Eleggibilità: tanti All Blacks pronti a tornare in madrepatria

Sempre più giocatori fanno sentire la propria voce in favore di una rivisitazione delle regole sull’eleggibilità

COMMENTI DEI LETTORI
  1. matteol 5 Dicembre 2017, 12:39

    Riassunto: “Visto che ci siamo già presi la grana, ora siamo tornati patriottici”.
    Che boiata..

  2. Katmandu 5 Dicembre 2017, 13:03

    @redazione da che ne sapevo io la madre patria é il posto in cui si é nati, o al massimo da cui si é originati, dei campioni citati nell’articolo solo malati é nato a tonga gli altri sono neozelandesi di origine

    • frank 5 Dicembre 2017, 14:22

      madrepàtria (anche madre pàtria) s. f. (pl., raro, madrepàtrie o madri pàtrie). – Con riferimento alla colonizzazione greca, la città di origine (o metropoli) in rapporto con la colonia o le colonie che da essa erano state costituite (dedotte): le colonie conservavano le tradizioni religiose della madrepatria; più genericam., lo stato colonizzatore rispetto alle sue colonie. Nell’uso moderno, il Paese di origine, per chi vive all’estero.

      Fonte Treccani online.

  3. And 5 Dicembre 2017, 13:40

    Breaking news – Campese ha dichiarato la sua disponibilità a giocare il Mondiale prossimo x l’Italia!

  4. Bigpaci 5 Dicembre 2017, 14:21
  5. Bigpaci 5 Dicembre 2017, 14:24

    Si cerca una scappatoia hai problemi delle isole del pacifico con questa roba qua? Poi questa idea di considerare le squadre nazionali come dei super club proprio non mi piace. “Non ho posto nella mia nazionale? Provo a giocare con un’altra”. Abbastanza triste come cosa

  6. LiukMarc 5 Dicembre 2017, 15:18

    Se devo essere sincero non è una cosa che mi lasci entusiasta. Nel senso, hai fatto la tua scelta, voluto giocare per gli All Blacks o i Wallabies (oggi l’intera linea titolare esclusi Hodge e Beale sarebbe isolana, visto che anche Folau è discendente tongano), e quella è stata la tua strada. Punto. Ti è andata bene (hai vinto 2 mondiali di fila), ti è andata male, capita.
    Non si tratta come dice Vito di togliere il posto a gente più meritevole perchè deve crescere, ma è proprio l’aver fatto una scelta precisa (specie se hai giocato a livello giovanile con Tonga e poi sei passato dall’altra parte) e sta cosa di tornare a giocare per la madrepatria quando ormai sei ineleggibile per gli All Blacks mi lascia un po’ cosi.
    Capisco già di più il discorso di Nick Williams, ma lo sai che l’U20 ti blocca.
    Poi oh, con Nanai-Williams Samoa qualcosa ci ha guadagnato, sicuramente Tonga con Piutau sarebbe uguale.

  7. Meridion 5 Dicembre 2017, 15:18

    com’era?? Viva la Francia viva la Spagna purchè se magna???

  8. gsp 5 Dicembre 2017, 15:28

    Io prenderei la coppa del mondo di League per valutare nei fatti se e’ una politica che puo’ funzionare o meno, e se viene meno l’appartenenza.

    poi a livello di principio, ognuno ha i suoi, tutti rispettabili.

  9. TommyHowlett 5 Dicembre 2017, 15:30

    Geniale. Giocano con gli Allblacks, vincono quel che c’è da vincere, espatriano per monetizzare il loro talento e adesso vogliono rientrare nel rugby internazionale dalla porta di dietro. Per la serie, non facciamoci mancare nulla

  10. Gremo 5 Dicembre 2017, 15:45

    Chiaro che è un po’ strana come idea, ma forse andrebbe guardata in un’altra ottica, più ampia. Se ciò permettesse a Tonga, Samoa e Fiji di guadagnare un ruolo di primo livello mondiale magari la tendenza si invertirebbe: i migliori giovani isolani andranno sempre in Nuova Zelanda, Australia, Giappone ed Europa per giocare, ma con l’ambizione di vestire la maglia della loro Nazione, non degli All Blacks.

    E aspettiamo sempre una franchigia Fiji-Tonga-Samoa in SuperRugby…

    • matteol 5 Dicembre 2017, 16:21

      Preferirei puntassero più sulla tua ultima frase piuttosto che sull’idea di questo articolo.
      Aggiungerei anche una squadra tipo i Fiji Warriors nel campionato australiano, magari tra Samoa e Tonga, in Mitre10 che funga, assieme a quella in Australia, da Academy della franchigia.

  11. tinapica 6 Dicembre 2017, 09:44

    Sconcerto e sconsolazione sono i miei soli pensieri a leggere certe cose. Già non seguo praticamente più l’Italia, che tifare per una multi-nazionale non mi interessa. Adesso qui si vuole anche eliminare quel residuo vincolo che finora ha stabilito che una volta votato (più facilmente: venduto) il proprio impegno alla causa di una nazionale (la “N” maiuscola non è più il caso di usarla) le si debba restare fedeli. Come scritto in altri commenti ciò è coerente con una idea: quella di tramutare le nazionali in franchigie, probabilmente perché, a chi gioca, monetariamente converrebbe di più. Capisco che la fatica ed il sacrificio necessari per giocare a certi livelli vadano adeguatamente ricompensati ma si è, per me già con le equiparazioni, oltrepassato il limite. Grazie, non mi interessa più. Continuerò a seguire solo i nostri campionati domestici, dall’Eccellenza in giù: almeno lì si sa per chi si fà il tifo. Per quanto mi riguarda, le 3 R: Rho, Recco, Rovigo.

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