Sei Nazioni 2019: l’Irlanda batte la Scozia e torna in corsa per il titolo

Finisce 13-22. Scozia tradita da imprecisione e indisciplina, Irlanda non perfetta ma più concentrata nei momenti-chiave

Action Images via Reuters/Lee Smith

EDIMBURGO – Il BT Murrayfield offre la consueta, fantastica atmosfera al tredicesimo “tutto esaurito” consecutivo e in una gara che, per la vicinanza geografica, è un vero e proprio derby.

Scozia e Irlanda si giocavano oggi, al secondo turno del Guinness Sei Nazioni, già una buona fetta di Torneo. Co una sconfitta, infatti, avrebbero detto addio ai sogni di vittoria, anche contando che i Verdi, settimana scorsa, hanno già subito una pesante sconfitta per mano inglese all’Aviva Stadium, poco dopo che i Dark Blues avevano battuto l’Italia alla Highland Cathedral.

Il drop di Finn Russell dà il via al match e la Scozia, nei primi minuti, domina possesso e territorio, costringendo subito l’Irlanda a difendersi per più fasi nei propri 22m e conquistando la prima punizione della gara (placcaggio alto di Sexton su Wilson). Dalla penal’touche nasce la prima azione pericolosa, l’Irlanda regala un’altra punizione stavolta proprio sotto i propri pali e Laidlaw sceglie di calciare per il primo vantaggio (3-0, 6′).

L’Irlanda non si scompone e alla ripresa del gioco inizia a macinare gioco, ma è un brutto errore di Seymour, che in recupero su un calcio di avanzamento di Stockdale, a far entrare i Verdi in partita. L’ala scozzese anticipa Farrell ma nella foga di liberarsi dell’ovale serve Maitland male e troppo forte. Il trequarti dei Saracens non controlla e Conor Murray, che aveva seguito l’azione, può approfittarne andando oltre la linea.

Sexton, toccato duro poco prima, si prende tutto il tempo possibile per la trasformazione ma la calcia a lato, lasciando i suoi avanti (5-3,11′) ma di soli due punti. La Scozia subisce il contraccolpo e impiega qualche minuto prima di tornare in partita, sbagliando anche il primo lancio in touche e perdendo un altro possesso in fase di avanzamento.

Al 16′ Stuart Hogg è costretto a lasciare il campo per infortunio (sostituito da Kinghorn) e alla ripresa del gioco l’Irlanda approfitta della confusione in cui è piombata la Scozia per andare ancora in meta; stavolta è Stockdale, servito da Sexton, ad infilare la sfilacciata difesa scozzese andando a schiacciare l’ovale oltre la linea e a chiudere una bellissima azione sviluppatasi da rimessa laterale. Conor Murray trasforma e i Verdi volano oltre il break (3-12, 16′), mentre dagli spalti si alza il primo, convinto, “Fields of Athenry” della giornata intonato dai sempre numerosi tifosi irlandesi.

La Scozia adesso si riprende, lentamente, e prova a risalire il campo ma, per imprecisione e per merito della difesa irlandese (che molto spesso gioca davvero al limite) non riesce a creare buone occasioni (il TMO annulla una meta di Sam Johnson per un passaggio in avanti ma è l’unica ‘fiammata’ scozzese nei minuti centrali del primo tempo.

Arriva, però, un regalo di Joey Carbery che riapre la gara. L’apertura di Munster, entrato in campo per Sexton (blood, ) si fa intercettare un passaggio un pò forzato da Russell, che arriva fino sui 5m irlandesi prima di essere placcato da Earls. Sam Johnson, però, era ancora in sostegno e stavolta può andare a marcare la sua prima meta con la maglia della Scozia, recuperando l’offload del compagno. Laidlaw è perfetto con la trasformazione e la Scozia torna sotto (10-12, 29′).

Adesso è il turno dell’Irlanda di andare un pò in confusione, e nei dieci minuti della prima frazione la Scozia torna a mettere sotto pressione la difesa avversaria, tanto che Earls si porta l’ovale oltre la linea laterale all’altezza dei suoi 5m per evitare che il grubber di Seymour creasse ulteriori problemi.

Che arrivano, però, ancora poco dopo; Best è fantastico in copertura, annullando un’occasione creatasi un pò per caso dalla touche, ma dalla mischia nasce la piattaforma ideale per un attacco scozzese – che, dopo numerose fasi (e una brutale battaglia di trincea) si spegne, con poco meno di trenta secondi da giocare, per un in-avanti di Gray e per l’ottimo lavoro della difesa in verde. Carbery calcia sugli spalti l’ovale uscito dalla mischia e manda le squadre a riposo sul 10-12.

Le squadre tornano in campo senza, rispettivamente, Ryan Wilson (sostituito da Rob Harley) e Jonathan Sexton, la cui sostituzione diventa definitiva con Carbery che resta apertura e commettendo un errore per parte. La Scozia dà l’impressione di essere pronta per costruire qualcosa di importante, ma due punizioni consecutive concesse per falli evitabili (Jonny Gray in ruck e Harley placcaggio alto) consegnano possesso, territorio e momentum all’Irlanda.

Dopo essersi messa nei guai, la Scozia riesce però ad uscirne a testa alta, difendendo bene sui propri 5m, prendendosi una punizione e tornando, col calcio di Russell, sui 10m avversari, tornando a difendere poco dopo quando Poite vede un’infrazione della prima linea scozzese in una mischia sui 10m.

Il terzo quarto di gara, insomma, è un’altalena (o, come dicono qui, un rollercoaster) in cui le squadre si alternano tra difesa, attacco e, di mezzo, qualche errore (tra in-avanti e passaggi sballati); è un break di Kearney (anche oggi uno dei migliori in campo), però, a rompere gli equilibri e ad offrire a Carbery la possibilità di ‘redimersi’, trovando piuttosto clamorosamente scoperta la difesa scozzese e infilandosi nel varco, prima di offrire ad Earls l’assist per la terza meta irlandese – e incaricarsi di trasformarla per il 10-19 (57′).

Se la Scozia vuole vincere, adesso, non deve più sbagliare nulla – e, anche, sperare che chiunque entrerà in campo da ora in poi abbia l’impatto giusto col match. Intanto, Laidlaw al 61′ riporta i suoi sotto il break a punire un mani in ruck di Bundee Aki (13-19) prima di suonare la carica andando a murare un calcio dal box di Murray, ma un in-avanti di Kinghorn riconsegna il possesso all’Irlanda.

Al 67′ Carbery, dalla piazzola (Strauss non rilascia un avversario) riporta oltre il break il vantaggio irlandese (13-22) e, con poco più di dieci minuti da giocare, la Scozia vede allontanarsi quasi definitivamente la possibilità di vincere questa gara. I Dark Blues ci provano comunque fino alla fine, tornando dopo qualche minuto a ridosso dei 22m avversari con tre minuti da giocare.

Ultan Dillane ruba il lancio di Brown dopo che la Scozia ha scelto l’ennesima penal’touche e lasciando ai Dark Blues solo la possibilità di uscire dal campo con il bonus difensivo, che però non arriverà nonostante la gara duri quasi due minuti in più.

Finisce 13-22, l’Irlanda non è stata perfetta, non ha forse messo in campo il suo miglior rugby ma la prestazione di oggi è stata sufficiente per rimettere il Torneo in carreggiata. Per la Scozia un ‘reality check’, se vuole lottare per vincere il Sei Nazioni serve alzare ancora un pò il livello della performance.

Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Tommy Seymour, 13 Huw Jones, 12 Sam Johnson, 11 Sean Maitland, 10 Finn Russell, 9 Greg Laidlaw (C), 8 Josh Strauss, 7 Jamie Ritchie, 6 Ryan Wilson, 5 Jonny Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Simon Berghan, 2 Stuart McInally, 1 Allan Dell
A disposizione: 16 Fraser Brown, 17 Jamie Bhatti, 18 D’Arcy Rae, 19 Ben Toolis, 20 Rob Harley, 21 Ali Price, 22 Peter Horne, 23 Blair Kinghorn

Marcatori Scozia
Mete: Johnson (28′)
Trasformazioni: Laidlaw (29′)
Punizioni: Laidlaw (6′, 61′)

Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Keith Earls, 13 Chris Farrell, 12 Bundee Aki, 11 Jacob Stockdale, 10 Johnny Sexton, 9 Conor Murray, 8 Jack Conan, 7 Sean O’Brien, 6 Peter O’Mahony, 5 Quinn Roux, 4 James Ryan, 3 Tadhg Furlong, 2 Rory Best (C), 1 Cian Healy
A disposizione: 16 Sean Cronin, 17 Dave Kilcoyne, 18 Andrew Porter, 19 Ultan Dillane, 20 Josh Van der Flier, 21 John Cooney, 22 Joey Carbery, 23 Jordan Larmour

Marcatori Irlanda
Mete: Murray (10′), Stockdale (15′), Earls (57′)
Trasformazioni: Murray (16′), Carbery (57′)
Punizioni: Carbery (67′)

Matteo Mangiarotti

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