Quando dei Cinghiali e un ex pugile olimpico si incontrano in un agriturismo

Il forte legame tra Paolo Vidoz, bronzo a Sydney 2000, e la squadra di rugby di Gorizia. Ce lo racconta Marco Pastonesi

paolo vidoz

È il luogo più amato dai Cinghiali. Tant’è che, lì, i Cinghiali di Gorizia celebrano i terzi tempi, a volte anche i battesimi di gioco, la cena di Natale, il pranzo di Pasqua e l’addio alle armi. Ed è un luogo adattissimo a chi ama sgranfiare terra, rotolarsi nel fango, sporcarsi di umanità: sta fra l’argine di un canale e lo stradone della Mainizza, al numero civico 424, tra Lucinico e Farra d’Isonzo, a pochi chilometri da Gorizia, e forse per ingraziarsi i piani alti, si chiama Agriturismo alla Madonna.

 

Fuori, ha l’aspetto di un ranch. Dentro, di una via di mezzo fra un saloon del Far West e un museo della civiltà contadina, o forse un emporio di ferrivecchi. Appesi al soffitto, in buona compagnia aerea, volano biciclette e sci, racchette da tennis e caschi da moto, ceste di vimini e paioli da polenta, quadri di arte sacra e strumenti di religione gastronomica, compreso un angolo (non poteva che essere un angolo, e poi si capirà il perché) dedicato al pugilato, con sacco, guantoni, fotografie e canottiere. E ancora, appesi alle pareti, bilance e coltelli, candelabri e ferri da stiro, scale e bastoni, setacci e vanghe. Manca un pallone ovale, ma si è giurato di provvedere al più presto.

 

L’Agriturismo alla Madonna è un paradiso della ristorazione (e magari anche della resurrezione) dove, in base a una benedetta autocertificazione, “si mangia da Dio e non si paga un’ostia!”. La dedica è un omaggio alle visioni mariane del vicino di casa, Venanzio, che sostiene di essergli apparsa qui, più volte, Nostra Signora, e che qui ha edificato, a suo modo, una chiesa e una via crucis. Invece il parroco, ma anche il sacrestano, il confessore, ma anche il peccatore, il predicatore, ma anche il predicato nominale e verbale dell’agriturismo è Paolo Vidoz, Paolone date le evidenti dimensioni base per altezza e soprattutto peso, che da dilettante (supermassimi) ha conquistato un bronzo olimpico, due bronzi mondiali e un argento europeo, che da professionista (massimi) è assurto a campione europeo e italiano, e che da cuoco si è laureato (ufficialmente è stato eliminato alla quinta puntata, ma su questo si potrebbe scrivere un libro) a “MasterChef Italia”.

 

Il suo Agriturismo alla Madonna accoglie i fedeli del bianchetto e i devoti dello spritz, i discepoli della trippa e gli apostoli del frico. Qui si onora il roastbeef e la lubjanska, qui non si desiderano neppure le pizze e le birre altrui (infatti pizze e birre vengono proposte il giovedì). Qui una polpetta e un prosecco non si negano a nessuno. C’è chi viene qui per riprendersi dallo shock delle visioni, c’è chi ha le visioni dopo essere stato qui. Insomma, è un luogo – democraticamente alcolico e colesterolico – di alto culto.

 

Paolone si è messo a dieta da quando gli esami del sangue, interpretati da uno specialista, hanno rivelato che il suddetto ha il 50 per cento di possibilità di sviluppare il diabete nel prossimo quarto d’ora. Ma, per fortuna, a dieta non sono mai i suoi clienti: canederli alla tirolese con arrosto di manzo (10 euro) e cotechino in crosta con brovada (10 euro) per dirne solo due, gnocchi di zucca con burro e salvia (7 euro) e peperoni in sugo con polenta (7 euro) per dirne altri due. Contorni a 4 euro, dolci a 5, previsto perfino l’analcolico al limone a 2. Vino della casa: bianco e rosso. Nel giardino-orto-parco giochi, oltre alle bici e alle altalene (tutte recuperate da asili falliti e materne abbandonate), anche rosmarino e basilico, cavoli e verze, fiori e piante abbondantemente innaffiati dal cielo friulano e amorevolmente curati da Rita Vidoz, mamma di Paolone.

 

La cucina è praticata da gente in gamba, il bancone è frequentato dall’inesauribile Martina, e poi davanti e dietro, sopra e sotto, ma non sul soffitto e mai al tappeto (che non c’è), c’è lui, Paolone, cento e passa chili (molto passa) di robusta leggerezza e tridimensionale simpatia. Pare che molti – oltre ai rugbisti, anche ciclisti e motociclisti, forse anche farmacisti e tapparellisti – vengano qui soltanto per lui, le sue battute e i suoi sorrisi, il resto è grasso che cola. Insomma, un luogo di molte comunioni, alcune confessioni e rari miracoli (a parte quelli sedicenti del vicino). Aperto giovedì e venerdì dalle 17 alle 24, sabato e domenica dalle 10 alle 24, l’Agriturismo alla Madonna accetta prenotazioni (tel. 3337753426) e dispensa, se fa a tempo, anche informazioni.

 

A giudicare da quanto si vede in giro, i Cinghiali di Gorizia approfittano dell’alimentazione proteica dettata da Vidoz. Venuti al mondo nel 2014, registrati all’anagrafe nel 2017, i Cinghiali hanno cominciato nella Uisp, adesso razzolano fra Csen e Fir. Maglie gialloblù, una trentina di adulti e una trentina di bambini, i Cinghiali da zingari sono diventati stanziali nel campo di Mossa, abbandonato dal calcio e resuscitato con il rugby. Lo hanno fatto esclusivamente a loro spese e a loro forse. Una mano gliel’ha data anche Paolo Vidoz, che con il trattore ha tagliato l’erba alta un metro e mezzo (però dicono che, taglia qui e taglia là, Paolone abbia tagliato anche qualche tubatura allagando la regione).

 

I Cinghiali si stanno trasformando da animali selvatici in seri missionari dei valori del rugby. Per questo ci tengono moltissimo a crescere i bambini in nome dell’ovale: e ci sono allenatori, educatori e animatori all’altezza della situazione. Le iscrizioni sono sempre aperte. Per informazioni, tel. 3313771046.

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