Il post Zebre-Munster con Bradley e Sarto, tra processo di crescita e permit player

Il coach: “Propositivi per non subire l’avversario”. Il capitano: “Sistema di gioco da rispettare a qualunque costo”

ph. Luca Sighinolfi

ph. Luca Sighinolfi

Una sconfitta preventivabile, considerando la formazione rimaneggiata e l’avversario più pronto per giocare a questo livello. Eppure, durante la partita le Zebre avevano dimostrato di poter anche strappare un punto di bonus, magari marcando una quarta meta nel secondo tempo, ma ai bianconeri è mancata la lucidità e la freddezza per colpire di nuovo un Munster per larghi tratti supponente e superficiale. La franchigia ducale non ha mai abbandonato la propria idea di gioco, cercando di attaccare sempre e di mostrarsi propositiva: “Lo abbiamo fatto per non subire la reputazione e la nomea del Munster – ha dichiarato coach Michael Bradley in conferenza stampa – Vogliamo che le Zebre sviluppino un loro modo di giocare, provando soluzioni che a volte vengono e a volte non vengono. Oggi è stato un altro esempio”.

 

On Rugby ha poi chiesto all’allenatore irlandese gli aspetti positivi del finale del primo tempo, quando i bianconeri hanno marcato due mete sfruttando la doppia superiorità numerica, e cosa invece è mancato all’inizio della ripresa. “In superiorità le Zebre hanno preso delle buone decisioni, mentre all’inizio del secondo tempo c’è stato un turnover con Zebo che ci ha messo pressione con il piede. Lì la partita è girata perché eravamo in attacco ed eravamo pronti a continuare a rincorrere nel punteggio, mentre poi invece abbiamo subito la meta – spiega Bradley – Quando poi la parità numerica si è ristabilita entrambe le squadre hanno segnato, per cui le Zebre erano comunque in partita”.

 

Sui permit players, apparsi maggiormente in crescita rispetto agli altri anni, è intervenuto il capitano di giornata Jacopo Sarto: “Sicuramente il movimento in crescita, il livello di chi arriva in Eccellenza è più in alto. Mi ricordo che per me era stato un gradino grande da colmare. I ragazzi che si sono presentati hanno avuto un’ottima attitudine nel lavorare in gruppo, perché c’è un sistema di gioco da rispettare a qualunque costo. E chi arriva, si adatta al livello che trova. Se sei all’interno di un processo, di un sistema, bastano poche cose e sai quello che devi fare”.

 

Bradley non si sofferma sulla qualità dei giocatori, ma offre la sua opinione sull’argomento allargando lo sguardo all’intero sistema: “È chiaramente uno svantaggio non avere questi ragazzi a disposizione per tutta la stagione. Munster in panchina aveva quattro giocatori dell’Academy che si allenano con la prima squadra per tutta la stagione, conoscendo più a fondo il sistema di gioco”.

 

Infine, On Rugby ha chiesto un commento al tecnico sugli esordienti Tucker e Ah-Nau: “Sono stati bene in campo. Hanno giocato una sola gara, quindi il giudizio è relativo solo a ieri. Tucker sfortunatamente è uscito per un infortunio al ginocchio, che verrà valutato nei prossimi giorni”. Il coach irlandese poi risponde a chi gli chiede quanto sarà lungo questo processo di crescita e cosa si aspetta al termine: “Rimaniamo fiduciosi, il processo sarà completo quando la tecnica individuale sarà suffiicente per sviluppare le cose che abbiamo provato anche oggi. Non c’è una data precisa. Nel futuro faremo meglio, segneremo altre mete in altre belle giornate come quella contro Ulster. Alla fine di questo processo, o il mio contratto sarà finito o vinceremo un trofeo – scherza Bradley alla fine – E speriamo tutti nella seconda”.

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