Rugby Reggio e le ragioni del no a The Rugby Channel

Abbiamo contatto il club emiliano. Che spiega la propria decisione

eccellenza rugby tv

ph. Tommaso Del Panta

“La partita Reggio Emilia vs FeMi CZ Rovigo NON sarà trasmessa da therugbychannel.it. Non ci sono note le vere ragioni che spingono la Società reggiana a non voler partecipare al tentativo di dare visibilità al Rugby italiano, ma l’ufficialità del diniego, concretizzata con una telefonata e non con uno scritto, ci dice che portiamo via pubblico dallo stadio e qualche altra amenità che non vogliamo commentare ma che ci lascia basiti per la loro inconcretezza e pretestuosità”.

Con queste parole pubblicate in mattinata dal proprio profilo Facebook, Rugby Channel annunciava che la sfida di sabato tra Diavoli e Bersaglieri non sarà trasmessa in diretta streaming dalla piattaforma che la scorsa stagione ha messo in onda le partite del massimo campionato nazionale. Per capire i contorni della vicenda, abbiamo contattato Antonella Gualandri, Responsabile Relazioni Esterne del club emiliano.

 

 

“Abbiamo appreso la scorsa settimana, durante l’intervento del Presidente Gavazzi nel corso della presentazione del campionato a Milano, che The Rugby Channel avrebbe trasmesso nuovamente le partite di Eccellenza. Non è mai arrivata alcuna comunicazione ufficiale in merito, né prima, né dopo, e non siamo stati mai contatti. Subito abbiamo chiesto la possibilità di confrontarci con la Federazione, a cui quel pomeriggio stesso abbiamo manifestato alcune perplessità”.

La principale, riguarda la necessità di prendere certe decisioni in modo condiviso: “Non conosciamo i contorni dell’accordo, né abbiamo voce in capitolo su questioni più tecniche. Anche lo scorso anno la decisione ci è stata presentata in maniera fatta e finita a campionato iniziato, senza mai coinvolgere le società. Invece ci sono questioni che sarebbe bene chiarire, anche di carattere tecnico come il posizionamento delle telecamere o come impiegare i dieci minuti di intervallo… In una parola, i modi per far sì che il prodotto streaming sia utile a tutti. Aspetti che riguardano l’immagine e la promozione del nostro sport. Non siamo contrari allo streaming in assoluto, ci mancherebbe: ma è giusto valorizzare chi crede e investe nel nostro club e nel nostro sport. Parlando assieme e discutendo si possono trovare dei modi per accontentare tutti: esigenze del club e di chi fa le riprese. Ma non è mai stato possibile riuscire ad essere coinvolti”.

 

C’è poi la questione legata al pubblico. La scorsa stagione Reggio Emilia ha fatto registrare il maggior numero di spettatori, scelta che ha spinto la società a trasferirsi dal centro sportivo Canalina allo stadio Mirabello per i match interni 2017/18. “Abbiamo chiesto se solo era possibile oscurare il segnale nella zona di Reggio Emilia, o magari trasmettere la partita con due ore di differita. Il rugby è uno sport che va vissuto, respirato, e per noi piccola realtà molto legata al territorio avere tifosi sugli spalti è fondamentale. Non ci sembrava una richiesta fuori dal mondo, almeno meritavamo una risposta. Non certo di essere accusati pubblicamente dal fornitore del servizio con toni francamente inaccettabili. Non tocca al fornitore giudicare le motivazioni di un club affiliato alla Federazione”.

 

 

Comunque, la decisione già fa discutere. “Sappiamo che la pancia dei tifosi non la capirà, ma prima o poi dovremo dire basta a questo modo di lavorare. Qualcuno decide senza coinvolgere le parti, ovvero i club che sono quelli che faticano e investono tutti i giorni sui territori. Non può essere che tutti si debbano adeguare sempre e comunque. La messa in onda di una partita non riguarda solo i tifosi o il movimento, riguarda anche noi società e la questione dell’immagine deve essere curata e studiata, non considerata secondaria e delegata”.

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