se potessimo avere più derby sudafricani, e quindi due squadre in più nel Pro14 dal nostro Paese, sarebbe grandioso. Ci sono delle discussioni a riguardo. Dal prossimo anno o dall’anno successivo potrebbero esserci ancora più squadre”. Non è un mistero, d’altronde, che il Pro14 stia puntando ad un’ulteriore espansione verso la Rainbow Nation, che dalle tante voci emerse negli scorsi mesi – e dalle dichiarazioni di Vorster, appunto – non sembra più solo un’ipotesi.

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