Italia: Giovanni Licata e il possibile debutto nella sua Sicilia

Contro le Fiji il classe ’97 potrebbe esordire in azzurro proprio in una delle città in cui è cresciuto rugbisticamente

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Chiamatela coincidenza, oppure scherzo del destino. Proprio in concomitanza con il ritorno dell’Italia del rugby in Sicilia, a 23 anni dall’ultima volta, un figlio della terra sicula potrebbe vestire nuovamente la maglia azzurra. L’ultimo è stato Andrea Lo Cicero, la cui carriera in Nazionale si è protratta per ben 103 cap, mentre il prossimo potrebbe essere Giovanni Licata, proprio in quella Catania dove rugbisticamente è cresciuto. A 20 anni, l’agrigentino di Favara sembra essere destinato ad un futuro scintillante, soprattutto dopo il positivo impatto con la realtà del PRO 14 in maglia Zebre, lui che è tesserato con le Fiamme Oro in Eccellenza (dove tornerà a giocare a dicembre). Come racconta a La Sicilia, tuttavia, il rugby è entrato soltanto in un secondo momento nella sua vita. “Come tutti i ragazzi della mia età, avevo cominciato a fare sport giocando a calcio e come punta centrale me la cavavo bene. Poi, un mio amico mi ha fatto conoscere il rugby è c’è stato amore a prima vista”. Meglio tardi che mai, come si dice in questi casi.

 

“Non ho un modello di giocatore ideale al quale ispirarmi – continua Licata – Ammiro molti giocatori e molti di questi adesso sono miei compagni di squadra o ci gioco contro». L’ex Cus Catania, poi, frena i paragoni con i suoi corregionali Lo Cicero e Orazio Arancio, attuale presidente del Comitato regionale siciliano e ex azzurro: “Andiamoci piano con i paragoni, Lo Cicero e Arancio sono stati due mostri sacri dell’Italia e io ancora sono all’inizio della mia carriera e sono solo alla prima convocazione con la nazionale assoluta”.

 

Le motivazioni naturalmente sono altissime: “Ho tanta voglia di fare bene e soprattutto tanta voglia di imparare da tutti questi campioni azzurri che ho al fianco e dal ct O’Shea, che sta facendo a mio avviso un grande lavoro per il rilancio del rugby azzurro”. Sul pubblico che arriverà all’ ‘Angelo Massimino’: “Spero solo di non deluderli e soprattutto spero tanto che l’Italia possa regalare grande spettacolo ad un pubblico appassionato e competente come quello siciliano che ha il rugby nel Dna”.

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