Brad Shields al centro di un caso tra Inghilterra e Nuova Zelanda

Eddie Jones potrebbe convocare il terza linea degli Hurricanes a giugno, ma la NZRU vorrebbe negarglielo

brad shields

Brad Shields con la maglia dei Barbarians, nel novembre 2016 (ph. Reuters)

Eddie Jones ha avuto il via libera dalla Federazione inglese per convocare Brad Shields, terza linea e capitano degli Hurricanes, nella rosa dell’Inghilterra in vista dei Test Match di giugno, quando il XV con la rosa sul petto affronterà tre volte il Sudafrica.

La politica della RFU non permette al CT della nazionale maggiore di selezionare giocatori non appartenenti ai club di Premiership ma nella fattispecie, come riporta il Guardian, potrebbe esserci un inedito strappo alla regola interna, grazie al quale l’allenatore australiano potrebbe chiamare fin da subito il flanker neozelandese, eleggibile poiché i genitori sono nati in Inghilterra.

Shields si trasferirà ai Wasps nella prossima stagione, ma concluderà prima il Super Rugby 2018 con gli Hurricanes che potrebbe protrarsi fino ad inizio agosto. Già al momento dell’annuncio del suo trasferimento in Inghilterra, in molti avevano avanzato l’ipotesi di una sua futura convocazione in nazionale, ma soltanto a partire da novembre. Jones, a quanto pare, sarebbe intenzionato ad anticipare i tempi, con il beneplacito della Federazione.

In Nuova Zelanda non ci stanno

Dagli antipodi, tuttavia, la NZRU (New Zealand Rugby Union) ha già annunciato di voler ricorrere anche a vie legali affinché Shields non venga convocato per l’Inghilterra a giugno. Le convizioni della Federazione neozelandese ruotano attorno ad una clausola inserita nel contratto del 27enne (la cosiddetta “Schedule Three”) che non prevede il rilascio del giocatore ad un’altra nazionale, neanche all’interno di una finestra internazionale regolamentata da World Rugby.

Tutti i giocatori di Super Rugby, che militano in Nuova Zelanda e mai scesi campo con la squadra di un’altra nazione, sono obbligati a firmare la “Schedule Three” con la NZRU, che li rende disponibili a giocare soltanto per le franchigie locali.

“Non penso bisogni saltare a conclusioni affrettate sul fatto che Shields sarà convocabile dal nostro punto di vista – ha dichiarato al New Zealand Herald il CEO della NZRU, Steve Tew – Ha firmato con la Nuova Zelanda e, da contratto, deve giocare con la sua squadra neozelandese fino al termine del Super Rugby […] Siamo obbligati a rilasciare chi ha firmato un contratto per poter giocare con le altre nazionali, per cui non sarebbero disponibili dunque per la Nuova Zelanda. È di particolare rilevanza sopratutto per i Paesi del Pacifico. Ma in questo caso, Brad ha firmato un contratto che lo lega alle nostre franchigie”.

 

La posizione di World Rugby

Nonostante la presa di posizione neozelandese, la clausola fissata dalla NZRU potrebbe non avere alcuna valenza nei confronti della regola numero 9 di World Rugby, che disciplina proprio il rilascio dei giocatori di tutto il globo nelle finestre internazionali come quella di giugno.

Al Guardian, una fonte interna a World Rugby ha fatto sapere al quotidiano inglese che gli Hurricanes saranno obbligati a rilasciare Shields qualora il giocatore venisse convocato dall’Inghilterra. L’organismo di governo mondiale, inoltre, ha precisato che non sarà coinvolta in questioni riguardanti la regola 9 a meno che non lo richieda una Federazione.

La convocazione di Shields, dunque, sembra dipendere esclusivamente dalle volontà dell’Inghilterra. Eddie Jones annuncerà la lista per il tour in Sudafrica il prossimo 10 maggio, già consapevole di dover rinunciare a due pedine nel reparto degli avanti come Nathan Hughes e Courtney Lawes. Inoltre, secondo i media inglesi, alcuni giocatori potrebbero restare a riposo dopo le fatiche dell’ultimo anno.

 

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