Slow Motion #11: #beaudenbarrettchallenge

La migliore meta della settimana è di Beauden Barrett, che vince la concorrenza del compagno di squadra Goodhue

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ph. Reuters

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento. 

Sono settimane che sui social imperversa la Dele Alli Challenge, la sfida per pollici slogati a chi riesce ad imitare l’esultanza del calciatore del Tottenham. Waisake Naholo ce la fa, lo ha dimostrato in occasione della sua prima meta nella sfida che a Sydney ha visto gli All Blacks demolire l’Australia con un secondo tempo magistrale.

Due le mete che potrebbero aggiudicarsi l’ambitissimo ed esclusivo premio di comparire sulla rubrica settimanale di On Rugby: la meta di Jack Goodhue e quella di Beauden Barrett. La prima è un esercizio di perfetta pulizia tecnica che potete trovare alla voce ‘come giocare un 3 contro 2 ad ottanta metri dalla linea di meta avversaria’ del vostro manuale di palla ovale, la seconda un capolavoro di abilità individuale nello sfruttare un errore altrui. Per una volta abbiamo deciso di premiare il singolo rispetto al collettivo.

Minuto 51, partita ancora sul filo. L’Australia riesce a uscire indenne da una mischia chiusa a proprio favore e ha finalmente un buon pallone da giocare in attacco. Nella trasmissione del pallone fra Foley, Haylett-Petty e Beale (in una giocata forse un po’ presuntuosa per la zona di campo) c’è una incomprensione e il pallone finisce per le terre.

Il più lesto a metterci una zampa è Beauden Barrett, che quando tocca il pallone per la prima volta ha vicino a sé Will Genia e nella parte alta dello schermo si intravede Marika Koroibete che, ancora schierato profondo, procede a fare marcia indietro. Barrett arriverà fino in fondo, senza che nessuno possa sostanzialmente disturbarlo, e questo dovrebbe sorprenderci.

Già, perché Barrett riesce a controllare il pallone al piede per altre due volte senza perdere coordinazione né velocità, tenendosi dietro Genia, che sappiamo essere più lento, ma che deve concentrarsi solo su una corsa in linea retta. Di più: il dieci degli All Blacks la tocca prima col sinistro e poi con il destro, per andare intenzionalmente verso l’angolo del campo più scoperto.

Se esiste la Dele Alli Challenge per imitare un’esultanza, forse dovrebbe esistere anche la sfida a toccare di fino l’ovale coi piedi, senza perdere la velocità di punta: la Beauden Barrett Challenge. Buona fortuna coi tentativi.

Lorenzo Calamai

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