Come si sta preparando il Giappone alla Coppa del Mondo

Uno stadio particolare, le preoccupazioni legate al clima ma anche un sicuro ritorno economico e sociale. Un punto della situazione

ph. Reuters

TOKYO – È iniziato ufficialmente ieri il conto alla rovescia verso la Coppa del Mondo in Giappone, che vedrà il suo primo kick-off il 20 settembre dell’anno prossimo con il match inaugurale tra la nazionale di casa e Russia. Nonostante la proverbiale precisione ed organizzazione per cui i giapponesi sono conosciuti in tutto il mondo, questo viaggio di avvicinamento al grande evento non è esente da complicazioni: “Ci sono stati alcuni singhiozzi lungo il percorso, in particolare il lancio del New National Stadium come sede per la finale – ha dichiarato il CEO di World Rugby Bill Beaumont, che però sottolinea come ora tutto stia andando per il meglio: “Non ci saranno ulteriori problemi da qui al calcio d’inizio”.

Il New National Stadium, in costruzione nella centralissima Shinjuku a Tokyo, sarà lo stadio utilizzato per le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici estivi 2020 e delle Paralimpiadi estive 2020 e doveva anche essere lo stadio della finale del Mondiale. 
Le complicazioni sono sopraggiunte quando, nel luglio 2015, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, a seguito della protesta pubblica dovuta all’aumento dei costi di costruzione, si è visto costretto a cestinare i progetti originari e ad avviare la stesura di un nustato ovo progetto che rispettasse il budget stabilito.

Di conseguenza, il nuovo stadio non sarà pronto per la Coppa del Mondo di rugby 2019 come originariamente previsto, e la finale verrà disputata all’International Stadium di Yokohama.
 Tra gli altri 11 stadi che ospiteranno le 48 partite delle 20 squadre partecipanti, uno su tutti merita una particolare menzione.

Si tratta dello stadio di Kamaishi, nella prefettura di Iwate, nel nordest del Giappone.
 Questa zona, come molti ricorderanno, fu messa in ginocchio dal terremoto seguito dallo tsunami avvenuto l’11 marzo 2011, e la cittadina di Kamaishi fu anch’essa duramente colpita; dei suoi 39.400 abitanti, ben 1.064 trovarono la morte quel giorno.

La squadra locale, Kamaishi Seawaves, ha vinto sette volte il campionato nazionale giapponese tra il 1979 e il 1985 e per questo la città è conosciuta come città del rugby.
 Ricostruire il suo stadio, che sarà uno dei più piccoli che abbiano mai ospitato un match di coppa del mondo (6.000 posti fissi più 10.000 aggiuntivi), ha quindi un doppio valore, sia economico, in supporto al recupero dello sviluppo locale, sia altamente simbolico per tutto il Giappone. Sarà questo, inoltre, l’unico stadio appositamente costruito per la RWC.

Fame di rugby

Mercoledi 19, intanto, si è aperta la vendita mondiale dei biglietti per le partite a cui sono attesi 400.000 spettatori stranieri, e sarà possibile candidarsi per l’estrazione dei biglietti fino al 12 novembre. I candidati saranno informati del risultato del ballottaggio via e-mail il 26 novembre.

Dal prossimo gennaio, i singoli biglietti ancora non venduti, saranno disponibili secondo il principio del “chi prima arriva meglio alloggia”. 
I dati rilasciati da World Rugby e dalla Federazione giapponese (JRFU) non possono che lasciar ben sperare. 
Qui in Giappone, la vendità dei biglietti è iniziata prima ed era riservata ai giapponesi, agli abitanti delle città ospitanti ed ai tesserati con la Federazione giapponese (900.000 tesserati).

Nel periodo di questa prima fase di vendità si sono registrate ben 2 milioni e mezzo di richieste su un totale di 1,8 milioni di biglietti disponibili.
 Qui nel Paese del sol levante, l’attesa dell’evento mondiale è vissuta con crescente interesse ogni giorno.
 In tutte le stazioni metropolitane si vedono cartelloni pubblicitari riguardanti la Coppa, gli eventi legati al torneo stanno crescendo in tutta Tokyo, e si trovano già in vendita vari modelli delle due simpatiche mascotte del mondiale.

Dal punto di vista della promozione turistica, inoltre, tutte le città ospitanti stanno investendo molte energie e soldi, e sono presenti stand dedicati al rugby in ogni fiera o evento di promozione del turismo. 
Tutto lascia credere che verranno superati gli incassi, già record, dello scorso mondiale inglese, e che questo evento sarà una scommessa vinta per l’economia giapponese.

Giappone 2019 andrà anche a beneficio dell’intera nazione, offrendo strutture per il rugby e lo sport alla comunità, e portando circa 2 miliardi di euro di valore aggiunto per l’economia.
 Il torneo avrà una copertura televisiva ineguagliabile, con tutti i 48 match trasmessi su J Sports e 31 di questi in diretta anche su canali in chiaro come NHK, l’emittente nazionale giapponese, e la rete commerciale NTV.

Grazie a questa copertura tv, che World Rugby spera di replicare anche in altri territori chiave in tutta l’Asia, si prevedono 1 milione di praticanti in piu in nel continente nei prossimi anni.
 Per l’organizzazione di questo evento, che è ritenuto il terzo più grande evento sportivo mondiale, dopo Olimpiadi e Mondiale di calcio, il comitato organizzatore ha rivelato di aver stanziato un budget di 400 milioni di euro, 200 dei quali verranno recuperati già con la sola vendita dei biglietti.

La JRFU ha inoltre annunciato di aver ricevuto oltre 38.000 domande di aspiranti volontari per la Coppa del Mondo, a fronte delle 10.000 che erano state richieste.
 Ognuna delle 12 città ospitanti ha superato ampiamente il numero previsto di domande.
 Questo numero è ancora più significativo se si considerano le oggettive difficoltà che la stragrande maggioranza dei giapponesi ha nel parlare inglese; ma non temete, gli amici giapponesi hanno pensato anche a questo, e negli ultimi due anni sono state fortemente potenziate le strutture dedite all’insegnamento della conversazione in inglese in tutto il Giappone.

Il rischio più grande

C’è una nefasta eventualità, che incombe quotidianamente sull’arcipelago giapponese e che potrebbe guastare i piani: il clima.
 Nel Paese si registrano annualmente circa 1600 terremoti e passano di qui una decina di tifoni. Nei mesi in cui si giocherà il Mondiale solitamente si ha la maggior concentrazione di tifoni, con una media di tre grandi cicloni tropicali ogni settembre.

Tra Kobe e Osaka, entrambe città sede delle partite di Coppa del Mondo, lo scorso mese si è verificata la più grande tempesta degli ultimi 25 anni, lasciando dietro di sé alcune vittime e una significativa interruzione di trasporti e comunicazioni.
 Le condizioni erano così estreme che nessuno dei campi assegnati all’Italia o agli Stati Uniti a Osaka sarebbe stato disponibile per l’uso.

Il 6 settembre, inoltre, un terremoto di magnitudo 6,7 ha colpito l’isola settentrionale di Hokkaido e la città di Sapporo, dove l’Inghilterra sosterrà la sua partita inaugurale, causando la morte di 40 persone e lasciandone milioni senza energia. 
”Stiamo pianificando ogni possibile soluzione, nel caso succeda che una squadra sia costretta ad evacuare il suo hotel, o nel caso in cui il campo d’allenamento o quello delle partite risultasse impraticabile” – ha rassicurato World Rugby.

Note a margine

Anche culturalmente, sarà un’esperienza significativamente diversa dal solito, non ultimo per i giocatori e i tifosi con più tatuaggi. In Giappone questi sono infatti associati all’equivalente mafioso del paese, la Yakuza, e praticamente nessun giapponese ne ha alcuni.
 Alle persone tatuate, ad esempio, l’ingresso negli Onsen, le famose terme giapponesi, è rigorosamente vietato.
 Le squadre sono già state invitate a mostrare rispetto in aree pubbliche come piscine o palestre, indossando indumenti lunghi o fasciature.

Il Giappone non poteva certo sfigurare nel confronto con gli inglesi, quindi la casa imperiale giapponese ha deciso di rispondere alla figura del Principe Harry, padrino della scorsa Coppa del Mondo, con la nomina del Principe Fumihito, il figlio minore dell’imperatore Akihito, a presidente onorario del torneo. Ha assunto questo ruolo proprio ieri, 20 settembre, esattamente un anno prima dell’apertura della Coppa del Mondo, e rimarrà in questa carica fino alla chiusura del torneo, il 2 novembre 2019.

Per farvi entrare meglio nello spirito giapponese, concludo questo articolo lasciandovi alle parole pronunciate da Dan Carter la scorsa settimana dopo il suo vittorioso esordio in Giappone con i Kobe Steelers: “Ho vissuto qualcosa di davvero fantastico dopo che abbiamo vinto la partita. I sostenitori avversari hanno iniziato a cantare il nome della nostra squadra… Non mi era mai capitato in nessun’altra parte del mondo! Il Giappone realizzerà un torneo straordinario”.

Roberto Neri

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