Rugby di base: il nuovo progetto territoriale U16/U18

Annunciato il programma di supporto tecnico ai club

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Tia 27 Luglio 2017, 09:01

    “…su una serie di azioni finalizzate a supportare i tecnici dei Club…”
    Speriamo che questo serva anche a “formarli” i tecnici. Non voglio dire che non siano formati in assoluto, ma spero che questo li possa aiutare ad avere uno scopo comune, a comprendere bene il metodo Aboud ed applicarlo. Per avere così, finalmente, la famosa piramide con base larga e solida…

  2. xnebiax 27 Luglio 2017, 09:50

    A me sembra una notizia importante e positiva.

  3. 6nazioni 27 Luglio 2017, 10:59

    riciclare dogma F.I.R. punto

    • 6nazioni 27 Luglio 2017, 11:03

      l’unica notizia buona e’ il capo il sig. pacini ottimo come allenatore
      dei ragazzi.

  4. Mr Ian 27 Luglio 2017, 11:05

    È lo stesso sistema di prima solo che questa volta a spostarsi sono i tecnici

  5. gioviale 27 Luglio 2017, 11:51

    Io conosco solo il tecnico regionale Toscana: Enrico Romei. Competente, carismatico. Intelligente e bravo ad interpretare e proporre un modello di sviluppo del rugby che da buoni risultati. Di meglio non saprei trovare. Qui veramente siamo sulla strada giusta!! Per le altre regioni non mi posso esprimere.

  6. mariano 27 Luglio 2017, 13:59

    Piemonte: Roberto “petri” Novarese, uno dei fondatori con me e altri del nostro club. decisamente in gamba.

  7. Tia 27 Luglio 2017, 14:38

    L’unico che conosco è Stefano Romagnoli, avuto come allenatore. Tecnicamente non lo discuto, ma umanamente…
    Forse perchè lui allora era già dentro al professionismo, mentre io ero ancora “rugby salamella” (cit. 6nazioni)

  8. ginomonza 27 Luglio 2017, 15:09

    Io non conosco nessuno ma mi fido di Aboud!

  9. bosch 27 Luglio 2017, 15:32

    nel mio caso il tecnico regionale è anche il responsabile dell’attività giovanile e allenatore della formazione u18 della squadra capoluogo di regione….vista l’esperienza di questi anni confido nell’aiuto dei tecnici d’area perchè sembrano 2 incarichi incompatibili

  10. kossach 27 Luglio 2017, 16:30

    Allora ricapitolando, prima della riforma i 30 e rotti cdf raccoglievano i giovani più promettenti tra gli U.16 con 1-2 allenamenti settimanali presso l’impianto della società destinata dalla federazione; gli atleti “talentuosi” venivano indicati dalle società di appartenenza che qualche volta potevano avere comportamenti discutibili (punitivi con i ragazzi non mandandoli o peggio clientelari), però diciamo che la selezione era sistematica con le risorse umane disponibili. Al termine del percorso U.16 viene fatta selezione per l’accesso ai 9 c.f.p. (accademie zonali).
    Adesso non saranno più i ragazzi ad essere inviati presso i c.d.f. ma i tecnici federali a portarsi presso le società. Al termine del percorso U.16 grande scrematura per accedere alle accademie ridotte a 4.
    Sinceramente credo che il nuovo sistema non sia migliore del passato per “vedere” quali siano i ragazzi promettenti anche perché non credo che i tecnici federali vadano in tutte le società (le più piccole?), forse, la nota positiva è che ci sarà modo di maggior confronto basta che i tecnici delle società non interpretino diversamente.
    Per quanto riguarda il passaggio successivo alle accademie zonali, avendo ristretto il numero si avrà meno base da coltivare. Potrebbe essere positivo se le risorse impiegate per 9 accademie si concentrassero su 4 ma non è così.
    In ultima analisi secondo me, l’auspicato cambiamento migliorativo per aumentare la qualità degli atleti non ci sarà tuttavia il risparmio economico si.

    • ginomonza 27 Luglio 2017, 18:14

      Ricordati cosa hai scritto tra due anni!
      Spero tu abbia memoria!

    • gioviale 28 Luglio 2017, 08:05

      Io ho visto come fanno in Toscana dove già era attivo un sistema simile. Effettivamente i tecnici regionali andavano in giro e riuscivano a vedere tutti i ragazzi anche quelli dei club più piccoli. Come? Hanno suddiviso la regione in 3 aree (mi sembra) e i tecnici si spostano sul territorio. In realtà agli atleti si propongono una serie di allenamenti a km zero ed altri dove si spostano in una delle città comprese nella loro area: quelli di Arezzo possono andare a Siena e Firenze e viceversa.

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